Emanuela Giusio, 32 anni, è transportation designer: progetta motociclette innovative, dalla linea elegante e aerodinamica, al Centro Stile Piaggio di Pontedera (Pi). Un settore tradizionalmente maschile, nel quale si è fatta strada grazie alla sua grinta e competenza. Vuoi il suo lavoro? Emanuela ti spiega come si svolge in pratica. E ti dà le sue dritte per fare come lei.

La mia giornata tipo

«Di solito, la mattina la dedico alla ricerca: cerco ispirazioni e nuove tendenze sul web, su riviste, oppure visitando mostre e saloni espositivi, del settore e non. Questa fase è importante perché è lo spunto che mi permette di proseguire con la seconda parte della giornata, quella nella quale mi occupo del prodotto concretizzando le mie idee. A seconda dei progetti, seguo infatti lo sviluppo della gamma di colori per nuovi veicoli a due ruote, ideo gli stickers da applicare sugli scooter e sulle moto, creo la grafica per i cruscotti e scelgo gli abbinamenti dei materiali per le selle e le finiture. Non ho un orario d'ufficio, perché la mia mente riceve stimoli continui e ogni momento è buono per notare a qualche dettaglio che potrebbe tornarmi utile sul lavoro. Sono sempre in azione, anche mentre osservo le vetrine dei negozi facendo shopping, gli outfit e gli accessori delle amiche, i colori delle stagioni: tutto mi serve per dare vita a nuovi concept».

Il mio momento di svolta

«La realizzazione in scala reale del modello di uno scooter progettato durante il master in Transportation Design allo IAAD, l'Istituto d'Arte Applicata e Design di Torino, che è stato il mio biglietto da visita per entrare nel team di una delle maggiori case motociclistiche a livello internazionale, la giapponese Yamaha».

La mossa furba: cambiare spesso lavoro

«La mia parola chiave è "zaino". Cosa vuol dire? Essere sempre pronta a partire, cambiare, accettare sfide e stimoli non programmati. Così è iniziato il mio percorso professionale. Ho debuttato con uno stage al Centro Stile della storica carrozzeria Bertone di Torino, per poi trasferirmi in Toscana alla Piaggio. Poi, di nuovo una toccata e fuga nel capoluogo piemontese al Centro Stile Fiat, seguita da una tappa di tre anni a Gerno di Lesmo (Mb) alla Yamaha Motor Europe. Qui ho iniziato ad avvicinarmi al mondo della grafica. Da due anni, faccio di nuovo parte del Centro Stile Piaggio e Aprilia a Pontedera (Pi). Insomma, nel giro di pochi anni ho cambiato quattro aziende e altrettante città, e mi è servito per acquisire nuove tecniche e competenze. Attenta, perché ci sarà sempre qualcuno che cercherà di metterti in difficoltà, ma è un allenamento per affrontare con ancora più tenacia il tuo futuro».

Il lato più appassionante

«Non ho dubbi: il percorso che compio per arrivare, step by step, all'idea finale di ogni progetto. Mi riferisco a occhi stanchi davanti al computer a sfogliare mille pagine web ricercando le parole chiave più disparate, di memoria della macchina fotografica esaurita a forza di catturare immagini ed emozioni, di scrivanie sommerse di matite, tessuti e campioni di colori, di pareti ricoperte da schizzi e bozzetti».

Quello più noioso

«Anche negli uffici e ambienti più stimolanti, come quelli in cui lavoro io, a volte, c'è qualche difetto. Io, per esempio, non sopporto le riunioni chilometriche, l'attività amministrativa di routine e le scartoffie da compilare per la burocrazia: è quanto di più lontano possa esistere dalla creatività, che è il fulcro della mia professione».

Il consiglio migliore che ho ricevuto

L'ho avuto durante un colloquio: «Devi essere una spugna, per poter assorbire e fare tuo tutto ciò che il mondo del design può offrirti». Per questo, non ho mai avuto paura a contattare le persone, chiedere consigli a professionisti, partecipare a concorsi, telefonare per proporre il mio cv. Focalizza il tuo obiettivo: se sai cosa vuoi, scoprirai come muoverti e riuscirai a raggiungerlo. Certo, serve tanta intraprendenza. Perché se vuoi fare questo lavoro, devi essere un esploratore, pronto a girare il mondo sempre con il tuo portfolio sotto braccio per mostrare il tuo talento».

Ti interessa ancora?

«La scelta delle scuole superiori è stata determinante. Ho frequentato l'istituto d'arte della mia città, Aqui Terme (Al), per poi continuare dopo il diploma con un corso di specializzazione in Transportation design. La mia tesi finale è stata la presentazionedi un progetto al concorso mondiale New Concept of the Myth, sponsorizzato da Ferrari, e mi sono classificata tra i primi venti. Ho poi completato gli studi con il master, sempre in Transportation design, allo IAAD, l'Istituto di Arte Applicata e Design di Torino, che offre corsi e master anche in Industrial design, Textile & Fashion, Interior, Food e altri».

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