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Durante il mio tragitto in taxi attraverso le strade secondarie di Los Angeles, la radio trasmette due canzoni che sembrano non avere nulla in comune: Eastside,una hit elettro-pop che racconta la nostalgia di un amore giovanile, e Nightmare, un crudo brano alt-rock che parla di prendere a pugni gli specchi e sentire il sapore del sangue. Sono entrambe di una delle più grandi popstar del pianeta. E io sto andando a casa sua. Be’, una delle sue case: a Los Angeles ne ha due perché, appunto, è una delle più grandi popstar del pianeta!

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Cosmopolitan
La cover del numero di Cosmopolitan di gennaio/febbraio 2020. Entra nel mondo di Cosmo e abbonati subito

Il cancello del viale di accesso si apre ed ecco Halsey: T-shirt degli Oasis, pantaloni della tuta baggy, piedi nudi. Se la Halsey di Google Immagini è un infinito moodboard di parrucche e teste rasate, la Halsey che mi trovo davanti adesso ha il suo bob castano scuro tirato indietro e tracce di glitter sugli occhi rimaste dallo shooting per la copertina di Cosmo.

Halsey giura che i suoi fan pensano a lei come a un’amica del campo estivo, il che è assurdo detto da qualcuno con oltre 17 milioni di follower su Instagram, due nomination ai Grammy, una collezione di hit che hanno conquistato i primi posti della classifica Hot 100 di Billboard e un tour mondiale appena iniziato (il 13 febbraio sarà al Mediolanum Forum di Assago a Milano, e se vuoi vincere dei biglietti gratis per te e la tua amica, leggi qui). Dopo dieci minuti insieme passati a fumare sigarette e a confrontare i nostri discutibili tattoo, quasi dimentico che non sono qui solo a cazzeggiare nella casa molto cool di "una ragazza che conosco dal campo estivo".

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Peggy Sirota

«Sono una tipa piuttosto regolare», dice mentre ci sediamo a un tavolo da picnic accanto a una piscina meravigliosa stile Anni 60. Un enorme cervo ci sorveglia in silenzio dal bosco, ma Halsey, da buona nativa del New Jersey, resta impassibile. «A volte guardo altri artisti che sembrano così “immensi” e mi domando: “Forse non dovrei essere qui?”». La cosa assurda è che lei, a 25 anni, è stata omaggiata dal Songwriters Hall of Fame a un’età in cui la maggior parte delle persone è alle prese con il suo primo lavoro d’ufficio e già oggi potrebbe ritirarsi e vivere di rendita con i suoi 10 singoli multiplatino alll’attivo. La sindrome dell’impostore colpisce tutti!

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Peggy Sirota

Payton, amica di Halsey dai suoi squattrinati giorni newyorkesi (vive con lei a Los Angeles dal 2016, e la cantante dice che se riesce a stare con i piedi per terra è in gran parte merito suo) ci ricorda con calma olimpica che ci sono pile di contenitori di cibo da asporto in cucina. I loro scambi sono costellati di slang newyorkese, ma il takeaway è francese, un salto notevole rispetto alle pizze di catene a buon mercato dei tempi di Manhattan.

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All’interno la sua casa è più del genere “eclettica tana d’artista” che “guardate come sono schifosamente ricca”. Vedi: il pianoforte Steinway del 1934 e le luci a soffitto viola e blu che danno l’impressione di essere in un episodio di Euphoria. («Non sono del tutto convinta delle luci da “Party Uber”», ride. «Sai quando sali su un Uber e sembra di essere in un club?»). Mentre passiamo in rassegna una dozzina di contenitori - ratatouille, millefoglie Napoleon, poulet chasseur… - Halsey mette le mani avanti dicendo che possiamo anche ordinare qualcos’altro: «Fa un po’ troppo parvenu?».

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In un eventuale film biografico sulla popstar, questa è una scena che si presterebbe bene a un fermo immagine introdotto dall’effetto sonoro del disco graffiato dalla puntina, con la voce fuori campo che dice: “Probabilmente vi starete chiedendo come una disadattata artistoide del New Jersey sia diventata uno dei più grandi nomi del pop!”. Ashley Frangipane - un nome melodioso che suona ancora meglio con un forte accento del New Jersey - è cresciuta in varie cittadine industriali del Garden State (il New Jesey, appunto) con il padre, che dirigeva concessionarie automobilistiche, la madre, che lavorava nella security ospedaliera, e i due fratelli minori, Sevian e Dante. (Sevian è stato il suo accompagnatore su alcuni red carpet; la voce di Dante appare in un interludio nel suo album del 2017, Hopeless Fountain Kingdom).

