Bridgerton 2 è tornato col suo carico di danze, debutti e intrighi, goloso come un cioccolatino. Il cast corale della serie Netflix non lascia spazio ai rimpianti per gli addii annunciati, tipo quello di Regé Jean Page aka il Duca di Hastings e anche se per questa seconda stagione l'attenzione è tutta concentrata sul visconte Anthony (Jonathan Bailey) e la ricerca della donna perfetta da sposare, anche le storyline parallele corrono sul filo del colpo di scena e dell'evoluzione.

Tra quelle più calde c'è la relazione tra Penelope Featherington (Nicola Coughlan) e Colin Bridgerton (Luke Newton): chi ha letto i libri di Julia Quinn, a cui si ispira la serie Netflix prodotta da Shonda Rhimes, sa già come andrà a finire, ma non è il traguardo il cuore della loro storia. Il centro pulsante di questa liaison è infatti la friendzone.

E la domanda che sorge spontanea guardando scorrere sullo schermo i frame in cui Penelope e Colin sono protagonisti è: per quanto tempo si può sopportare la friendzone senza impazzire? Forse Penelope Featherington può darci la risposta.

Riconoscere i segnali della friendzone : Bridgerton 2 insegna

la friendzone tra penelope featherington  e colin bridgertonpinterest
LIAM DANIEL/NETFLIX © //Netflix
Una scena di Bridgerton 2 con Colin e Penelope.

Partiamo dalle basi: come nasce e si consolida una friendzone, sempre prendendo spunto dalla relazione fittizia tra Penelope e Colin Bridgerton, ovviamente. Nella serie e nella saga letteraria, Penelope Featherington è la migliore amica e vicina di casa di Eloise Bridgerton, dunque molto vicina all'intero clan. Li frequenta sin da piccola dunque, agli occhi dei fratelli maggiori di Eloise, ne è diventata una sorta di prolungamento, l'ennesima sorella minore da proteggere. Almeno dal punto di vista di Colin, il più vicino a Penelope dei fratelli Bridgerton, l'unico che ha con lei un rapporto di confidenza, di vicinanza, stima e rispetto.

Nella prima e nella seconda stagione di Bridgerton dunque, vediamo Penelope sospirare per amore del suo Colin, persino aiutarlo a uscire da una relazione non proprio sana (quella con Marina Thompson, che compare in un cameo del secondo capitolo). Penelope è sia catalizzatore dei dubbi esistenziali di Colin sia supporto quando il ragazzo le parla dei suoi progetti per il futuro.

Cosa c'è dunque di sbagliato in questa storia? Cosa stona tanto in quella che sembra un'amicizia forte e bellissima? Ecco, cosa stona: Penelope è segretamente innamorata di Colin da sempre e il fatto che le ragazze in età da marito come lei siano costantemente orientate a trovare un uomo, a farsi belle per lui, a comportarsi da signora per conquistarlo non aiuta a mettere da parte i pensieri sentimentali.

Così la ragazza si ritrova a sopportare frasi tipo «Sei una sorella per me» e deve pure sorridere perché lasciar trapelare i suoi sentimenti significherebbe porre fine a un'amicizia cui tiene. Inoltre Penelope non si sente all'altezza di Colin, perché sua madre e le sue terribili sorelle minano la sua autostima e la relegano ai margini della scena sociale senza lasciarle spazio. Ai balli cui è invitata, Penelope deve guardare Colin danzare con le altre. Nella prima stagione lo osserva chiedere la mano di una sua lontana parente. La giovane Faetherington rimarrà ancora ancora un bel po' nella sua friendzone, a cuocere in un brodo primordiale fatto di pacche sulle spalle. Ma quanto si può sopportare una situazione del genere?

La regola dell'amico...

