Corpi femminili di vario genere, grassi, magri, vecchi, giovani, neri, bianchi, marroni, e sullo sfondo il mare, la spiaggia e una scritta: «El verano también es nuestro», «L'estate è anche nostra». Si tratta della nuova campagna di sensibilizzazione lanciata dal Ministero dell'Uguaglianza del governo spagnolo per invitare le donne a godersi l’estate in spiaggia senza il timore di venire giudicate per i loro corpi. «Divertiti come, dove e con chi vuoi», si legge sotto l'immagine pubblicata. «Oggi brindiamo ad un'estate per tutti, senza stereotipi e senza violenza estetica contro il nostro corpo», continua.

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"Violenza estetica", di questo si tratta quando un corpo che non corrisponde allo standard subisce commenti, occhiate, insulti e molestie. La spiaggia dovrebbe essere un luogo pubblico di cui ognuno può godere per divertirsi e rilassarsi e invece spesso rappresenta solo un'occasione di dare sfoggio del proprio corpo, tanto che si continua a parlare di "prova costume". Così, la spiaggia può diventare inaccessibile per varie ragioni, magari perché non è attrezzata per persone con disabilità, oppure perché la nostra cultura continua a normalizzare il giudizio continuo sui corpi degli altri, specie se grassi. Godersi il mare e l'estate senza pensieri, invece, dovrebbe essere un diritto per tutt*. Come fa notare il Post, la campagna è stata realizzata tramite una collaborazione tra il ministero dell'Uguaglianza guidato da Irene Montero, del partito di sinistra Podemos, e l’Instituto de las Mujeres, un’organizzazione che dipende dal ministero e si occupa di parità di genere e diritti. Ángela Rodríguez Pam, segretaria di stato per l’Uguaglianza e contro la Violenza di genere, ha commentato che molte donne si aspettano persino di essere «odiate» perché osano mostrare un corpo diverso dai canoni tradizionali: «quello che rivendichiamo è che tutti i corpi vanno bene», ha detto.

Naturalmente, c'è già chi parla di campagna inutile, di come finisca solo per enfatizzare il problema e si tratti di mero curvewashing. Eppure le intenzioni sembrano buone e l'illustrazione è opera dello studio transfemminista Arte Mapache, che si occupa proprio di rappresentare le persone che hanno corpi non conformi ai canoni tradizionali di bellezza. «Tutti i corpi sono corpi da spiaggia», ha detto Antonia Morillas, presidente dell’Instituto de las Mujeres e, in un certo senso, è un modo per aprire un dibattito. Il problema c'è, c'è sempre stato, non basterà un post su Twitter del governo a cambiare le cose ma, forse, è pur sempre un inizio?