Parità, diritti, protezione. È quello che milioni di donne nel mondo, vittime di discriminazioni e violenza, combattono ogni giorno per ottenere. Massimi sistemi e piccole ingiustizie, che si perpetrano da generazioni, in famiglia e nel mondo del lavoro, sono spesso legate a consuetudini sociali e a "leggi non scritte" che potrebbero essere sradicate anche grazie a leggi vere e proprie, pensate per tutelare le donne. Per difenderle da quello che chiamiamo gender gap, ma anche da storie di ordinaria violenza.

Ma nel concreto, cosa stanno facendo i politici? Diamo insieme uno sguardo all'agenda delle Nazioni Unite, che ha un impatto diretto sulla vita e sul futuro delle donne: ne abbiamo parlato in occasione del meeting Girls Speak Out, che ha portato le giovanissime attiviste di tutto il mondo davanti alle nuove europarlamentari, elette la primavera scorsa, che per i prossimi anni si batteranno per i nostri diritti e per quelli delle donne di tutti il mondo. Per averne di nuovi e per conservare quelli che con battaglie generazionali siamo riuscite a conquistare e mai come oggi si trovano in pericolo.

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Ci sono diversi programmi che le Nazioni Unite, appoggiate anche dal Parlamento Europeo, stanno portando avanti a favore delle donne. Mentre cambiano le leggi e cambiano i governi, e passano le estati e passano gli inverni (cit. Jova), queste cause vengono sostenute con caparbietà in quanto priorità sociale senza bandiera.

Obiettivo right now: coinvolgere più donne nei processi di pace

In questo momento nel mondo si combattono centinaia di guerre, con conseguenze umanitarie catastrofiche di cui leggiamo e vediamo ogni giorno gli effetti al TG e sui feed. Per fronteggiarle è stato inaugurata la Resolution 1325, un protocollo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per mantenere e tutelare la pace, coinvolgendo sempre più rappresentanti donne ai tavoli istituzionali e nei processi decisionali, in particolare per tutelare le donne che vivono in paesi dilaniati dalla guerra, particolarmente poveri o colpiti da emergenze umanitarie.

"Troppo spesso, i ruoli delle donne sono marginali, perché non sono visti in termini di leadership. Dobbiamo vedere le donne come leader, non come vittime. Dobbiamo anche considerare la loro partecipazione non come un favore alle donne, ma come essenziale per la pace e la sicurezza”,

ha spiegato Melanne Verveer, ex ambasciatrice degli Stati Uniti per le questioni femminili globali. Nel nuovo Parlamento Europeo se ne occupa una donna, la deputata Mara Marinaki.

Obiettivo 2020: ridurre la disparità di genere

Tra le iniziative più impattanti c'è il Gender Action Plan II, che sembra il titolo del sequel di un film d'azione e ci ricorda che bisogna agire subito per trasformare le vite delle donne, per migliorare entro il 2020 la condizione femminile, a partire dalla parità tra i generi e dal riconoscimento alle donne di valori fondamentali, che per consuetudine vengono ancora negati per colpa dell'ignoranza, del familismo, delle consuetudini, di un approccio oscurantista alla fede, che trasformano l'esistenza di tante giovani donne in un incubo, mettendo a repentaglio la loro stessa vita. Alcune di queste storie fanno notizia e ti fanno accapponare la pelle. In molti casi non bastano le leggi a scardinare questi meccanismi abominevoli, ma bisogna agire ancora più a monte, a partire dall'educazione, dalle pari opportunità, dalla lotta agli stereotipi. Uno dei punti del programma è quello di dare accesso a servizi minimi, come l'acqua potabile.

Questa iniziativa si propone di ridurre la disparità di genere a vari livelli: da una parte creando una cultura dell'uguaglianza, che permetta alle nuove generazioni di essere più consapevoli della disparità e non alimentarla, per prevenire la violenza sulle donne e la discriminazione prima di sperimentarne gli effetti. Dall'altra legiferando in modo da riconoscere alle donne diritti che in molti paesi, specialmente quelli in via di sviluppo, vengono puntualmente negati: nel mondo migliaia di donne vengono costrette a sposarsi o riprodursi precocemente, non hanno accesso a un'istruzione di qualità e non riescono ad acquisire le competenze necessarie per rendersi indipendenti. Per questo dipendono da un uomo o da un sistema famigliare oppressivo.

Obiettivo 2030: fermare la violenza

Un altro grande obiettivo è difendere milioni di donne dalla violenza. La Spotlight Initiative, un programma dell'Unione Europea assieme alle Nazioni Unite, si focalizza entro il 2030 su una delle violazioni dei diritti umani più diffusa nel mondo, ovvero la violenza contro le donne e le bambine, un sopruso che "può accadere a chiunque, ovunque, in qualsiasi momento. Si verifica in tutti i paesi e può verificarsi in spazi privati ​​e pubblici, indipendentemente dall'età, dall'istruzione o dallo stato socioeconomico. Non c'è nulla che lo giustifichi e la colpa non è mai della vittima".

In Europa il 70% delle donne è vittima di qualche tipo di violenza, fisica o psicologica.

Una piaga sociale estremamente difficile da sradicare, perché la violenza e la discriminazione nei confronti degli individui di sesso femminile, da sempre, è radicata in una profonda disuguaglianza nelle relazioni di potere tra donne e uomini, dove l'uomo da sempre ha prevaricato la donna, facendola diventare la normalità: per questo vanno demolite le norme sociali che per secoli sono state accettate, ma che si fondano su discriminazioni di genere.

L'iniziativa risponderà a tutte le forme di VAWG (Violence against women and girls, violenza contro le donne e le bambine) con particolare attenzione alla violenza domestica e familiare, alla violenza sessuale e di genere, al femminicidio, alla tratta di esseri umani e allo sfruttamento sessuale ed economico del lavoro. In linea con l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, l'iniziativa integrerà pienamente il principio del "non lasciare nessuno indietro". #SpotlightEndViolence

Un gioco per capire che la discriminazione non è uno scherzo

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courtesy Her Story Your Story

Quando parliamo di questi temi, in astratto, potrebbe venirti da pensare che non ti riguardino direttamente, che a te non succederà mai di venire data in sposa contro la tua volontà a un tizio che non conosci e ha il triplo dei tuoi anni. O di veder tradita la tua fiducia da qualcuno che ti metterà in situazioni di sudditanza o schiavitù. O di guadagnare meno del tuo collega maschio, di essere presa in giro e isolata dai tuoi compagni di classe perché giochi a rugby, di innamorarti di un bruto. Cose che succedono a milioni di donne e i numeri sono davvero allarmanti. Puoi scoprirli sul sito dell'iniziativa Her Story Your Story: un gioco interattivo ti presenta le storie di quattro ragazze, Rani, Grace, Lily e Aude, vittime ordinaria violenza. La storia di Grace è quella di migliaia di donne che diventano schiave degli sfruttatori della prostituzione, solamente perché si sono fidate delle persone sbagliate. Lily si è innamorata di un uomo che la picchia, Aude viene bullizzata e ridicolizzata perché vuole giocare a pallone, Rani si ritrova a fare un lavoro sottopagato rispetto ai colleghi uomini.