«...non sbaglia mai», sempre per fare riferimenti pop alla friendzone e a come è stata dibattuta in film, serie tv e canzoni. Pure la scienza e la psicologia hanno cercato di analizzarla: c'è uno studio che si intitola "Sex differences in attributions for friendly behavior: Do males misperceive females' friendliness?" che ha messo a confronto un gruppo di uomini e donne per cercare di capire come l'amicizia può essere scambiata per attrazione o interesse sessuale e come questo si ripercuote su autostima e percezione di sé. Ai partecipanti è stato chiesto di stimare il livello di attrazione verso alcune persone coinvolte ma anche di valutare il grado di interesse dell'altro nei propri confronti in base alla prossemica o al feeling nato in laboratorio. Il risultato: gli uomini hanno in generale sovrastimato l'attrazione delle donne nei loro confronti; al contrario, le donne presenti, hanno sottostimato l'interesse dei partecipanti per loro.

Uscire dalla friendzone

Facile non è. Primo, perché chi crea la friendzone spesso non lo fa con cattiveria, con intenti di ghosting o per far del male all'altro per piacere: c'è una base di affetto che porta chi è vittima della friendzone a giustificare l'altro, a mantenere le apparenze per non rovinare l'amicizia, per tenersi stretto quel (poco) che si ha. Finire in questa spirale può essere un vizio, un circolo di quello che nel gergo del dating viene chiamato groundhogging per cui ci si innamora sempre dello stesso tipo di persona anche se non è proprio salutare o sappiamo che non fa per noi. Questo perché l'amicizia - da cui la friendzone trae linfa vitale - è una base fondamentale per costruire rapporti duraturi, dunque ci sta che si frequentino persone simili con cui prima di tutto si va d'accordo e ci si diverte.

C'è solo un problema: l'amicizia in questo caso non è un premio di consolazione. Ovvero, non basta. Se uno dei due nella coppia ama e l'altro prova "solo" un grande affetto, si crea un gap emotivo non da poco, che può portare a sofferenza e tristezza. Non proprio una meraviglia, diciamolo. Si rimane in un limbo in cui uno dei due partner coinvolti vorrebbe di più ma non osa chiederlo e l'altro continua la sua vita sentimentale senza farsi domande sulle emozioni di chi ha davanti perché crede che non ci sia nulla di cui discutere.

Come se ne esce dunque? Il caro Harry Burns - Billy Crystal di Harry ti presento Sally (classicone del 1989 scritto da Nora Ephron) diceva, forse non tanto a caso, che l'amicizia tra uomo e donna non esiste perché il sesso e l'amore, per uno dei due, a un certo punto ci mette lo zampino. E di chi è la colpa a quel punto, di chi si è innamorato o di chi non ricambia?

Secondo questa teoria, sarebbe meglio mettere le cose in chiaro da subito, soprattutto se si parte da amici: dire una cosa tipo «Senti, ora ci vogliamo bene, ma non garantisco che non possa succedere altro. In quel caso, te lo dirò». Non vale per tutte le amicizie, ma succede più spesso di quanto si pensi. Amicizia e amore non sono sentimenti indivisibili, ma emozioni ibride che possono crescere in modo simultaneo oppure in differita.

L'esperimento citato in alto ci dice - in linea molto generale, ovviamente, soprattutto perché coinvolge solo persone etero/cisgender - che spesso, in particolare le donne, presumono di non piacere mentre in realtà così non è: il discorso che potremmo ancorare a questi esiti è ampissimo e tocca anche questioni culturali e sociali come il tema della (mancata) gender equality e della sindrome dell'impostore. In questo caso ci basterà dire che quando parliamo di friendzone tra due persone che vanno d'accordo e potenzialmente potrebbero stare bene insieme (almeno secondo una delle due), spesso in realtà parliamo di semplice, pura e banalissima mancata comunicazione. Dirselo, insomma, potrebbe colmare quel gap che si crea tra il modo in cui pensiamo che gli altri ci vedano e come ci vedono veramente.

Il rischio di dirlo ad alta voce? Perdere un amico. Una situazione che potrebbe presentarsi comunque perché amare qualcuno che non si può avere non è certo una soluzione a lungo termine: la friendzone non è eterna. Pure quella di Penelope Featherington e di Colin Bridgerton, a un certo punto e in qualche modo, finirà. La regola dell'amico non sbaglia mai, ma fa male parecchio: darsi una tregua a un certo punto diventa spirito di sopravvivenza.