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Se leggi queste righe probabilmente stai provando a restare incinta o sei già in dolce attesa del tuo frugoletto. O magari ad aspettarlo è tua sorella o la tua migliore amica: in questo caso alcune delle indicazioni che ho raccolto qui sotto possono servire anche a te.

Come faccio a saperlo? Ci sto passando per la prima volta e ho appena sperimentato sul campo gioie e dolori del primo trimestre di gravidanza, che ho scoperto dopo (accidenti a me, mi fossi informata meglio!) essere abbastanza comuni a tutte le gestanti.

Col senno di poi, ecco una personale guida di sopravvivenza ai primi mesi della gravidanza.

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9 pratici consigli di sopravvivenza al primo trimestre di gravidanza

Ecco le mie dritte sui primi tre mesi di gravidanza, consigli pratici che nascono dalla mia esperienza, con quello che puoi fare e non puoi fare.

1. Dormi!

Non serve che te lo dica io: te lo dirà il tuo corpo.

Prima ancora di scoprire di essere incinta potrebbe colpirti la sonnolenza killer: passi le giornate avvolta nel torpore, dopo pranzo ti viene un abbiocco all'ennesima potenza, ti addormenti di schianto appena tocchi il cuscino.

Improvvisamente senti di non avere più le energie di prima: se sei un tipo che tira tardi e lavora molto abituati all'idea di dover tirare il freno a mano per un paio di mesi.

A me per fortuna è successo durante le vacanze di Natale, che ho passato facendo la spola dal letto al divano, dormendo circa 16 ore al giorno. Tornata al lavoro ho approfittato dei weekend per fare lunghe dormite e ogni sera andavo a letto prestissimo.

Io lavoro spesso da casa, quindi ho potuto fare qualche pisolino quando ne ho sentito il bisogno, e recuperare il lavoro arretrato durante gli attacchi di insonnia, tipo alle 4 del mattino quando la nausea mi teneva sveglia per ore.

L'equazione comunque va a discapito del tuo tempo libero, c'è poco da fare.

In questo periodo la tua vita sociale ne risentirà e non sarai in grado di dare spiegazioni sensate alle tue amiche quando ti chiederanno ragione dell'ennesimo pacco (vedi punto 8), ma se riuscirai a ridimensionare gli impegni il tuo corpo e la tua salute mentale ti ringrazieranno.

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2. Prendi l'acido folico e abbandona le cattive abitudini

Se stai cercando di restare incinta il tuo nuovo migliore amico è la folina, ovvero l'acido folico: un ottimo sostituto del prosecco nei primi mesi della gravidanza!

Scherzi a parte, è meglio iniziare a prenderlo quando inizi a provarci. Non aspettare di essere incinta: assumerlo due o tre mesi prima del concepimento aiuta il tubo neurale del feto a chiudersi correttamente e riduce moltissimo le possibilità che gli venga la spina bifida.

Questo è il momento buono per smettere di fumare e fare un detox dagli alcolici.

Nel primo trimestre di gravidanza, complici anche le nausee se malauguratamente le avrai, potresti sviluppare un'avversione per il vino e il caffè, quindi non dovrai sforzarti più di tanto.

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3. Non illuderti di essere incinta dopo aver fatto il test fai-da-te

I test di gravidanza sono molto attendibili e già al 29/30 giorno del ciclo (cioè con uno o due giorni di ritardo rispetto al giorno in cui dovrebbero venirti le mestruazioni) ti sapranno dire se sei incinta o no.

Ma la certezza assoluta ce l'hai solo dopo aver fatto la prima ecografia o gli esami del sangue.

Come troverai scritto sul foglietto del test casalingo, che io ho riletto mille volte per essere sicura di aver capito bene, è possibile un falso negativo, cioè sei incinta ma i tuoi livelli di Beta-HCG (gonadotropina corionica umana, ovvero l'ormone della gravidanza) sono ancora troppo bassi per essere rilevati dal test.

Mentre è molto difficile che dia un falso positivo, cioè che lo stick ti dica che sei incinta se non lo sei.

La realtà, come mi ha confermato la ginecologa, è che potresti avere in circolo gli ormoni della gravidanza perché il tuo ovulo è stato fecondato, ma non è detto che l'embrione si sia formato, o che abbia attecchito bene, o che si stia moltiplicando nel modo giusto, o che non presenti difetti genetici, quindi finché non avrai fatto le analisi o la prima ecografia non puoi essere sicura al 100% di essere "veramente incinta".

