In una scena di Odio il Natale 2, in streaming su Netflix con la seconda stagione dal 7 dicembre, la protagonista Gianna, interpretata da una sempre brillante Pilar Fogliati, si lamenta con gli spettatori, guardando in camera, di aver mandato tutto all'aria dopo aver passato mesi a cercare la stabilità. Nella prima stagione l'avevamo conosciuta mentre, in sella alla sua bicicletta su e giù per i ponti di una magica Chioggia vestita a festa, cercava un fidanzato da presentare alla famiglia entro la cena di Natale, così da evitare le domande insidiose dei parenti. In questa seconda stagione (oltre a Fogliati ci sono anche Jenny De Nucci, Pierpaolo Spollon e Nicolas Maupas), Gianna sembra aver trovato l'amore e la felicità, ma non è affatto contenta: senza spoilerare il perché, né come va a finire Odio il Natale 2, sembra quasi che la protagonista non riesca a vivere in piena consapevolezza un momento di serenità di coppia, trascinata da quello che gli altri si aspettano dall'amore e dalla paura che tutto possa, all'improvviso, naufragare.

Operazione autosabotaggio

Quello di Gianna, seppur frutto di una sceneggiatura, è un più che evidente caso di auto-sabotaggio affettivo, che nella sua definizione più elementare altro non è che un modo per proteggersi dalle delusioni. Pur non volendo chiudere una relazione si mettono in atto comportamenti, consapevoli o meno, che conducono all'esatto contrario: nella serie di Netflix, Gianna compie azioni istintive (che poi, come lo spettatore scoprirà, tanto causali non sono) che la portano lontana dal punto in cui voleva disperatamente essere appena un anno prima, ovvero all'interno di una coppia stabile. Nella vita vera, questo si traduce in frasi, gesti, omissioni che tengono a distanza l'altro, non lo fanno sentire accolto né, probabilmente, abbastanza amato.

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Erika Kuenka/Netflix//Netflix
Pilar Fogliati e Glen Blackhall in una scena della prima stagione di Odio il Natale

Mentre tutto sembra andare apparentemente in modo idilliaco, chi tende a sabotare le proprie relazioni compie gesti o azioni anche distruttive (fare sesso con altri o criticare il partner per allontanarlo sono solo due esempi). Lo fa, come hanno spiegato gli esperti di Verywellmind, per motivi individuali, che hanno a che fare con la propria storia personale. Le ragioni più diffuse sono la paura dell'intimità, di cui pure rimaniamo alla ricerca per tutta la vita perché si tratta di una tensione umana che difficilmente può essere quietata; la paura di impegnarsi con qualcuno per tutta la vita, trascinati da esperienze negative o traumi vissuti nella famiglia d'origine; la paura di essere lasciati, che porta a mettere in atto una serie di dinamiche di auto-difesa per evitare che ciò non accada.

Come si esce da questo loop? Dal punto di vista del partner che ha accanto una persona tendente ad auto-sabotare le relazioni, si parte dal presupposto di non essere in errore, di non essere il cuore del problema. Chi, come Gianna di Odio il Natale su Netflix, tende ciclicamente a mandare all'aria ogni equilibrio sentimentale faticosamente conquistato, può cercare sollievo e risposte nell'aiuto di un terapista, dato che quasi mai i problemi sono legati alla specifica relazione, ma nascono più in profondità.