È il 2019, Alessandro Michele ha appena presentato la collezione Resort e nell'industria di moda non si parla d'altro che del diritto all'aborto. Tre anni dopo, quei blazer indaco con il testo «My body, my choice» stampato sul retro, quei lunghissimi vestiti in satin con ovaie di paillette e quelle T-shirt dal taglio maschile con il memoir 22/05/1978 – giorno in cui l'Italia ha depenalizzato l'aborto, impresso sul petto, sono tornati al centro del dibattito da un lato all'altro dell'oceano.

In questo momento, la Corte Suprema americana sta valutando di ribaltare la sentenza Roe v. Wade, che da quasi mezzo secolo assicura il diritto all'aborto. Stando ai documenti che sono trapelati negli ultimi giorni, la nuova legge entrerebbe immediatamente in vigore in almeno 22 Stati. Quello che non tutti sanno è che, come ha spiegato anche Daniel Rodgers su Dazed Digital, più che il termine degli aborti, il risultato di tale provvedimento è destinato a essere il termine degli aborti sicuri.

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Per questo Gucci si è schierato dalla parte delle donne e dei diritti umani. La maison di Alessandro Michele ha annunciato il totale sostegno economico a tutte le dipendenti USA che dovranno lasciare il proprio Stato per interrompere regolarmente una gravidanza, rimborsando le spese di viaggio di cui avranno bisogno per completare un aborto in modo sicuro.

Moda 2022, Gucci si schiera in sostegno del diritto all'aborto negli USA

In questo contesto si inserisce la campagna globale Chime for Change: «Quando Gucci ha fondato la campagna globale Chime for Change nel 2013, l’azienda si è impegnata a usare la sua voce e le sue risorse nella lotta globale per la parità di genere. In questa fase critica nella storia degli Stati Uniti, Gucci rimane fermamente convinta che l’accesso all’assistenza sanitaria riproduttiva sia un diritto fondamentale», «Attraverso la campagna Chime for Change, Gucci continuerà inoltre a sostenere le organizzazioni partner che consentono l'accesso alla salute riproduttiva e proteggono i diritti umani, soprattutto per i più vulnerabili».

Con Chime for Change, in 10 anni Gucci ha già raccolto oltre 19 milioni di dollari, sostenendo 460 progetti in 89 Paesi e aiutando oltre 630mila donne e ragazze in tutto il mondo.