Se c'è un trend che più di tutti ha imperato su da quando la pandemia è finita e TikTok si è trasformato nel principale mezzo di comunicazione usato dalla Generazione Z per mettersi in contatto, condividere idee e consigli, quel trend è sicuramente la Clean Girl Aesthetic. Un'estetica che, come suggerisce il nome, propone la bellezza al naturale come standard da raggiungere e a cui conformarsi per un look che sia acqua e sapone, ma in grado di esaltare i lineamenti e la texture della pelle. Niente più fondotinta coprenti, layering complessi, contouring e baking: a fare l'80% del lavoro è ora la skincare che, data la forte spinta di tendenze come la pelle effetto glassa, la pelle di porcellana d'ispirazione coreana e la laminated skin, diventa il centro nevralgico di qualsiasi beauty routine.

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A questa si aggiungono poi basi leggere, dove il blush è stato eletto a prodotto mai-più-senza, eyeliner sfumati o sottili, labbra nude amplificate dal sapiente uso di matita e rossetto, che nell'iniseme danno vita al trend da 1.3 miliardi di visualizzazioni, il No Make-up Make-up.

Tendenze beauty, perché la Clean Girl Aesthetic è problematica

Pelle perfetta e trucco luminoso dal finish estremamente naturale: questi sono i pilastri su cui si basano molte delle tendenze nate negli ultimi anni a seguito della rivoluzione che la pandemia e l'uso dei social ha portato nel settore della bellezza. E nonostante la Generazione Z si stia sempre più muovendo in direzione di un beauty che sia inclusivo, accessibile e sostenibile, trend come quelli della Clean Girl Aesthetic non fanno altro che ostacolare questo nuovo cammino consapevole. Infatti, nel proporre un modello di bellezza che coincide con l'avere una pelle radiosa, compatta e levigata di natura esclude tutto un gruppo di persone che hanno una tipologia di texture diversa, una grana non sempre uniforme, talvolta scandita da sfoghi e oleosità che non sono però previste in menu.

Come sottolineano diversi video diretti a evidenziare le criticità di questa estetica, utilizzare il termine «clean», «pulito», è deviante ed elitario. Da una parte, infatti, associare la bellezza al naturale all'idea di pulizia presuppone che tutti i tipi di pelle non conformi allo standard non siano clean, appunto, relegando chi soffre di acne o di altre problematicità della pelle a un'idea di sporcizia o comunque di imperfezione che autoesclude dalla possibilità di riconoscersi nell'estetica.

Così, oltre a coinvolgere una cerchia piuttosto ristretta di persone, per di più solitamente bianche, bionde e ricche come mostrato sui social, il fatto di associare un'estetica a una ben precisa idea di perfezione provoca in chi non si sente parte del gruppo conseguenze che impattano fortemente sulla salute mentale. Le conseguenze sono molteplici e in generale sfociano in casi di dismorfismo corporeo che, a loro volta, rendono difficoltoso il rapporto che si ha con la percezione del sé

Definito da Alicia Laterey su Dazed come un trend radicato nel classismo e con delle forte connotazioni razziste, l'immaginario delle Clean Girl contribuisce a tutti gli effetti a promuovere dei canoni estetici di perfezione che nulla hanno a che fare con la bellezza al naturale vera e spontanea. A darne conferma è la continua ascesa del numero di interventi di medicina estetica anche tra i più giovani, che proiettano su iniettabili come filler e botox il loro desiderio di ottenere una complexion migliore e di apparire belli in modo naturale. La bellezza autentica, acqua e sapone, inclusiva e promotrice di un messaggio positivo non ha niente a che fare con tutto questo. Piuttosto è accettazione di chi si è e di ciò che si ha, è mostrare le proprie imperfezioni e decidere di uscire davvero senza trucco se lo si vuole, come ha scelto di fare Pamela Anderson.

In conclusione, quella delle Clean Girl è un'estetica da decostruire e riformulare da capo, ponendosi come obiettivo quello di valorizzare ciò che già c'è e non di confezionare l'ennesimo vaso di pandora.



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Alice Nardiotti

Non credo negli astri, eppure sono dannatamente Gemelli. Se chiedete alle amiche, mi definiscono saggia, io preferisco coi piedi per terra. Amo esplorare e viaggiare con le parole, le emozioni e i sensi, per questo scrivo anche di beauty.

Il mio passatempo preferito? Fermarmi a osservare quello che mi circonda e captarne l'essenza.