«Ci sono momenti in cui le strade si separano in ragione delle differenti prospettive che ciascuno di noi può avere. Oggi per me finisce uno straordinario viaggio, durato più di venti anni, dentro un'azienda a cui ho dedicato instancabilmente tutto il mio amore e la mia passione creativa. In questo lungo periodo Gucci è stata la mia casa, la mia famiglia di adozione». Sono da poco passate le otto e mezzo di sera quando il 23 novembre 2022, dopo una giornata di rumor, l’annuncio che il mondo intero stava aspettando è arrivato. (Anche se in molti ancora non ci credono) Alessandro Michele lascia il suo ruolo di direttore creativo di Gucci. Dopo sette lunghi anni – durante i quali il designer romano ha rivoluzionato le regole della moda grazie a un immaginario unico, fluido ed eclettico che ha riportato il marchio italiano al successo degli anni Novanta trasformandolo in un solido punto di riferimento per la cultura contemporanea, ha deciso di congedarsi con un augurio. «A questa famiglia allargata, a tutte le singole persone che l'hanno accudita e sostenuta, va il mio ringraziamento più sentito, il mio abbraccio più grande e commosso. Insieme a loro ho desiderato, sognato, immaginato. Senza di loro niente di tutto quello che ho costruito sarebbe stato possibile», ha scritto in un post condiviso (e instancabilmente ri-condiviso) su Instagram, continuando: «A loro quindi il mio augurio più sincero: che possiate continuare a nutrirvi dei vostri sogni, materia sottile e impalpabile che rende una vita degna di essere vissuta. Che possiate continuare a nutrirvi di immaginari poetici ed inclusivi, rimanendo fedeli ai vostri valori. Che possiate sempre vivere delle vostre passioni, sospinti dal vento della libertà». In attesa di scoprire quale sarà la sua prossima avventura, Cosmopolitan ha raccolto in una retrospettiva i momenti più belli del suo ultimo mandato, accompagnata da tutte le ragioni per cui oggi lo consideriamo un simbolo.
Autunno inverno 2015, il primo show Gucci
Tutto è cominciato con un esordio diventato leggenda. Subentrato improvvisamente a Frida Giannini, sembra che Alessandro Michele abbia ideato la sua prima collezione – menswear autunno inverno 2015, in una settimana. Al momento del debutto, tutti hanno immediatamente riconosciuto nel suo immaginario opulento e poliedrico i presupposti del cambiamento. Come ha raccontato lui stesso sul numero di Vogue Italia, quando è stato nominato direttore creativo di Gucci, Alessandro Michele era «Già grande», (dal 2002) lavorava all'interno del dipartimento dedicato agli accessori del brand e il suo non era assolutamente un nome noto all’interno del settore. Dopo sette giri intorno al sole, è universalmente considerato uno dei migliori designer di sempre.
La (video) campagna SS 2016 di Gucci
Ispirata al film Christine F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, la campagna primavera estate 2016 ha contribuito a rivoluzionare la percezione dei fashion film. Realizzata da Glen Luchford, è incentrata sul contrasto tra la location urbana e lo stile pop, kitsch, glamour e rétro che caratterizza le collezioni del designer romano. Quattro anni dopo, l'approccio cinematografico diventato un connotato tipico di Gucci ha portato alla realizzazione della short-serie Overture of Something That Never Happened con Gus Van Sant, che ha creato un "episodio" senza precedenti; per non parlare delle numerose collaborazioni con i grandi nomi del cinema e delle collezioni ispirate a Kubrick.
A Gucci Hallucination e il legame con l'arte
Se c'è un motivo per cui ricorderemo Alessandro Michele, è il suo indissolubile legame con l'arte. A Gucci Hallucination, la campagna realizzata in collaborazione con Ignasi Monreal, rappresenta una pietra miliare nella storia delle campagne pubblicitarie. D'ispirazione surreale, inserisce i capi della collezione SS 2018 in alcune celebri opere d'arte rinascimentale, chiarendo l'approccio creativo e la visione di Michele.
