Continua il racconto di Alessandro Enriquez del mito della sirena. Dopo aver presentato una collezione ispirata al romanzo Lighea di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, lo stilista siciliano prosegue la sua personalissima ode all'amore muovendosi tra i luoghi, le suggestioni e i colori della terra d'origine che condivide con l'autore del romanzo che ha ispirato la sua stagione PE 2024. Nasce così Era una sirena, il primo fashion movie diretto e realizzato dal designer. Ambientato tra le architetture e le luci delle albe e dei tramonti sul mare che caratterizzano l'immaginario dello scrittore, il corto (della durata di circa quattro minuti) narra la storia di una creatura marina che si innamora dell'amore di una coppia e che grazie alla danza diventa spontaneamente umana e si unisce a loro, dimostrando come un sentimento puro possa trasformarsi ed evolversi in una complicità totalizzante, totalitaria.

Intervistato da Cosmopolitan tra le pagine del "The Autumn Issue", lo stilista aveva ripercorso alcune parole chiave della collezione primavera estate 2024 come tappe di un viaggio onirico attraverso i temi della stagione. E ora, a pochi giorni da una speciale presentazione realizzata per la settimana della moda milanese, è tornato a parlare delle ispirazioni che lo hanno accompagnato durante la creazione del film.

Hai scritto e diretto anche un fashion film annesso alla collezione SS 24. Ti va di raccontare questa esperienza ai lettori di Cosmopolitan?

Non mi ero mai cimentato nel trasformare il mio lavoro di stilista in un film, il risultato è stato sorprendente. Ho pensato "l’ispirazione della collezione è siciliana, il romanzo a cui si ispira la collezione narra racconti legati al territorio siciliano e sono anch'io siciliano, quindi vorrei farlo all’interno di un'ambientazione che ricordi Tomasi di Lampedusa, La sirena e la Sicilia. Ho subito cercato un'associazione dedicata allo scrittore: c’era e si trovava a Palma di Montechiaro [in provincia di Agrigento, nda]. Alcuni amici del posto mi hanno messo in contatto con il sindaco Stefano Castellino, che è stato estremamente gentile e ha patrocinato tutta la realizzazione del film aprendo le porte di quelli che erano i luoghi dello scrittore, dalla nota residenza di Palazzo Ducale alle spiagge locali nascoste. È stato bello, ma molto molto faticoso, perché se vuoi lavorare con i colori dell’alba devi necessariamente svegliarti molto presto e aspettare il tramonto per catturare tutte le palette e le immagini. All'amore per la Sicilia ho unito il mio amore per la danza: ho chiamato i ballerini del teatro Massimo di Palermo, e grazie al supporto di Eleonora Abbagnato e del coreografo Gaetano Lamantia siamo riusciti a montare delle coreografie per me speciali che mostrano il movimento dei corpi umani dediti alla danza. Con i ragazzi che hanno seguito il progetto, dei giovani registi della casa di produzione siciliana Visualazer, abbiamo montato la storia. Il supporto del mio fidanzato, Amedeo [Piccione], si è rivelato veramente prezioso: ha saputo intercettare perfettamente quelle che erano le mie emozioni e la poesia del mio racconto e ha seguito ogni passaggio curando la direzione creativa del corto. La ciliegina sulla torta poi è stata la colonna sonora di Lidia Schillaci. È arrivata per caso: quando Lidia mi ha proposto questa canzone che aveva scritto, ma non aveva mai inciso, la cosa bella è stata constatare che in realtà si incastrava benissimo con il concept del video, soprattutto dal punto di vista del testo, dal momento che racconta di questi «occhi scuri», delle albe, della voglia di cantare, di una Sicilia che in realtà è tanto dolce quanto difficile. Vedere la bellezza della musica e della voce di Lidia unite alla danza è stata per me una grandissima soddisfazione.

alessandro enriquezpinterest
Courtesy of Brand
alessandro enriquezpinterest
Courtesy of Brand

Qual è il messaggio che hai voluto trasmettere attraverso il fashion film?

