Gli studenti delle università di Berlino hanno fatto una richiesta: avere un’offerta alimentare nelle mense rispettosa del clima. A parlare non sono esclusivamente le domande degli giovani tedeschi, ma anche i dati raccolti in un sondaggio del 2019 in cui il 13,5% di loro si dichiarava già favorevole a un tipo di dieta vegana, mentre il 33% più predisposto a un’alimentazione vegetariana. E così è stato deciso: da ottobre la dieta proposta dalle 34 mense e caffetterie delle università berlinesi cambierà: secondo quanto stabilito, i menù saranno vegani per il 68%, vegetariani per il 28% e a base di pesce per il 2%.

Legumi, verdure, formaggi, pasta e farro saranno le nuove portate principali. Ma, questa, per Berlino non è una novità così drastica. La Germania - soprattutto i suoi giovani studenti - si è da sempre distinta per un interesse maggiore verso tematiche ambientali e di alimentazione. La Freie Universität Berlin, l’Università libera di Berlino, aveva già una mensa totalmente vegetariana dal 2010 e una dedicata a scelte vegane dal 2019.

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“Il successo delle mense vegetariane e vegane evidenzia che la scelta di consumo alimentare degli studenti sta cambiando e che c’è una tendenza verso una riduzione dei prodotti di origine animale”, ha dichiarato Daniela Kummle di Studierendenwerk che si occupa di fornire aiuto economico (e non solo) alle università di Berlino. Ed è proprio vero, basta paragonare i dati tedeschi per capire che in Germania i giovani sono quelli più attenti alla questione: solo il 10% della popolazione tedesca segue un regime vegano di cui fanno parte circa 5,6 milioni di studenti. Ma, attenzione: la carne non verrà bandita del tutto, verrà servita in un piatto unico 4 volte a settimana; ci saranno più di 500 ricette vegane e vegetariane e solamente 12 a base di carne e pesce.


L’attenzione verso un tipo di alimentazione in cui vengono escluse le proteine della carne non solo è una scelta di vita e nutrizione, ma anche un piano da seguire per poter diminuire l’inquinamento ambientale. La produzione di carne bovina e ovina, ricordiamo, produce tra il 14,5% e il 18% di gas serra nel mondo. Dobbiamo smettere, quindi, di mangiare carne? La richiesta non è questa, ma quella di diminuirne il suo consumo per diminuire l’inquinamento dell’aria e delle falde acquifere.