Giorgia Meloni aveva rassicurato i più scettici in campagna elettorale sostenendo che non avrebbe toccato la legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza, eppure nel primo giorno di legislatura sono stati subito depositati tre disegni di legge contro l'aborto. Sembra un segnale significativo: forse la 194 non verrà toccata, ma le intenzioni sul tema appaiono sempre più chiare e, questa volta, con la maggioranza al governo potrebbero trasformarsi in realtà. Per questo vale la pena capire di cosa trattano questi tre disegni di legge.

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La prima proposta è stata depositata in Senato dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. Lui stesso l'ha definita «un lascito morale di Carlo Casini, fondatore del Movimento per la vita», ossia, come fa notare Il Post, il primo movimento antiabortista italiano. Il disegno punta ad attribuire capacità giuridica al feto modificando l'articolo 1 del Codice Civile. Nel testo del Codice si legge che «la capacità giuridica si acquista dal momento della nascita», Gasparri invece vorrebbe attribuirla a partire dal momento del concepimento. Questo cambierebbe completamente l'assetto giuridico italiano sull'Ivg dato che i feti potrebbero diventare vittime di un reato e quindi l'aborto si potrebbe configurare come omicidio volontario. Non è la prima volta che gli antiabortisti propongono una strategia simile in Parlamento e ora se ne discuterà in commissione.

il nuovo governo e le proposte antiabortistepinterest
Simona Granati - Corbis//Getty Images
Il senatore della Lega Massimiliano Romeo

La seconda proposta è sempre di Gasparri, riguarda l'istituzione di una “giornata della vita nascente” ed è supportata da una lista di associazioni cattoliche tradizionalmente antiabortiste. In questo caso le conseguenze a livello giuridico e pratico sarebbero meno dirette forse, ma l'intento è lo stesso.

Infine, il terzo disegno di legge è stato depositato dal senatore della Lega Massimiliano Romeo. Si tratta di un ddl dal titolo “Disposizioni per la tutela della famiglia e della vita nascente, per la conciliazione tra lavoro e famiglia e delega al Governo per la disciplina del fattore famiglia”, già presentato dal senatore l'anno scorso. In questo caso il testo si occupa di diversi aspetti legati alle famiglie, ma presenta al suo interno molti elementi antiabortisti. I feti, ad esempio, sono riconosciuti come «componenti del nucleo familiare a tutti gli effetti» e si punta a riformare i consultori per «assicurare la tutela della vita umana fin dal suo concepimento». La linea della maggioranza non lascia dubbi: l'aborto è in pericolo, al di là delle promesse di Meloni.