Il modo di fare make-up sta cambiando. I segnali di questa trasformazione in atto sono molteplici, e arrivano tutti da chi le idee le plasma lasciando che sia la sua idea di bellezza a prendere il sopravvento, scardinandone i canoni. Make-up artist italiani e internazionali che hanno fatto di pennelli, matite e polveri un mezzo attraverso cui dare vita a linee grafiche e sfumature proprie di un immaginario personale e identitario inaspettato. Con forme di espressione soggettive, in cui i background formativi e culturali creano commistioni con forme d'arte tra le più diverse, come ad esempio la fotografia, la moda, il teatro e la sottocultura drag, il loro make-up smantella i paradigmi, rivelandosi nella sua essenza fluida e multiforme. Cosmopolitan li ha intervistati e ha creato questo spazio in cui sono loro, in prima persona, a condurci all'interno del loro mondo condividendo storie, ispirazioni e sogni nel cassetto.


Una voce solare, amichevole, che trasforma sin da subito i toni dell'intervista in una chiacchiera che, per quanto mi riguarda, sarebbe potuta andare avanti per ore. Rompendo il ghiaccio con savoir-faire, Luca Cianciolo ci porta con sè ripercorrendo il suo viaggio alla scoperta della bellezza.

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Nadia Eterno

Tutto inizia da un diploma in Chimica Cosmetica e una valigia piena di sogni con cui, a soli 18 anni, il catanese classe '87 lascia casa per inseguire quella che ha sempre saputo essere la sua passione. La prima tappa è Milano, dove si reca con il sostegno dei genitori per studiare make-up secondo il metodo di Stefano Anselmo, celebre MUA italiano.

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La seconda fermata lo porta nella Grande Mela, e qui ci rimane a lungo collaborando con grandi brand, fotografi e celebrità di fama internazionale come Iris Law, Emily Ratajkowski, Elsa Hosk e Alessandra Ambrosio. La destinazione finale è Milano, dove Luca vive e lavora da diversi anni, partecipando a eventi come il Festival di Sanremo e quello di Cannes, nonché diventando il make-up artist di fiducia di Francesca Michielin e firmando i trucchi di campagne e sfilate firmate da case di moda come Versace, Benetton e Sisley. A raccontarlo con le sue parole è Luca, in questa intervista esclusiva per Cosmopolitan Italia.

Come hai iniziato a truccare?

«Ho iniziato che ero un ragazzino. I primi trucchi li ho fatti alle mie professoresse, a mia madre, alle mie sorelle che, essendo più grandi di me e cresciute negli Anni '80, mi hanno ispirato facendo diventare l'immaginario dei tempi il mio marchio di fabbrica. Sono state le mie influencer (e ride, ndr).Vent'anni fa, però, non si parlava ancora di beauty o di make-up, ed era tutto piuttosto relegato al mondo televisivo, alle spose e poco altro. In più, io sono di Catania, e un ragazzo che parlava di beauty era qualcosa di ancora poco diffuso. Per questo l'ho presa un po' larga: mi sono iscritto a chimica per fare cosmetologia. Con l'appoggio dei miei genitori, che mi hanno sempre sostenuto, mi sono poi trasferito a 18 anni per iniziare la scuola di make-up a Milano. Qui sono cresciuto e ho fatto un po' di tutto: prima in negozio come addetto alle vendite, poi sono entrato pian piano nella televisione ed è arrivato il primo X Factor. Con il tempo mi sono avvicinato sempre più al settore della moda, che è quello che mi dà più libertà espressiva in assoluto.

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La mia "sliding door" è stata però New York, dove sono volato dopo una separazione piuttosto difficile. Sembra un cliché, ma le cose belle nascono sempre dalla fine di una storia. Attenzione, non è che ho trovato l'America — in America trovi le cose migliori e le cose peggiori — però è stato uno stacco che mi ha permesso di crescere, di diventare grande. Soprattutto agli occhi di chi è rimasto a Milano, dove essere presi a soli 20 anni da un'agenzia è pressoché impossibile, ti ritengono piccolo. Prima del Covid sono rientrato in Italia perché mi era scaduto l'O-1, e lì le persone hanno visto quanto fossi cresciuto. D'altronde a New York sono entrato del mondo di Victoria's Secret, ho truccato modelle come Sara Sampaio, Lais Ribeiro e Kendall Jenner, e sono migliorato nella tecnica facendo mie delle ispirazioni che qui ancora non c'erano».

Cos'è per te il make-up oggi?

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«Il mio make-up riflette la mia idea di donna. Deve essere poco legato gli schemi perché deve avere una credibilità, per questo la mia opinione, il mio gusto è molto presente. Certo, nel caso di red carpet e set fotografici si trova il compromesso, ma non viene mai meno quello che sono io. In passato mi sentivo più un esecutore, mentre oggi ho più potere decisionale e poter lavorare in modo libero non ha eguali. C'è poi da dire che fare il lavoro che ti sei scelto è veramente un privilegio, e oggi mi sento sereno, sono felice».

Chi sogni di truccare?

«La persona che sogno di truccare è Lady Gaga. L'ho anche sognata qualche giorno fa. Non tanto per la sua musica, non la ascolto molto, ma mi rivedo molto nel suo modo di esprimersi attraverso il make-up. Con Francesca Michielin sono riuscito ad esprimermi come farei con Lady Gaga. A Sanremo abbiamo portato quel make-up con ghirigori che ha spaventato tutti. Abbiamo rischiato, è stato molto bello».

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Cosa evocano in te questi termini?

Bellezza

«Bellezza mi evoca subito il non conforme, perché è totalmente personale, soggettiva, fatta di sentimeni ed emozioni. Ci sono delle cose che io vedo belle e che faccio fatica a farle vedere agli altri come tali, e viceversa».

Espressione

«L'espressione la collego sempre a una libertà assoluta. Chi è libero non è conforme alle regole. Ad esempio, la decisione di non radersi i peli sotto le ascelle o sulle gambe la vedo come una costruzione, mentre dieci anni fa chi lo faceva si sentiva libero, e mi piaceva».

Inclusività

«L'inclusività, per me, sta dove c'è la semplicità. Io vengo da un contesto modesto, Catania, la mia famiglia, le mie origini. E ho visto molta più inclusività lì che in contesti dove questa viene millantata, come nella moda, dove però ci sono troppe sovrastrutture».

Ispirazione

«L'ispirazione per me è sempre stata evoluzione. Con il tempo, con il passare delle mode, col crescere, le mie ispirazioni sono state in continuo cambiamento, tanto dieci fa come ora e spero anche in futuro».

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Alice Nardiotti

Non credo negli astri, eppure sono dannatamente Gemelli. Se chiedete alle amiche, mi definiscono saggia, io preferisco coi piedi per terra. Amo esplorare e viaggiare con le parole, le emozioni e i sensi, per questo scrivo anche di beauty.

Il mio passatempo preferito? Fermarmi a osservare quello che mi circonda e captarne l'essenza.