Fino ai primi anni di liceo, Halsey era una studentessa da corso avanzato, piuttosto che una ribelle senza causa. Poi la sua vita di teenager precipitò nel caos. La rinuncia forzata alla scuola d’arte; il ricovero in reparto psichiatrico e la diagnosi di disturbo bipolare a 17 anni; gli anni da artista povera in canna e senza fissa dimora a Brooklyn; il suo ex eroinomane che viveva vicino alla fermata della metropolitana di Halsey Street (ed è da questa strada che Halsey ha preso ispirazione per il suo nome d’arte) del quale parla in Ghost, la prima vera canzone che ha scritto, che è esplosa su SoundCloud e ha cambiato la sua vita.

Tutto questo è ampiamente documentato. Semmai, forse il grande pubblico si sarebbe potuto accontentare di conoscere un po’ meno dettagli del background di Halsey, vista l’insistenza con cui sono stati usati contro di lei per mettere in dubbio l’autenticità della sua bisessualità o della sua identità birazziale (suo padre è nero; sua madre è bianca) o insinuare che la sua franchezza su questioni di salute mentale possa essere parte di un’astuta strategia di marketing. Ma dopo essere cresciuta sfogandosi nel buco nero di MySpace, presentarsi come un libro aperto le è venuto naturale. Attorno al periodo della sua svolta del 2015 - quando ancora era conosciuta più che altro con l’alias che usava per il suo blog su Tumblr, nel quale postava poesie tristi e cover satiriche di Taylor Swift - Halsey è stata pioniera di un nuovo tipo di popstar. Meno costruito, più disordinato; reale in un modo che dava un senso di familiarità, perché non stava fingendo. «Ho condiviso molto su me stessa, credendo che il mondo sarebbe stato gentile», dice. «E non è stato proprio così».

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Peggy Sirota

In questi quattro anni la sua carriera è stata accompagnata da polemiche su quale versione di Halsey sia quella vera. Va detto che, al di là della sua notevole collezione di parrucche, le trasformazioni repentine sono la sua specialità: per dire, quest’anno ha collaborato con il gruppo pop coreano BTS, il rapper Juice WRLD, e il suo chiacchieratissimo ex-boyfriend Dominic Harrison (il rocker inglese Yungblud); ha posato per un paginone di Playboy; ha parlato del suo impegno per i diritti riproduttivi.

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Le persone le chiedono in continuazione cose come: «Sei una cattiva ragazza pazza e sconclusionata o sei un’attivista politica, una filantropa impegnata in raccolte di fondi?». E lei ride incredula: «È come chiedermi quanto sia immune all’esperienza umana. A volte voglio solo fare del gran sesso e a volte voglio salvare il mondo, a volte potrei provare a fare entrambe le cose nello stesso giorno!».

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Peggy Sirota

Tuttavia, dice, è della Bilancia, il che significa che vuole solo che tutti la amino, anche quando è davvero esasperante. «È questo il problema: faccio quello che voglio, abbatto tutti quelli sul mio cammino che dicono che non dovrei, e poi quando alla gente non piace, dico: “Ma come?!”», ammette con un sorriso. «Quando ho realizzato Nightmare, c’erano persone che dicevano: “Non credo che questa sia la mossa giusta. Hai appena piazzato una canzone al numero uno e ora te ne salti fuori con questo strano pezzo politico”. E io: “È per questo che voglio farlo”».

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Il 17 gennaio è uscito il suo nuovo album Manic, e potrebbe sembrarti un drastico cambio di rotta se hai ascoltato solo brani come Without Me, la ballata arrivata in vetta alla Billboard Hot 100, che Halsey ha pubblicato nel bel mezzo di una clamorosa rottura con il suo ex (poi non più ex, poi di nuovo ex, poi chissà) G-Eazy. O Closer, la sua collaborazione del 2016 con The Chainsmokers, che ha buone probabilità di affermarsi come una delle canzoni più famose del decennio. Ma in tal caso, saresti fuori strada.

