C'è un giorno in cui, più di tutti gli altri, devi alzare forte la tua voce per celebrare e supportare le cause della comunità LGBTQ+ e tirare fuori la bandiera arcobaleno (o quelle, numerosissime, della comunità lesbica) e quel giorno è il 27 giugno, la data in sono iniziati i moti di Stonewall. La storia del Gay Pride (che quest'anno ripartirà in presenza sabato 26 giugno 2021) affonda origini e significato proprio nella notte tra il 27 e il 28 giugno 1969, una serata che ha cambiato per sempre le sorti del movimento omosessuale e dei diritti umani.

Lo storico John D'Emilio ha descritto i moti di Stonewall come

La caduta della forcina che si udì in tutto il mondo

Vuoi sapere perché è considerato un evento epocale? Vieni con noi a scoprire le origini dell'arcobaleno.

Storia del Gay Pride e dei moti di Stonewall, alle origini dell'arcobaleno

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STAN HONDA//Getty Images
Lo Stonewall Inn lo trovi ancora nel Greenwich Village di New York, come simbolo del movimento della liberazione della comunità omosessuale iniziata nel 1969.

Questo tuffo nella storia del Gay Pride puoi considerarlo un viaggio alle origini dell'arcobaleno, lì dove tutto è cominciato: è la vicenda che ha dato origine a tutti i movimenti e alle battaglie degli attivisti per i diritti degli omosessuali dell'epoca moderna come Sarah Hijazi. Prima c'era solo repressione, vergogna e tabù impossibili da aggirare: dopo i moti di Stonewall tutto è cambiato.

Cos'è lo Stonewall Inn e cosa è successo nella notte tra il 27 e il 28 giugno 1969

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Drew Angerer//Getty Images
Le statue a memoria dei moti di Stonewall che vedi in Christopher Park a New York.


Lo Stonewall Inn è stato uno dei locali gay più famosi di New York, nel Greenwich Village. La sua facciata la vedi ancora oggi passeggiando per il quartiere, seduta sulle panchine del piccolo parco di Christopher Street dove dal 1991 quattro statue (due coppie, una gay e una lesbica) chiacchierano tra loro incuranti del traffico dell'incrocio, a ricordo della notte in cui tutto è iniziato. In quegli anni, per la comunità gay, trans e lesbica era difficile ritrovarsi all'aria aperta ed esprimere liberamente i propri gusti sessuali anche in una città cosmopolita come New York.

Nella notte tra il 27 e il 28 giugno del 1969, una retata della polizia non annunciata (nei locali gay erano incursioni molto frequenti ma spesso organizzate e quindi pacifiche) ha generato una delle ribellioni più importanti della comunità LGBT di allora, con più di 2000 persone coinvolte per strada tra i manifestanti e 400 poliziotti. Perché proprio quella notte le cose sono degenerate? Gli storici dicono che il periodo storico caldissimo (non dimenticare che il '68 è stato uno degli anni di svolta per i diritti civili e le proteste), la manifestazioni contro la guerra del Vietnam e anche i movimenti per la comunità nera (che ancora oggi continuano col Black Lives Matter) avevano reso il terreno fertile anche per la causa omosessuale. Fino ad allora non c'era un vero e proprio movimento di liberazione della comunità gay, la politica remava contro e tutto ciò che veniva considerato immorale come baci tra persone dello stesso sesso, effusioni o travestimenti era punibile con l'arresto. Non c'era libertà, non c'era inclusività e non c'era neanche pace per chi desiderava solo essere se stesso.

L'incursione a sorpresa della polizia che poi è degenerata in rivolta sarebbe potuta accadere in qualsiasi momento, perché i tempi erano pronti. La miccia è stata accesa da un evento non pacifico e da un'irruzione della polizia che limitava e opprimeva la libertà di espressione, ma ha portato al concetto di libertà così come la conosciamo ora.

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Nel giorno del cinquantesimo anniversario di Stonewall nel 2019, anche il capo della polizia di New York si è scusato in una conferenza stampa in cui si ammettevano le colpe di quella notte. Se ci pensi, è un evento più unico che raro visto che il contesto storico (e la morte di George Floyd, purtroppo, insegna) non sempre mette alla berlina i carnefici ma perseguita le vittime.

Cosa c'entra Judy Garland con i moti di Stonewall

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Bettmann//Getty Images
L’attrice Judy Garland, morta una settimana prima dei moti di Stonewall, è considerata da molti una delle cause della partenza del movimento per la liberazione omosessuale.

C'è una leggenda (mai confermata, eppure attendibile) che lega per sempre la figura dell'attrice Judy Garland, che con la sua Dorothy del Mago di Oz è e sarà per sempre un'icona gay. Come riporta il Times , i moti di Stonewall sono partiti da lei e innescati dall'isterismo per la sua morte, avvenuta una settimana prima degli eventi di quella notte. Persino la bandiera arcobaleno, nell'immaginario collettivo, è un diretto riferimento a Judy Garland e al suo brano più famoso, "Over The Rainbow". Metti insieme le cause e il contesto storico, le leggende metropolitane mai confermate e la voglia di cambiare per sempre il significato alla parola "diversità" e avrai il motivo per cui i moti di Stonewall sono scoppiati proprio quella notte.

Perché è importante ricordare i moti di Stonewall anche oggi

Sono stati gli eventi di quella notte a dare alla comunità gay la forza e il coraggio di combattere per i propri diritti. Prima della rivolta essere se stessi da un punto di vista sessuale era non solo considerato immorale, ma anche illecito. Dopo, ha fatto nascere il Gay Liberation Front, il primo movimento ufficiale di liberazione gay. Una rivoluzione che si è diffusa a macchia d'olio in tutto il mondo, colorando di arcobaleno le strade e affermando il diritto alla valorizzazione dell'individualità per tutti.

Il primo Gay Pride del 1970

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Pictorial Parade//Getty Images
Una foto del primo Gay Pride del 1970, un anno dopo i fatti di Stonewall.

Le foto del primo Gay Pride, organizzato in maniera pacifica a un anno dai moti di Stonewall, ti fanno capire quanto le cose sono cambiate in un anno solo, dal 1969 al 1970. Prima le persone che popolavano la comunità LGBT dovevano nascondersi nei seminterrati di locali come lo Stonewall, ma a un anno dalle rivolte e con la diffusione di movimenti organizzati per i diritti dei gay la situazione è completamente diversa: in strada, con cartelli empowerment e la voglia di farsi sentire, i partecipanti al primo Gay Pride della storia hanno cambiato le carta in tavola per sempre e lo hanno fatto non solo per la comunità gay ma anche per quella etero. La libertà vale per ciascuno di noi, no? E dalla consapevolezza di tutti nasce il cambiamento.

Da allora, ogni mese di giugno è il Pride Month per eccellenza. E ogni 27 giugno si ricorda la battaglia colorata di quelle persone che sono scese in strada ogni anno dal 1970 indossando ciò che volevano, inneggiando all'amore in tutte le sue forme e celebrando la libertà. Anche la tua.

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