Classe ’93, Letizia Toni, semi-sconosciuta ancora per pochi (su Instagram ha poco più di cinque mila follower), è appena stata baciata dalla fortuna e il suo destino sta per cambiare. È questione di giorni: il 2 maggio debutta su Netflix nel biopic Sei nell’anima, in cui interpreta Gianna Nannini.

C’è chi giura che quando si sono incontrate la prima volta sembravano due gocce d’acqua in età diverse, ma – si sa – le leggende metropolitane nascono così. Cresciuta in una famiglia di imprenditori ma con il sogno di fare l’attrice, è riuscita a trovare la piattaforma streaming più forte che ci sia per far sentire la sua voce. In tutti i sensi. Lo ha raccontato a una manciata di giornalisti, mentre la sua agente le suggeriva all’orecchio qua e là come aggiustare il tiro delle risposte. Le prime volte sono difficili persino per chi ha la faccia tosta di mettersi a confronto con un mito come Gianna Nannini.

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«Tra le tante cose che mi ha colpito di lei – spiega Letizia Toni – è il fatto che non si sia mai piegata a chi la voleva pop o le chiedeva di sfornare hit, nonostante questo le costi una frattura interiore come succede a tanti ragazzi, infatti è una storia universale, con un messaggio profondo».

Come si incontra una leggenda e ci si paragona? «Gianna ha smitizzato il suo mito davanti a me. All’inizio sentivo la responsabilità del ruolo poi passo passo, tra musica e sceneggiatura, mi ci sono avvicinata».

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Netflix
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Letizia Toni è vestita di verde oliva, si siede vicino alla spalliera e non prova a rifare nessuno dei manierismi della Nannini. Parla poco, ma soprattutto perché la cantante è talmente prorompente da conquistare tutto (il resto dello spazio se lo accaparra la regista Cinzia Th Torrini, che ha avuto l’idea dell’impresa). Nel film la voce è tutta sua, tranne la colonna sonora che ha sempre le canzoni di Gianna Nannini, anche per esigenze tecniche. Per quanto ci si voglia impegnare, come si trovano i live del Festivalbar?

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Ralph Palka//Netflix

«L’incontro con Gianna – continua Letizia Toni – è stato anche umano, abbiamo un vissuto simile, neppure i miei genitori volevano facessi l’attrice, ho vissuto incidenti pesanti e ho sentito molto su di me quello che ha vissuto lei».

Come si entra nella pelle di un personaggio/persona? «Io sono stata a Siena per vivere i posti di Gianna, tra uno e l’altro dei tre provini. Ho visto i posti che racconta, la provenienza, la contrada, tutto quello che mette nella sua musica e spero di averlo trovato».