Non è una semplice borsa, «è una Birkin». la frase di Samantha Jones in SATC fornisce la descrizione perfetta dell’ultima icona della nostra epoca. Nata su un volo diretto per Londra da un’esclamazione contrariata di Jane Birkin che, nel 1984, non riusciva a trovare una sac abbastanza capiente da poter contenere tutti i suoi fogli, la Birkin è diventata il la borsa più costosa e redditizia, se quotata in borsa, del pianeta. Esclusiva, pregiata, desiderata, è pronta a scrivere una nuova pagina della storia della moda.

instagramView full post on Instagram

Sono trascorsi sette mesi da quando, lo scorso giugno, la Baby Birkin in versione NFT creata da Mason Rothschild in collaborazione con Eric Ramirez è stata venduta all’asta per un valore superiore a quello della reale mini bag (23500 $). L’artista digitale, noto co-founder di uno store based a Los Angeles, torna sulla scena della crypto-art, con una collezione unica composta da 100 Meta Birkin presentata al Miami Art Basel 2021 e venduta in collaborazione con Basic.Space a cifre letteralmente stratosferiche – circa 45000 $ l’una.

Se la prima vicenda potrebbe essere stata volutamente ignorata dalla casa di moda francese, questa volta l’operazione multidimensionale non è passata inosservata: da Hermès è arrivata in poche ore l’accusa di contraffazione, e volete sapere l’ultima? Prima che qualsiasi azione legale fosse annunciata, la meta-collezione è stata rimossa dalla piattaforma OpenSea: di tutta risposta, l’autore delle borse NFT in pelliccia ha condiviso su Instagram una lettera aperta dove mette «nero su bianco» il suo punto di vista e annuncia, da artista, di non voler chiedere scusa alla maison offesa, definendo il progetto «a playful abstraction of an existing fashion-culture landmark».

Moda 2022, le Meta Birkin ispirate alle borse Hermès sono opere d’arte o esempi di contraffazione?

Come afferma Rothschild nella dichiarazione social, da una parte le Meta Birkin sono la dimostrazione non tangibile – Non Fungible Tokens, che la sostenibilità non esclude la creatività: le borse NFT sono realizzate in eco pellicce dal carattere surreale che, declinate nelle diverse texture accese, vivaci e variopinte, esaltano la visione artistica senza dimenticare di mantenere un’attitudine cruelty-free. D’altra parte, se c’è una cosa che sta destando scalpore nel sistema moda come mai prima d’ora, è la questione relativa alla contraffazione: nella realtà esiste una precisa legislatura che permette alle aziende di preservare la propria reputazione e di mantenere il controllo sull’immagine di un item, di una firma e di una collezione.

«Hermès non ha autorizzato né avallato la commercializzazione o creazione della nostra Birkin Bag da parte di Mason Rothschild nel metaverso. [...] Questi NFT violano la proprietà intellettuale e i trademark di Hermès e sono un esempio di prodotto contraffatto nel metaverso».

Leggendo la dichiarazione ufficiale della maison francese, la situazione è chiara: finchè non esisteranno regole metaverse-related, l’unica cosa da fare è scegliere da che parte stare – espressione creativa o contraffazione ad arte, e aspettare che venga introdotta una regolamentazione anche per la moda surreale. Una mossa assolutamente necessaria che si rivela a partire da alcune considerazioni. Per prima cosa, la Birkin è registrata solo come item e non come immagine, e, se anche fosse possibile certificarla in quanto tale, l’NFT è un insieme di dati; inoltre, solo se le borse Hermès fossero presenti nel metaverso (come Gucci, Louis Vuitton e molti altri brand di moda) sarebbe realmente possibile parlare di contraffazione. La seconda considerazione riguarda la competizione e ogni singola imitazione delle Meta Birkin venduta in maniera sleale nel sistema della crypto-art.