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Perché Halsey non ha mai cercato di calarsi nel personaggio della perfetta popstar. In questa tana del Bianconiglio ci è finita accidentalmente, e ne ha esplorato le profondità. «Ma lo adoro, perché mi sveglio ogni giorno guardandomi attorno con occhi bramosi», dice, «aperta a nuovi stimoli e con tanta voglia di fare meglio della volta prima». C’è una deliziosa foto degli anni della scuola media che ha pubblicato su Instagram qualche mese fa in cui una giovanissima Ashley suona un violino di seconda mano. Halsey ancora vede quella ragazza riflessa nello specchio «tipo, quattro volte al giorno», ride. Di solito i pensieri di Halsey corrono a rotta di collo e si riversano all’esterno in raffiche impetuose, ma qui la sua voce si fa sommessa: «Ho un disturbo bipolare e le cose mi vengono a noia alla svelta. Nella musica riesco a incanalare la mia energia caotica, e non è un vuoto che risucchia tutto senza dare niente in cambio. È stata l’unica cosa in cui mi sia gettata anima e corpo con qualcosa in mano che mi fa dire: “Ehi, non sei poi così male”. Se il mio cervello è un ammasso di vetri rotti, posso trasformarlo in un mosaico». Ultimamente, sta iniziando a mettere insieme un libro di poesie. («È ironico dover spiegare alla gente che sono una poetessa», dice con sarcasmo. «Sarebbe come parlare con Michael Jordan di baseball e dire: “Oh, ma davvero, vuoi provare a giocare a basket?”»).

È sempre stata una grande lettrice, ma ultimamente è ossessionata da libri su artiste che sono state minate dalla loro vicinanza a uomini famosi: «Mary Karr, June Carter Cash, Zelda Fitzgerald, la moglie di Jackson Pollock: Lee Krasner, una pittrice pazzesca! Peccato sia stata oscurata da un marito che l’ha tormentata con i suoi tradimenti e le sue cazzate». E, a proposito: Halsey dice che lo scorso anno, nel periodo della burrascosa rottura con G-Eazy, quasi non si riconosceva, finché qualcosa l’ha fatta tornare di colpo in sé. «Ero a Good Morning America, nel mezzo di un break-up atroce, e me ne stavo lì a saltellare sul palco con una parrucca bionda e un outfit di vernice bianca», ricorda. «A un certo punto guardo in basso e ci sono queste due ragazze, una con i capelli rosa, una con i capelli blu, piercing al naso, fighissime, che nonostante tutto mi amano, probabilmente sapendo che momento assurdo sto attraversando. Le ho guardate, ho guardato me stessa nel mio scintillante outfit alla Britney Spears, e mi sono detta: “Ohhh no, loro meritano molto più di questo. Se quelle ragazze hanno il coraggio di non uniformarsi, allora devo loro di meglio di questa merda omogeneizzata”». Guarda il video su YouTube. C’è qualcosa di quasi indescrivibilmente triste in quella performance - fino all’ultimo momento.

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Peggy Sirota

«Ma in fondo», conclude, staccando l’ultima delle sue ciglia finte da servizio fotografico, «se la cosa peggiore che mi è successa finora è stata indossare vestiti stupidi e uscire con un tizio di merda, direi che me la sto cavando bene».

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Foto di Peggy Sirota. Styling di Aya Kanai. Capelli: Florido for Cloutier Remix. Makeup: Denika Bedrossian using Marc Jacobs Beauty. Manicure: Bel Fountain-Townsend @SoHotRightNail. Props styled di Danielle Von Braun. Production di Wonder Partners. Video di Janet Upadhye e editing Livi Akien.

Halsey indossa: Look con pailletes: abito e cintura DSQUARED2, orecchini Janis Savitt . Look sui pattini a rotelle: top e gonna Gucci, orecchini Dinosaur Designs, pattini a rotelle Impala Rollerskates, impalarollerskates.com. Minidress look: vestito Versace, orecchini Moutton Collet, scarpe Marco de Vincenzo. Look con paillettes: top e pantalone Sally LaPointe, orecchini Kate Spade New York.

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