Ho voluto raccontare un messaggio d'amore, di poliamore, che viene svelato solo alla fine del movie con un bacio a tre molto delicato. Ho chiuso il film con due scene in cui i movimenti dei ballerini diventano meccanici: per me quei movimenti meccanici racchiudono la chiave del film. Mentre la danza, che è protagonista, racconta della sirena che si innamora dell'amore dei due ragazzi, il vero messaggio sta nei movimenti meccanici delle scene finali, che per me hanno un grosso significato: l'amore non ha regole. L'amore è libero, è aperto, può essere declinato al plurale tanto quanto al singolare, però deve essere sartoriale. Lo si deve modellare, si deve adattare sia alle gioie sia a quelle che sono le problematiche di due o tre esseri umani. L’importante è cercare di viverlo nella maniera più bella possibile. I movimenti meccanici rappresentano l'opposto dell'amore, l'amore non è meccanico: deve essere spontaneo e va costruito insieme.

alessandro enriquezpinterest
Courtesy of Brand

Durante la settimana della moda di Milano hai presentato la collezione nella magica cornice di piazza Tomasi di Lampedusa, rivelando anche una serie di creazioni in pelle realizzata in collaborazione con l’Unione Nazionale dell’Industria Conciaria (UNIC). Come nasce l’idea per questa nuova capsule?

La collaborazione con UNIC è nata in maniera molto spontanea. Lineapelle ha fatto richiesta di lavorare alcuni capi con l'utilizzo della pelle. Non ho creato semplici gonne e pantaloni di pelle, ma ho realizzato delle micro-pailette in pelle che ricordassero le squame della pinna della sirena e così è nata questa texture interamente realizzata a mano in due colorazioni rossa e rossa-azzurra abbinando il corallo al colore del mare. Sono creazioni molto interessanti, che aggiungono preziosità alla collezione e si potrebbero sviluppare ulteriormente nelle prossime stagioni.

alessandro enriquezpinterest
Courtesy of Brand

Al termine della presentazione si è svolto anche un cocktail party per la community del tuo brand.

È stato un cerchio che si è chiuso da solo. Ero partito dall’idea di fare una festa in piazza, poi quando Lineapelle mi ha proposto di realizzare questi capi in pelle e di presentare la collezione all'interno dei loro spazi sono rimasto molto affascinato dal nome della piazza, che si chiama proprio Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Così abbiamo deciso di farlo lì con l'idea di rendere l'evento anche aperto al pubblico, non volevamo tenere il progetto solo all'interno del mondo moda. È stato fantastico: nel giorno della presentazione abbiamo ricevuto circa mille visitatori. La parte più bella è stata proprio quella dell'esibizione musicale di Futura. Donne per Lucio, il concerto ora in tour di Lidia Schillaci che racconta tutte le canzoni più importanti di Lucio Dalla in versione interamente femminile. C'erano anche drink ispirati alla collezione. Così dalle otto in poi ci siamo dedicati a noi e al divertimento.

alessandro enriquezpinterest
Courtesy of Brand
alessandro enriquezpinterest
Courtesy of Brand

Dalla Sicilia, quindi, a Milano. In che modo l'essere passato dal Sud Italia alla città della moda ha influenzato la tua creatività?

Vado spesso in Sicilia e mi rendo conto che io vivo con la testa al mare. A Milano vivo benissimo, non ho nostalgia della mia terra perché la raggiungo quando voglio, e perchè la porto dentro. È un mix che può comprendere solo chi è nato al Sud e vive al Nord. La Sicilia indubbiamente mi ha influenzato e si vede nel fashion film. Ho voluto raccontare una Sicilia reale, abitata da individui bravissimi, confezionando un prodotto nazionale che avesse una forte accezione meridionale e siciliana in particolare: è una Sicilia delicata, dolce, che parla d'amore e che non ha paura.