Il 10 gennaio 2024, nel secondo giorno dell’annuale edizione di Pitti Uomo, Magliano ha presentato la collezione per il prossimo autunno inverno a Firenze. Nelle ore successive se n'è parlato ovunque, specialmente online, tra interviste arrivate direttamente dal backstage della sfilata, andata sulle gradinate del Forum Nelson Mandela, e Instagram stories condivise dai presenti nel parterre. In men che non si dica sono andati virali dettagli, ispirazioni, (apprezzatissime) scelte musicali e dietro le quinte inaspettati, prima tra tutte la decisione di invitare gli ospiti a brindare con dei bicchieri di plastica contrassegnati con un pennarello indelebile, come accade ai compleanni, alle grigliate in campagna e nelle ricorrenze speciali.

D'altronde è al Pitti che nel 2018 aveva avuto luogo il debutto del brand ed è per questo che lo stesso Luca Magliano guarda al suo grande ritorno in qualità di guest designer lì dove tutto è iniziato come alla «chiusura di un cerchio» che contemporaneamente rappresenta «l’apertura di un altro», come ha dichiarato a Vogue. Si tratta di un'immagine che rispecchia a pieno l'identità del suo marchio: «non si tratta di negare, ma di aprire», ha detto a Repubblica dietro le quinte del Nelson Mandela per dichiarare che «la bellezza è antifascista». Sull'idea di apertura, intesa come contrario di negazione, come accettazione della diversità, di libertà, umanità e verità, si basa l'immaginario che ha portato Magliano a essere considerato uno dei progetti che cambieranno il mondo (della moda). Ma partiamo dall'inizio.

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Valentina Valdinoci//LAUNCHMETRICS SPOTLIGHT
Dalla collezione autunno inverno 2024/2025 di Magliano.
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Valentina Valdinoci//LAUNCHMETRICS SPOTLIGHT
Dalla collezione autunno inverno 2024/2025 di Magliano.
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Andrea Adriani//LAUNCHMETRICS SPOTLIGHT
Dalla collezione autunno inverno 2024/2025 di Magliano.
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Andrea Adriani//LAUNCHMETRICS SPOTLIGHT
Dalla collezione autunno inverno 2024/2025 di Magliano.

Tutto quello che c'è da sapere su Magliano

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Luca detto “Luchino” Magliano nasce e cresce a Bologna. Studia alla Libera Università delle Belle Arti della sua città per poi lasciarla, e vivere la sua prima esperienza lavorativa da Alessandro Dell'Acqua. Tornato a casa, all'età di 30 anni lancia Magliano, aggiudicandosi il premio Who’s On Next di Vogue: questo gli consente di debuttare al Pitti l’anno seguente. Da allora attira in modo sempre maggiore l’attenzione di stampa e insider dell'industria che si accorgono del suo stile unico e riconoscibile, basato su una visione genderless della moda. Ma è nel 2023 che arriva il riconoscimento ufficiale: annunciato tra i finalisti del LVMH Prize, Magliano vince il premio intitolato a Karl Lagerfeld; immediatamente, il suo discorso di ringraziamento «è una cosa bellissima essere visti» viene riconosciuto un manifesto per la nuova generazione di designer e addetti al settore, andando virale sul web.

Ammiratore di Franco Moschino, e lettore appassionato di autori del secondo Novecento come Sandro Penna, Gramsci, Pasolini, Angela Davis e Cesare Pavese, Luca Magliano si è contraddistinto per un immaginario incentrato sui concetti di provincia, artigianalità e pluralità. La sua peculiarità, come si legge su Business of Fashion, è quella di riuscire a rivisitare la tradizione sartoriale italiana attraverso un personalissimo punto di vista determinato dalla consapevolezza della storia e della cultura della sua città (Bologna, e non Milano, come vuole la regola) che dà vita a quello che viene descritto come «realismo magico», tra abiti sapientemente destrutturati, casting inclusivi e immaginari radicati nei ricordi degli italiani. A rendere questo possibile è la scelta di lavorare stretto contatto con artigiani e piccoli laboratori locali.

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Filippo Fior//LAUNCHMETRICS SPOTLIGHT
Dalla collezione autunno inverno 2022/2023 di Magliano. 
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Dalla collezione primavera estate 2022 di Magliano. 
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Dalla collezione autunno inverno 2023/2024 di Magliano. 
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Filippo Fior//LAUNCHMETRICS SPOTLIGHT
Dalla collezione autunno inverno 2022/2023 di Magliano. 

A proposito, un altro connotato imprescindibile per tracciare un ritratto del designer bolognese è rappresentato dallo spirito di squadra. Sin dalla nascita di Magliano, Luca non ha mai perso occasione di accreditare i suoi collaboratori, compresi gli artigiani con cui lavora a stretto contatto, per dare vita alle collezioni del brand. Nel 2022, intervistato da Rivista Studio, ha dichiarato: «sicuramente io sono quello che detta la linea rispetto ai valori di Magliano, ma Magliano è il frutto di un lavoro collettivo: io ne sono una parte ma [...] io non sono il brand. Sì, ho il mio posto al suo interno e ci sono cose che nascono direttamente dal mio sentire, ma quello che mi piacerebbe imparare a fare meglio è far sì che Magliano possa parlare per se stesso».

Per argomentare l'affermazione sulla bellezza antifascista nel backstage della sua ultima sfilata, Luca Magliano ha descritto il genere come un paesaggio: «non ci sono due capisaldi, maschio e femmina, c’è un percorso in mezzo», ha detto, rivelando che «la moda è un valore culturale», e in quanto tale dovrebbe avere una dimensione plurale, umana e reale e per questo fluida e variegata. Oltre che di aver trovato la chiave per aprire la strada al futuro della moda.

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Valentina Valdinoci//LAUNCHMETRICS SPOTLIGHT
Dalla collezione autunno inverno 2024/2025 di Magliano.