Il sesso come arma, come mezzo per emanciparsi da una mentalità chiusa, come stimolo a cambiare e crescere. Supersex, serie Netflix creata e scritta da Francesca Manieri e diretta da Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni, è molto di più che un biopic liberamente ispirato alla vita di Rocco Siffredi, il più noto e maistream pornostar della sua generazione. In streaming dal 6 marzo, i 7 episodi della serie sono un racconto complesso, sfaccettato e psicologico dell'ascesa di Rocco Tano, della sua infanzia a Ortona in Abruzzo, paese opprimente e bigotto, fino all'adolescenza - fase in cui Siffredi è interpretato da Saul Nanni - e poi all'età adulta, in cui il pornodivo ha il corpo, il volto, il cuore di Alessandro Borghi.

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Alessandro Borghi è Rocco Siffredi in Supersex

Se parte della biografia di Siffredi in Supersex arriva dalla sua viva voce - Borghi ha trascorso del tempo con lui a Budapest, gran parte sceneggiatura è riflesso di ciò il pornodivo che ha vissuto davvero - è dalla penna di Manieri che è nato il personaggio di Lucia, eroina tragica somma di tante donne entrate nella vita di Rocco che, attraverso il corpo, il sesso, il dolore e l'umiliazione prova a raccontarci cosa vuol dire essere donna in un modo di uomini spesso crudeli. Per Trinca interpretare Lucia «è stato ricco, intenso. Però rispetto ai personaggi femminili che negli ultimi dieci anni abbiamo visto in tv o al cinema e che spesso sono al centro di una parabola di emancipazione e di realizzazione, Lucia è molto più complessa, è un personaggio che convive con un'ambiguità di fondo: divisa tra la posizione del femminile e del corpo femminile e il fatto, ad esempio, che va a prostituirsi. Questo la mette su un piano di conoscenza del mondo raccontato da chi quella violenza e quello sguardo lo subisce».

E quindi no, Supersex non è solo una serie su una visione del sesso ormai superata e su una pornografia che oggettifica la donna in quanto corpo desiderato dall'uomo, «ma anche un racconto femminista che prova a riscrivere il maschile, la sua costruzione e il destino che eredita come una cosa da cui sembra non potersi mai allontanare. Invece questa serie racconta che un'altra strada è possibile, un'altra narrazione è possibile».

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Jasmine Trinca è Lucia, moglie del fratello di Rocco

Adriano Giannini infine è Tommaso, fratello maggiore, mentore ed eroe di Rocco Tano nonché uomo ombra di Lucia da cui lei non riuscirà mai veramente a slegarsi. Il ruolo più violento e oscuro di tutta la serie e un personaggio di cui, come ci racconta Giannini, lo stesso attore ha dovuto prendere le misure emotive.

«Mi sono avvicinato a questo personaggio senza giudicarlo. E poi cercando di capire da dove nasce questa fragilità e questo terremoto emotivo che gli appartiene costantemente. Io ho sempre pensato che tutta la sua sofferenza nascesse dall'abbandono e dal senso di inadeguatezza. Poi piano piano con Francesca Manieri, poi con i vari registi e infine soprattutto con Jasmine sul set e durante le nostre scene ho preso bene le sue misure. All'inizio ho avuto delle difficoltà, anche perché Tommaso parla in dialetto abruzzese, che è una lingua molto ostica: avevo timore che l'aspetto linguistico potesse limitarmi nell'interpretarlo».

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Adriano Giannini è Tommaso Tano, il fratello maggiore di Rocco

«Pensa se avessi recitato in italiano», gli suggerisce scherzosamente Trinca alla fine del suo intervento. E, data l'intensità del personaggio e la resa finale, non possiamo che darle ragione.