Conosci il roller derby? È uno sport che si sta affermando in Italia, si pratica sui pattini a rottele, ha una componente super girl power e le giocatrici scendono in campo truccate come star.

Per renderlo ancora più succulento, ti raccontiamo che le sue origini si legano a Dirty Dancing. O quasi. Tutto nasce il 13 agosto, in una calda giornata a Chicago, quando al Coliseum si inaugurò la prima edizione del Transcontinental Roller Derby, uno sport che, con le dovute modifiche ed evoluzioni seguite nel tempo, è diventato un pezzo di storia statunitense.

Oggi è ritornato come ripescato dal passato, sta facendo tendenza ed è giunto anche in Italia attraversando l’oceano con la sua forza di coinvolgimento, soprattutto per le ragazze più giovani. Ecco la sua storia in breve.

La storia del roller derby

Il roller derby ha una storia tutta speciale che affonda le radici in un periodo, quello dell’inizio del 1900, in cui erano diffuse le maratone di danza che si protraevano per tutta la notte e anche per giorni interi fino a quando i ballerini, ormai esausti, non si ritiravano determinando la vittoria di qualcuno per esaurimento. Era un’attività che aveva un duplice scopo, quella di creare una zona protetta e ufficiale per la danza e quella di offrire uno spettacolo al pubblico che assisteva. Hai presente quella della scena nell'hotel di Dirty Dancing che vede Babe protagonista? Ecco stiamo parlando di quelle.

youtubeView full post on Youtube

Le maratone di danza, però, come tutte le cose, erano destinate a finire (o a diminuire) e a non scatenare più le passioni di un tempo, soprattutto se non era prevista una qualche iniezione di novità e lo show si presentava sempre uguale a sé stesso.

Così ci fu chi, utilizzando l’esperienza del passato, provò a studiare una variante che avesse tra i pregi anche quella dell’intrattenimento. Leo Seltzer, proprietario del cinema Oregon di Chicago e alla ricerca di nuovi business per i suoi clienti, una sera ebbe un’idea che trasferì direttamente in una mappa sulla tovaglietta del ristorante in cui era andato mangiare. Era stato ispirato da un articolo che diceva che circa il 97% degli statunitensi aveva pattinato sul ghiaccio. Cosa c’era di meglio che creare uno spettacolo-sport che sfruttasse il pattinaggio su rotelle, quello con i classici quad (pattini con 4 ruote), con una dimensione da maratona? Da quell’idea repentina nacque il Transcontinental Roller Derby, una corsa sui pattini che prevedeva il percorso di 3 mila miglia (ovvero 4,8 km circa). La gara era su pista ellittica e la distanza era simile a quella tra New York e San Diego.

Erano stati selezionati 50 partecipati che appartenevano a 25 squadre composte da un uomo e una donna. Quel giorno del 1935 tutto ebbe inizio di fronte a circa 20 mila spettatori. L’obiettivo della gara era terminare i chilometri nel minor tempo possibile con sessioni giornaliere di corsa che potevano durare fino a 11 ore e mezza. I due componenti della squadra si sarebbero dati il cambio e, nel caso in cui qualcuno dei due avesse dato forfait, sarebbero stati eliminati. Le cronache del tempo dicono che i pattinatori vivevano praticamente al Coliseum e, quando non pattinavano, dormivano sulle brandine al centro della pista. Leo Seltzer forniva i pasti e garantiva assistenza medica gratuita.

Per i due anni successivi il roller derby macinò successi e il numero del pubblico appassionato crebbe enormemente. Leo Seltzer capì che le piste dovevano essere inclinate verso l’esterno perché i pattinatori fossero più veloci e intuì, dopo una serie di episodi, che lo scontro tra i concorrenti in fase di sorpasso poteva essere regolamentato e non causa di squalifica. Nel 1937 Damon Runyon, un giornalista del New Yorker, aiutò con la sua consulenza a sdoganare la spinta tra gli avversari e il roller derby diventò uno sport in cui una certa aggressività agonistica era parte del gioco. La fine del roller derby, per quel periodo storico, fu determinata dall’entrata degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale: molti dei giocatori si arruolarono nell’esercito svuotando le fila.

Come funziona il roller derby

Le gare di roller derby di oggi sono frutto delle evoluzioni che si sono assecondate nel tempo. Il successo dello sport ha avuto una curva ascendente da quando a Austin, in Texas, nel 2001 è stata fondata la prima squadra femminile. Non si tratta più di una gara di velocità, ma di uno sport che vede delle squadre rivaleggiare per la conquista di punti. I pattini sono ancora quelli con le quattro ruote, la partita dura 60 minuti, divisi in due tempi da 30 ciascuno che a loro volta sono sezionati in jam (riprese) che possono durare fino a 2 minuti. Ogni squadra schiera 5 giocatori che hanno un ruolo specifico e sono forniti di protezioni per il corpo. Ci sono quattro blocker e un jammer e l’obiettivo per il jammer di ogni squadra è quello di superare il pack, ovvero il gruppo dei quattro blocker della squadra avversaria. Su questa azione si calcolano i punti.

Lo sport è praticato soprattutto da ragazze (anche se esiste la parte maschile), ha una forte componente di contatto e il senso di gruppo è fondamentale per portarsi a casa la partita. Inoltre, c’è un gusto estetico molto sviluppato nelle giocatrici che amano truccarsi per scendere in campo e scegliere divise identificative.

Se vuoi fartene un'idea, nel 2009 è uscito un film a tema per la regia di Drew Barrymore e con protagonista Ellen Page, la stessa di Juno: si intitola Whip It, è molto e qui ci sono le scene più divertenti da goderti.