Il conduttore di Sanremo 2025 ancora non c'è, ma già si inizia a parlare dell'edizione del 2026. E il motivo è presto detto: secondo alcune indiscrezioni diffuse da Dagospia, Pier Silvio Berlusconi avrebbe messo gli occhi non solo su Amadeus, uomo dell'anno, talento di punta della RAI e macchina da ascolti, ma pure sulla kermesse. «Il sogno di Pier Silvio Berlusconi di ingaggiare Amadeus a Mediaset non è il capriccio di un editore vanitoso, né un semplice dispetto alla Rai: è parte di un disegno più ambizioso. Il secondogenito del Cav. vorrebbe legare lo “scippo” del conduttore a quello del Festival di Sanremo», riferisce il report del magazine. E (forse) c'è da credergli, perché il successo del Festival, a oggi strettamente legato al conduttore che, negli ultimi cinque anni, lo ha trasformato in un evento pop irrinunciabile, fa gola a tanti. A Berlusconi in particolare. «L’accordo che lega il comune ligure alla tv pubblica viene ciclicamente rinnovato: la Rai non è proprietaria del marchio Sanremo, ma è solo media partner del Festival», aggiunge Dago, il quale segnala anche che il contratto in essere tra il comune della cittadina ligure e la Rai scade proprio alla fine del 2025.

La questione è puramente economica: chi offre di più la spunta, almeno secondo Dagospia. Certo, c'è anche chi crede che un Sanremo fuori dalla Rai rischi di snaturare il Festival. Questo nonostante le polemiche, esplose all'indomani dell'edizione che ha incoronato Angelina Mango a vincitrice, che hanno segnalato disservizi e disagi legati non solo alla relazione, per tanti indissolubile, tra Sanremo e l'azienda di Viale Mazzini, ma anche alle infrastrutture insufficienti della città. A febbraio Enzo Mazza, CEO della Federazione Industria Musicale Italiana, aveva detto ai microfoni di RTL 102.5 di come l'Ariston «fosse inadeguato per fare un evento come Sanremo», invocando la costruzione di una struttura ad hoc che possa rispondere alle migliaia di richieste del pubblico, dato che, solo quest'anno, «ci sono state 15 mila richieste di biglietti a fronte di 1000 posti a disposizione».

I 5 milioni l'anno che il comune prende grazie al contratto con la RAI, aveva aggiunto Mazza, non sono stati usati per migliorare la città, diventata, anche grazie ad Amadeus, il cuore pulsante di tutta la manifestazione. E forse, anche nell'ottica di rinforzare la proposta turistica e l'offerta logistica legata alla kermesse, un cambio di passo (persino di città, come invoca qualcuno: ma a quel punto cosa resterebbe del Sanremo che conosciamo e amiamo?) potrebbe giovare al marchio. Abbinare a questo colpaccio anche il passaggio di Amadeus a Mediaset, paventato da molti e, per tanti altri, reale possibilità, sarebbe un vero punto di svolta per l'azienda di Pier Silvio Berlusconi. A questo punto non resta che attendere per capire se lo scenario di questo Fantasaremo in salsa Mediaset possa davvero diventare realtà.