Questo limbo, se è da tanto che cerchi una gravidanza, può essere molto ansiogeno. E qui veniamo al quarto punto.

4. Non fare la prima ecografia troppo presto

La prima ecografia di solito si fa tra la 6 e la 14 settimana di gravidanza.

Ci sono diversi pareri degli esperti su quando sia meglio farla: se hai fatto il test a casa ed è positivo la cosa più sensata da fare è chiamare il tuo ginecologo e farti consigliare da lui.

Io che sono un'ansiosa patologica ammetto di aver fatto un pasticcio: non mi ero mai informata bene su quando andasse fatta, non ho ancora un ginecologo di fiducia (lo so che non è una buona scusa, ma a mia discolpa ho cambiato città 2 volte nell'arco degli ultimi 10 anni), prima di restare incinta non avevo la minima idea di come si contassero le settimane di gravidanza (vedi punto 6).

Quindi l'ho prenotata troppo presto in una clinica dove non ero mai stata e ho avuto una bruttissima sorpresa: l'embrione era minuscolo quindi c'era il sospetto di "uovo chiaro", cioè che la gravidanza fosse anembrionica.

Ho scoperto che è una delle prime cause di interruzione della gravidanza nelle primissime settimane, ma questa informazione anziché consolarmi mi ha messo addosso ancora più sconforto.

Morale della favola, quando ho rifatto l'ecografia dopo una decina di giorni il mio bell'embrione era vivo e vegeto, in tutto il suo splendore.

Ok era più simile a un gamberetto, ma lo stesso, che emozione incredibile!

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PS: se non riesci a distinguere la sua silhouette sul monitor non ti impanicare, è normale! Nelle prime settimane si vede poco più che una macchia confusa.

Fatti spiegare bene dal ginecologo qual è l'abbozzo della testa e quale la "coda" che tra poche settimane si trasformerà in un bel paio di gambe proprio come ne La Sirenetta.

Normalmente il tuo ginecologo scatterà qualche immagine (le prime foto del tuo cucciolo!) che dovrai conservare per le visite successive.

5. Memorizza la data dell'ultima mestruazione

Essere incinta prevede un notevole sforzo di memorizzazione. Tra le mille cose da ricordare ce ne sono due di importanza vitale: la data dell'ultima mestruazione e di quante settimane sei incinta. Se te lo dimentichi è la fine!

Io finalmente ce l'ho fatta e ti spiego come funziona.

La data dell'ultima mestruazione devi saperla quando vai a fare la visita dal ginecologo: è la prima cosa che ti chiede, quindi fatti trovare pronta.

Non fare come me, che non ne avevo la minima idea, e quando la mia nuova ginecologa me l'ha chiesto ho dovuto frugare disperatamente sull'agenda alla ricerca di un appuntamento che mi ricordasse se quel giorno ho dovuto correre in bagno a cambiarmi l'assorbente. Una scenetta penosa!

Imparala a memoria o tatuatela sull'avambraccio: vietato dimenticarsela, perché te la chiederanno di continuo, ogni volta che andrai a fare le analisi, le ecografie, le visite. E dovrai farne parecchie.

Photography, pinterest

Questa più o meno sarà la tua reazione quando ogni mese riceverai dall'ospedale i risultati delle analisi del sangue e delle urine: credimi, non hai mai aspettato con così tanta trepidazione nemmeno la busta paga!

6. Impara a contare le settimane (e a tenere il conto)

Se non sei ancora pratica, sappi che le settimane di gravidanza si contano dal giorno dell'ultima mestruazione. Quando scopri di restare incinta quindi sei già di 4 o 5 settimane.

Il ginecologo, sulla base della famigerata data dell'ultima mestruazione ti dirà la data del concepimento e la DPP (data presunta del parto).

Fare il conto delle settimane è abbastanza semplice: se il primo giorno delle tue ultime mestruazioni era un venerdì, ogni venerdì entrerai nella settimana di gravidanza successiva, a cui dovrai aggiungere i giorni.

Se questo venerdì, per esempio, sei a 5+0 (cioè alla quinta settimana più zero giorni), sabato sarai alla 5+1 e così via.

