Ci sarà un prima e un dopo Amadeus e questo la Rai, all'indomani dell'annuncio dell'addio del conduttore, lo sa bene. Perdere un tassello così importante non è certo affare da poco: Amadeus porta con sé non solo la sua competenza, ma anche l'affetto di milioni di spettatori decisi a seguirlo ovunque andrà e degli inserzionisti che su di lui, per Sanremo e non solo, hanno puntato in questi ultimi anni. La terra promessa di Amadeus si chiama Nove: con un comunicato ufficiale Discovery-Warner Bros ha confermato l'arrivo del conduttore all'apice delle indiscrezioni sul suo trasferimento. Pare che l'azienda abbia messo sul piatto 10 milioni di euro per un contratto quadriennale che lo vedrà impegnato con nuovi format e nuove sfide, in particolare un programma di Access Time e due di Prime Time. La falla aperta da Amadeus non è destinata a chiudersi presto: secondo indiscrezioni pubblicate il 16 aprile da La Stampa, anche Francesca Fagnani, Federica Sciarelli e Sigfrido Ranucci potrebbero seguirlo presto. E Fiorello, alla conduzione del fortunato Viva Rai 2! e grande amico di Amadeus, continua a essere avvolto in un dilemma: data la forza del format, potrebbe presto migrare (a caccia del medesimo successo) altrove. Dal canto suo Sciarelli ha sconfessato la voce dicendosi «troppo aziendalista per andare via», ma nonostante questa dimostrazione di fedeltà la Rai continua a tremare.

In principio su Fabio Fazio. Poi cosa è successo?

Se dovessimo fotografare il momento in cui la Rai ha cominciato a perdere appeal dovremmo tornare all'estate 2023, quello in cui Fabio Fazio e la sua crew di Che tempo che fa hanno annunciato la migrazione (fortunatissima, oggi possiamo dirlo) su Nove. I canali Discovery, forti di budget importanti e di una libertà editoriale che in Rai non sembra più così scontata, fanno gola anche a chi lavora da decenni con il servizio pubblico. Perdere Sciarelli con il suo storico Chi l'ha visto? e Ranucci con Report (che tornerà su Rai 3 domenica 21 aprile: il conduttore si è assicurato di specificare che «almeno fino a giugno il programma andrà in onda») sarebbe un colpo non da poco. Per non parlare di Belve, che potrebbe trovare nuova linfa e maggiore flessibilità in altre sedi.

Stefano De Martino e Alessandro Cattelan insieme a Carlo Conti e Marco Liorni sembrano tenere in piedi, a oggi, i programmi più importanti delle reti Rai: oggi si punta su di loro per costruire un futuro incerto e che sempre meno fa gola a chi desidera trasparenza e indipendenza. Senza dimenticare che i budget di Discovery, che ha sfoderato l'artiglieria pesante per assicurarsi i grandi nomi della tv, fanno gola a tutti: con questo mix all'orizzonte, per Rai non si prospettano tempi felici.