Mettersi una medaglia olimpica al collo non ha prezzo. Il sogno di qualsiasi atleta, il traguardo numero uno per cui si lavora una vita intera. Oltre alla gloria, la certezza di finire nella storia, il bagno di folla assicurato per gli anni a venire, un podio a cinque cerchi porta con sé un valore più tangibile che varia da Nazione a Nazione. Si tratta di un premio fissato per ogni singola medaglia attribuito dallo Stato di appartenenza (e non dal Comitato Olimpico come si potrebbe pensare) e quindi impossibile da generalizzare. Per quanto riguarda l’Italia proprio in occasione di Tokyo 2020, il CONI ha preso un'importante decisione: un incrementato del 20% del premio in denaro rispetto a Rio 2016, "un atto dovuto verso gli atleti che hanno dovuto sopportare il rinvio dei Giochi al 2021 e sostenere maggiori sacrifici", come ha spiegato il presidente Giovanni Malagò.

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L'Italia è uno dei Paesi più generosi worldwide: il Regno Unito, per esempio non prevede alcun premio in denaro per i campioni olimpici, solo per dirne una. Per gli azzurri il guadagno al lordo è di 180mila euro per chi conquista la medaglia d’oro (erano 150 a Rio 2016), 90mila per l'argento e 60mila per il bronzo. Cifre che ogni quattro anni puntualmente fanno discutere perché parte di fondi pubblici: da una parte c'è chi ritiene questi cachet esagerati proprio perché "sottratti" a cause più importanti e dall'altra chi pensa siano morigerati se si pensa ai sacrifici degli atleti. Sta di fatto che i medagliati azzurri sono tra i più “ricchi” dei Giochi di Tokyo: nessuno in tutto il mondo dello sport occidentale paga quanto l’Italia, che ha stanziato 6,5 milioni di euro per la brigata azzurra. Va detto però che con la tassazione al 42%, il guadagno effettivo dei campioni si riduce e non di poco.

In testa alla classifica degli atleti più "lusingati", Singapore, che ha fissato 1 milione di dollari per l’oro, 500 mila per l’argento e 250 mila per il bronzo. Seguono l’Indonesia (746 mila per l'oro) e Hong-Kong (650 mila) e il Kazakistan (250 mila). Piccole realtà per cui un podio alle Olimpiadi è un evento o un tassello fondamentale per la propaganda politica e sociale. Forse perché abituati alle medaglie o perché già premiati da sponsor e stipendi più che dignitosi, Stati Uniti e Cina che non sono così magnanimi: per l'oro sono disposti a sborsare circa 35 mila dollari. Solo 20 mila la Germania e 13mila il Canada. Mettersi una medaglia olimpica al collo non ha prezzo, più o meno.