Per alcuni sono le calze a rete, per altri dei bei piedi, altri ancora i guanti o i vestiti in lattice: fatto sta che tutti, chi più e chi meno, hanno un proprio fetish. Attorno a questo argomento ruotano moltissimi pregiudizi e spesso viene trattato con una forte chiusura mentale. Eppure si tratta di un modo innocuo e innocente di vivere la propria sessualità, attraverso degli oggetti che diventano il simbolo dell’erotismo per i feticisti. Talvolta tendiamo a pensare al fetish come a una perversione e a un comportamento dannoso, quando in realtà si tratta di una tendenza del tutto normale e ben più diffusa di quanto pensiate. Vediamo, quindi, di cosa si tratta, come bisogna comportarsi se il proprio partner ha un feticcio, e cosa significa essere eccitati da un oggetto o una parte del corpo in particolare.

Cosa vuol dire fetish: significato

Il termine feticismo deriva dalla lingua portoghese, e in origine veniva utilizzato per indicare degli oggetti di culto (chiamati, appunto, feticci). Oggi questa parola descrive una parafilia, ovvero un determinato comportamento sessuale. I feticisti attribuiscono un valore erotico a un determinato oggetto, situazione o parte del corpo, la cui vista provoca eccitazione. Ci sono diversi tipi di feticcio, e sono soprattutto gli uomini a evidenziare un simile comportamento. Questo perché, secondo gli psicologi, per loro sessualizzare determinate situazioni o parti del corpo è del tutto normale: non è raro, quindi, che un oggetto inanimato o una parte del corpo del partner diventi per loro oggetto del desiderio.

Il feticismo è normale?

Nella maggior parte dei casi, sì. Il feticismo è assolutamente normale, è una fantasia erotica innocua e non comporta disturbi a nessuno dei coinvolti. Ci sono però degli estremismi: quando la persona perde del tutto interesse per il sesso, e prova piacere solo tramite un determinato oggetto, allora si parla di disturbo feticista. Ma è raro che si arrivi a tanto: nella maggior parte dei casi, se il vostro partner vi rivela di avere un feticcio, intende che un determinato oggetto aumenta il suo desiderio (ma questo non lo sostituisce del tutto al sesso).

Il feticista: carta d’identità

Esistono diversi tipi di feticci, è vero, ma anche diversi tipi di feticisti. Quelli che hanno una passione per un oggetto sono definiti oggettivi. Quelli somatici invece sessualizzano una determinata parte del corpo. Nel caso di un feticista attivo, questo prende possesso dell’oggetto del suo desiderio e si eccita nel farlo. Il feticista passivo invece vuole che sia il partner a sottoporlo a determinati trattamenti, che scatenano in lui un estremo piacere. Ad alcune persone, invece, basta guardare il protagonista delle loro fantasie per essere appagati, e questi soggetti vengono definiti contemplativi. Esistono anche diversi livelli secondo cui si manifesta un feticcio. Nel primo livello la persona avverte una sorta di attrazione verso un oggetto o una parte del corpo. Nel secondo livello si sviluppa una preferenza, talvolta vincolante. Con il terzo livello si ha bisogno di quell’oggetto o quella pratica sessuale per eccitarsi. Infine, rientrano nel quarto livello tutti quei feticisti che provano piacere esclusivamente attraverso l’oggetto delle loro fantasie sessuali.

Non solo abbigliamento fetish: tutti i feticci

Come abbiamo anticipato, esistono diversi oggetti del desiderio. I più comuni sono:

  • Parti del corpo. In questo caso il feticista ha una passione per i piedi per esempio (la più comune), ma anche per i seni, le natiche, le gambe, le ascelle, le mani…
  • Fluidi, ma anche escrementi biologici. Il feticista di questo genere è attratto dal sangue o dalla saliva, perfino da urina e feci.
  • Oggetti inanimati di qualsiasi genere, come i palloncini per esempio.
  • Indumenti. L’abbigliamento è ricco di feticci: dalle calze alle scarpe, le mutande o comunque dei capi intimi, i guanti, le giarrettiere e così via.
  • Categorie di persone. In tal caso, il feticista può essere attratto da persone appartenenti a determinati gruppi etnici, oppure donne in gravidanza o di una certa età, persone in uniforme e così via.

Perché siamo feticisti?

Ad oggi, ancora non è stata trovata una causa assoluta per giustificare tali comportamenti sessuali. Nel corso degli anni, però, sono state avanzate diverse ipotesi. Famosa la teoria di Freus, per cui sviluppiamo un feticcio nei primi anni di vita per sopperire alla mancanza del pene nei genitali femminili. Altri pongono nel centro del mirino il rapporto madre-figlio, specie nel periodo dell’infanzia. Da adulti, questi soggetti cercano nel partner quegli aspetti consolatori attribuiti alla figura materna (è il caso del seno abbondante, per esempio). Ulteriori teorie affermano che determinati episodi e trascorsi del vissuto siano da ricollegarsi a un certo feticcio. Insomma, non è ben chiaro perché alcuni oggetti o parti del corpo per noi assumono una certa carica erotica. Fatto sta che è un comportamento comune e assolutamente normale, finché non si sostituisce in tutto e per tutto all’atto sessuale.