Se proprio non riesci a tenere il conto delle settimane ci sono un sacco di app e di siti che te lo ricordano, devi solo inserire la data dell'ultima mestruazione. Te la ricordi, vero?!

7. Decidi a chi dirlo subito...

Nel mio caso, il futuro papà l'ha appreso in tempo reale fissando assieme a me il test di gravidanza, un sabato mattina, nel bagno di casa nostra.

Dopo un attimo di incredulità l'emozione è stata così forte che ho sentito il bisogno di dirlo a mia sorella: è stato un momento bellissimo per entrambe.

Scegli la persona che hai più cara: potrebbe essere tua mamma, la nonna, la tua migliore amica, e chiedile di conservare il segreto come una tomba egizia.

8. ... e a chi dopo

Anche se la tua felicità è incontenibile e vorresti urlare al mondo che aspetti un bambino, gli esperti consigliano di aspettare la fine del terzo mese, quando il rischio di aborto si riduce. E non hanno tutti i torti!

Ma anche senza pensare che qualcosa potrebbe andare storto, c'è un altro motivo: se cedi alla tentazione di dare subito la bella notizia alle tue più care amiche, come ho fatto io, aspettati che in totale buona fede alcune di loro lascino trapelare la notizia e in breve tempo si sparga la voce.

Sai come vanno queste cose: "Oh sai che tizia è incinta, ma è un segreto, non dirlo a nessuno" e dopo un minuto inizi a ricevere messaggi di felicitazioni da persone a cui magari avresti voluto dirlo tu, o che magari sono venute a saperlo prima di tua madre. Assurdo!

O peggio ancora: "Ero così felice per te che mi è venuto un impulso irrefrenabile di attaccare i manifesti" (magari non a questo livello, ma poco ci manca).

Se qualcosa va storto, aspettati che per mesi qualcuno ti chieda come va la gravidanza, causandoti ancora più dolore.

Se va tutto bene, è comunque imbarazzante dare la notizia a qualcuno e leggergli in faccia che lo sapeva già.

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9. Se hai la nausea mangia poco e spesso

È molto più facile a dirsi che a farsi. Non tutte le gestanti soffrono di nausee, ma se disgraziatamente dovessi averle il primo trimestre è quello in cui solitamente picchiano più duro.

Non lasciarti condizionare dai racconti horror delle amiche. Io ne ho sentite di tutti i colori, da quelle che si vantano "io non so neanche cosa sia la nausea, mai avuta", a quelle che avrebbero voluto averla per sentirsi "davvero incinte" (dico, scherziamo? Ne vuoi un po' delle mie?), ai casi estremi come la mia amica Valeria che ha vomitato in sala parto mentre partoriva il terzogenito, dopo aver avuto pochissima nausea quando era incinta delle sue prime due figlie.

Sulle nausee ci sono un sacco di miti da sfatare: non è vero che sono mattutine, possono venirti in qualsiasi momento della giornata: io le ho avute di sera tra le 18 e le 21, puntuali come un orologio svizzero e non ho mai vomitato, ma se mi riducevo con lo stomaco vuoto mi venivano certi sforzi assurdi e rimettevo i succhi gastrici (che brutto spettacolo!).

È un circolo vizioso: la nausea fa passare l'appetito, ma per far passare la nausea devi buttar giù qualcosa.

E quando non puoi mangiare quasi nulla e quel poco che puoi ti fa improvvisamente schifo (io nei primi mesi ho avuto il disgusto del cioccolato, ti sembra possibile? Poi grazie al cielo è passato), alimentarsi è davvero un'impresa.

Mangia quello che ti senti e spera che il giorno dopo il tuo cervello non abbia associato la nausea a quel determinato cibo, altrimenti per qualche tempo non riuscirai più ad affrontarlo.

Io sono sopravvissuta ai primi tre mesi cibandomi monotematicamente di grissini, olive, yogurt, finocchi grattugiati e mele cotte. E sono ancora viva per raccontarlo.

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Gaia Giordani
WEB EDITOR
Copywriter e blogger della prima ora, divoro serie TV e nel tempo libero sforno muffin al cioccolato. Ho scritto da poco il mio primo romanzo. Cintura nera di karate. Ho un'insana passione per gli squali, una volta ne ho accarezzato uno. 99% digital, 1% human.