A prima vista non diresti che Post Malone è la promessa della musica hip hop mondiale.

Non diresti che ha quasi 30 milioni di ascoltatori al mese (!!!) su Spotify, né che ha 4 singoli nella Billboard Top 100 (di cui uno al secondo posto).

Già perché a prima vista Post sembra un normalissimo ragazzo americano di provincia come tanti, con l'aspetto vagamente da nerd, qualche chiletto di troppo e una passione sfrenata per la birra.

Lontanissimo dall'immaginario della star hip hop stilosissima che ci hanno regalato i vari Kanye West, Jay Z e Kendrik Lamar, Post Malone si è imposto come un vero e proprio fenomeno su scala globale.

Austin Post, questo è il suo vero nome, è nato a Syracuse (New York) il 7 aprile del 1995, ma è cresciuto a Dallas, in Texas dopo che i suoi genitori si sono trasferiti lì quando lui aveva solo 10 anni.

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È lì, in Texas che ha iniziato ad appassionarsi alla musica e in un modo del tutto in linea con i suoi tempi: giocando a Guitar Hero. Inizia a suonare la chitarra, assorbe come una spugna vibes che appartengono al country, al metal e solo dopo all'hip hop. Per questo che, come una volta ha dichiarato lui stesso in un'intervista, la sua musica non si può incasellare in uno dei generi classici. Non è solo hip hop (la passione di Post per Bob Dylan non è che una prova in più del suo eclettismo). È una musica fluida, genre-less, senza genere.

Soprattutto, questa fluidità, i suoi pezzi l'hanno guadagnata nel tempo, cambiando da quando il mondo ha conosciuto White Iverson, il suo primo singolo registrato in studio. E mentre cambiava la sua musica firmando con la Republic Records, anche l'immagine di Post Malone è cambiata: non si veste certo come un re dell'hip hop e ha abbandonato le treccine per lasciare i suoi capelli ricci in libertà, con il taglio mullet che assomiglia tantissimo a quelli delle rock band di fine anni 80 e inizi anni 90.

Ora, il suo ultimo singolo, rockstar è il più ascoltato del mondo su Spotify, ha un bel secondo posto nella Hot 100 di Billboard e farà presto parte di un nuovo album intitolato Beerpongs & Bentleys, in cui Post ha dato più spazio alla chitarra e alle percussioni, continuando a forzare quelle barriere che ancora dividono i generi musicali.