Lo facciamo (sempre meno, stando alle ultime statistiche), lo bramiamo, lo sperimentiamo, lo evitiamo, lo nascondiamo. Qualsiasi sia il nostro atteggiamento nei confronti del sesso, e di conseguenza anche della masturbazione, non possiamo negare che questo non sia parte attiva della nostra vita quotidiana. Eppure, nonostante qualche apertura negli ultimi anni, ci sono delle domande che rimangono ancora nell'angolo, che ci vergogniamo a fare, e che abbiamo raccolto per sottoporle all'attenzione di Valentina Cosmi, sessuologa che abbiamo già incontrato in partneship con Lelo durante l'evento di Cosmpolitan - The Place al Fuori Salone.

Non ho mai provato un sex toy ma sono curiosa di farlo. Da dove iniziare? (M., 23 anni)

    La curiosità è uno degli elementi essenziali quando parliamo di vita sessuale consapevole e armonica. L’utilizzo di un sex toy può arricchire la nostra vita intima ed è importante che la scelta possa essere fatta, sia se lo utilizziamo da sole sia se lo facciamo in coppia, ricordando quelli che sono i nostri gusti e quello che ci dà piacere. Se abbiamo sperimentato piacevolmente la stimolazione clitoridea, il sex toy da cui partire può essere proprio uno dei gadget presenti sul mercato pensato a questo scopo. Se l’utilizzo viene fatto in coppia è fondamentale parlarne con il/la partner e fare una scelta che sia realmente condivisa e che possa soddisfare i gusti e le preferenze di ciascuno. L’importante è divertirsi.

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    Keith Hamshere//Getty Images

    Quali toys consigli per un ragazz* trans? (G., 26 anni)

      I sex toys (per fortuna!) non conoscono distinzioni di genere, di orientamento sessuale e di qualsiasi altra sfumatura rappresenti una persona. Pertanto, il sex toy adatto ad una persona trans è quello adatto ai gusti di questa persona, a prescindere dalla propria scelta di genere.

      Sono diventata addicted al succhiaclitoride. Come si torna indietro? (P., 28 anni)

        Il cosiddetto “succhiaclitoride” è un gadget che sta andando molto di moda, soprattutto tra le persone più giovani. Se “addicted” significa che si trova particolarmente piacevole l’autoerotismo con questo toy, di certo non possiamo considerarlo un problema, semmai un periodo di sperimentazione di nuove modalità di vivere la propria vita sessuale. Se invece con “addicted” intendiamo l’impossibilità di accedere a qualsiasi altra forma di comportamento sessuale, forse il problema non è circoscritto al gadget ma riguarda questioni più profonde che dovrebbero essere affrontate all’interno di un percorso di psicoterapia.

        Ho paura di squirtare ma allo stesso tempo la cosa mi incuriosisce. Ci sono dei toy che possono aiutarmi? (K., 20 anni)

          Lo “squirting” è un fenomeno che si manifesta in alcune donne ed è qualcosa che accade al di fuori della volontà della persona. Pertanto, nessuna può scegliere se e quando “squirtare”. In tal senso, non esistono sex toys che possano indurre un fenomeno di questo tipo; è importante sottolineare che il sex toy, qualunque esso sia, regala alle persone la possibilità di godere della propria intimità amplificando o facilitando la sperimentazione di sensazioni che la persona può provare da sola. Non sono un oggetto in grado di generare fenomeni imprevisti o che non appartengono a quella persona.

          Non mi piace particolarmente masturbarmi, è normale? (F., 24 anni)

            L’autoerotismo è un comportamento naturale nell’essere umano, nei maschi e nelle femmine. I modi e i tempi nei quali la persona sceglie di masturbarsi sono estremamente soggettivi e specifici. Inoltre, l’autoerotismo ha la funzione, soprattutto in giovane età, di aiutare la persona a conoscersi e a conoscere meglio il proprio corpo. Non tutti ricavano lo stesso piacere da questa attività, ma è anche possibile che sia necessario un periodo di sperimentazione più lungo per trarre piacere dal modo in cui si pratica l’autoerotismo.

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            Non ho orgasmi vaginali ma solo clitoridei, è normale? (C., 24 anni)

              L’orgasmo è uno e uno soltanto: sebbene ci possano essere orgasmi di diversa intensità e con sensazioni diverse, questo non significa che “provengano” da zone del corpo diverse. La distinzione clitorideo/vaginale è fuorviante. Nelle donne, infatti, il clitoride è l’organo maggiormente irradiato a livello nervoso ed è pertanto la zona genitale femminile più sensibile e ricettiva alle stimolazioni. Il riflesso orgasmico parte dal clitoride e arriva fino alla vagina, tanto che la scarica orgasmica consiste in rapide contrazioni delle pareti della vagina a prescindere dal tipo di stimolazione ricevuta.

              Il sesso orale non fa proprio per me e questo mi mette a disagio. Come posso fare? (S., 30 anni)

                Ognuno di noi ha gusti e preferenze diverse e non necessariamente dobbiamo sperimentarci in ciò che sentiamo non essere in linea con la nostra persona. Tuttavia, sarebbe forse importante capire che cosa del sesso orale mette a disagio (sia nel darlo che nel riceverlo), a volte infatti ci sono pregiudizi e tabù verso alcune pratiche sessuali che non permettono alla persona di sperimentarsi in tranquillità e serenità.

                Quali sono i rischi della doppia penetrazione? E soprattutto, il sesso anale comporta qualche malattia? (A., 27 anni)

                  Il sesso anale di per sé non provoca “malattie”; tuttavia, dal momento che la zona anale è un’area molto sensibile, delicata e meno elastica rispetto alla vagina, è possibile che durante la penetrazione a causa dell’attrito si presentino lacerazioni e piccole ferite, con conseguente maggiore rischio di contrarre Infezioni a Trasmissione Sessuale. Una pratica come la doppia penetrazione necessita quindi di accortezze rispetto alla protezione (utilizzo del preservativo sempre e comunque), ma anche una certa fiducia e rispetto emotivo con il partner.

                  Il mio partner è etero ma vorrei provare a solleticargli il lato B. Come posso fare? (M. 27 anni)

                    La stimolazione anale nelle persone eterosessuali può essere un tema delicato, poiché scatena diverse fantasie e stereotipi sessuali. Di certo, affinché la stimolazione avvenga in modo rispettoso è fondamentale che ci sia una condivisione di questa fantasia con il partner o che, nel prendere un’iniziativa in tal senso, si sia capaci di leggere ciò che il partner è pronto o meno a sperimentare. Il rischio è quello di proporre un gioco che l’altro percepisca come troppo “intrusivo” e quindi che risulti aggressivo verso la persona.

                    L’idea che il mio partner guardi i porno per masturbarsi mi ingelosisce e non so come uscirne. (T., 29 anni)

                      La visione di materiale pornografico è una pratica piuttosto diffusa, soprattutto tra i ragazzi. Questo comportamento non rappresenta di per sé un aspetto patologico o problematico, a meno che non si configuri come un aspetto compulsivo nella vita di una persona. Sarebbe forse opportuno chiedersi come mai questo comportamento del partner suscita gelosia, come se il materiale pornografico potesse entrare in competizione con la relazione di coppia o con la persona stessa. A tal proposito, forse un confronto aperto e sincero con il partner potrebbe migliorare la qualità della relazione di coppia.