Il modo di fare make-up sta cambiando. I segnali di questa trasformazione in atto sono molteplici, e arrivano tutti da chi le idee le plasma lasciando che sia la sua idea di bellezza a prendere il sopravvento, scardinandone i canoni. Make-up artist italiani e internazionali che hanno fatto di pennelli, matite e polveri un mezzo attraverso cui dare vita a linee grafiche e sfumature proprie di un immaginario personale e identitario inaspettato. Con forme di espressione soggettive, in cui i background formativi e culturali creano commistioni con forme d'arte tra le più diverse, come ad esempio la fotografia, la moda, il teatro e la sottocultura drag, il loro make-up smantella i paradigmi, rivelandosi nella sua essenza fluida e multiforme. Cosmopolitan li ha intervistati e ha creato questo spazio in cui sono loro, in prima persona, a condurci all'interno del loro mondo condividendo storie, ispirazioni e sogni nel cassetto.


Make-up artist e drag personality, Jury Schaivi — in arte Jury Slaves — vive il trucco come un'espressione identitaria fondamentale. Non a caso, ama definire il suo make-up "fairy yet twisted", fatato e perverso, dualità che gli piace mostrare anche nel suo personaggio drag.

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Courtesy of Jury Schiavi

Nato e cresciuto nel bergamasco, nel 2009 si sposta a Milano, dove oggi vive e lavora anche come performer al Plastic Club, storico locale notturno della città. A raccontare la sua storia è Jury stesso in questa intervista esclusiva per Cosmopolitan Italia.

Come hai iniziato a truccare?

«Quando vivevo ancora con le mie vecchie coinquiline sono sempre stato io il truccatore e il parrucchiere di casa. La vera e propria voglia di diventare make-up artist è arrivata qualche anno dopo aver scoperto la passione per il drag. Nel 2018 ho lasciato il mio lavoro a tempo indeterminato e mi sono tuffato nel mondo del beauty».

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Courtesy Photo

Cos'è per te il make-up oggi?

«Il make-up è espressione personale. Non ha regole, bensì step di applicazione per una riuscita perfetta. Tolto questo, ti dà la libertà di fare ciò che vuoi».

Chi sogni di truccare?

«Amerei mettere in drag Miuccia Prada. Sarebbe molto divertente vederla in panni così lontani da quella che è la sua persona».

Cosa evocano in te questi termini?

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Courtesy Photo

Bellezza

«Una definizione unica di bellezza non esiste, è una combinazione di molti fattori tutti insieme. La bellezza è personalità e unicità».

Espressione

«Confidence. Qualcosa che ho imparato soprattutto grazie alla nighlife e alla mia chosen family. In una società come la nostra che fa più passi indietro che in avanti, vedere persone vivere la propria vita come fosse un grande dito medio ad un sistema troppo binario e costrittivo, è una ventata di aria fresca e speranza».

Inclusività

«Mio padre. Se mi ha insegnato qualcosa nella vita è il rispetto per chiunque senza distinzioni, imparare qualcosa di nuovo dalla storia di ogni persona che incontri nella tua vita».

Ispirazione

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Courtesy Photo

«A livello creativo sono molto ispirato dal mondo dell'animazione giapponese soprattuto degli Anni '80/'90, l'airbrush technique di artisti come Hajime Soroyama, le opere di Yoshitaka Amano, il mondo dell'illustrazione fetish dagli Anni '50 ai giorni nostri, da cui prendo molto ispirazione anche per la mia persona in drag. Un sacco di cose quindi (ride, ndr). Si può trovare ispirazione ovunque, l'importante è trasformare l'ispirazione in un'idea tua e non solo una copia».

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Alice Nardiotti

Non credo negli astri, eppure sono dannatamente Gemelli. Se chiedete alle amiche, mi definiscono saggia, io preferisco coi piedi per terra. Amo esplorare e viaggiare con le parole, le emozioni e i sensi, per questo scrivo anche di beauty.

Il mio passatempo preferito? Fermarmi a osservare quello che mi circonda e captarne l'essenza.