AI 2018: la sfilata con i draghi di Game of Thrones e le teste mozzate
Nel 2018 Alessandro Michele ha invitato tutti nel reparto autopsie di un ospedale. Mentre stringevano tra le mani le proprie teste mozzate, i talent hanno calcato il corridoio immersi in uno scenario al limite del surreale. Dalla collaborazione con Makinarium, rinomato studio di effetti speciali italiano, sono nati accessori ispirati al mondo de Il Trono di Spade tra cui serpenti velenosi e cuccioli di drago. Grazie all’impatto dato dall’immaginario costruito intorno alla collezione autunno inverno, il concept dello show ha lasciato un segno indelebile.
Da Harry Styles a Jared Leto, il rapporto con le celeb
Non è un caso che, quando WWD ha svelato i primi rumor sul congedo di Alessandro Michele da Gucci, tutti si sono chiesti cosa avrebbero indossato Harry Styles o Jared Leto. Pensandoci bene, il discorso vale anche per Lana del Rey, Florence Welch, Billie Eilish, i Maneskin e molti altri grandi nomi del mondo dello show business che hanno costruito il proprio immaginario intorno a quello di Alessandro Michele. La motivazione? In accordo con un meccanismo inaugurato da Calvin Klein e altri grandi nomi degli insuperabili 90s, Michele ha comunicato i valori di Gucci (anche) attraverso gli attori, gli artisti, i cantanti e tutti i volti noti che vestivano Gucci.
Autunno inverno 2020: il cuore dello show è dietro le quinte
Tra i maggiori riconoscimenti che dobbiamo ad Alessandro Michele c’è sicuramente quello di aver celebrato tutti coloro che lavorano dietro le quinte. Accade durante la presentazione della collezione AI 2020: in un parallelismo con il cinema di Fellini, dietro i modelli, in piedi su un carosello, ci sono sarti, modellisti, vestiaristi e tutti coloro che, stagione dopo stagione, rendono tutto possibile.
Dai casting alla linea beauty, la riscrittura dei canoni estetici
Come in molti ricorderanno, sono stati prevalentemente i casting di Gucci – a partire dal caso di Armine Harutyunyan, modella amena reclutata da Alessandro Michele per la presentazione SS 2020, ad alimentare la discussione sui nuovi canoni estetici. Il risultato è stato un grande passo avanti rispetto alla concezione comune della bellezza. E normalizzare la diversità è rimasta una prerogativa di Lallo: ne è un esempio la campagna #GucciBeautyNetwork.
L'iniziativa contro l'aborto
Quando lo scorso maggio la Corte Suprema americana ha votato l'annullamento del decreto Roe v. Wade del 1973, Gucci è sceso in campo in nome del diritto all'aborto. In quanto direttore creativo del brand italiano, Alessandro Michele ha annunciato il totale sostegno economico a tutte le dipendenti statunitense che dovranno lasciare il proprio Stato per interrompere regolarmente una gravidanza, rimborsando le spese di viaggio di cui avranno bisogno per completare un aborto in modo sicuro. Nel 2019, Michele aveva stampato la scritta «My body, my choice» sul retro di un blazer colorato, decorato con ovaie di paillette un lunghissimo abito di raso e impresso il giorno 22/05/1978 – giorno in cui l'Italia ha depenalizzato l'aborto, su alcune T-shirt oversize da uomo.
Si scopre qui.
AI 2022: la collaborazione con adidas
È stato Supreme, nel 2017, a ribaltare una volta per tutte il rapporto tra streetwear e ready-to-wear. Per anni, direttori creativi come Virgil Abloh, Demna, Matthiew Williams e Kim Jones ne hanno applicato le regole, tra partnership che andavano immediatamente esaurite e release esclusive. Nel 2022 Alessandro Michele ha portato il sodalizio tra lusso e abbigliamento sportivo al livello successivo collaborando con adidas per la collezione autunno inverno.
La «Gemellitudine» di Gucci
Twinsburg passerà alla storia come l'ultima collezione di Alessandro Michele al timone di Gucci. Il concept è quello della «Gemellitudine»: non a caso, sono state 68 coppie di talent che si tenevano per mano a interpretare il desiderio di unione, inclusione, supporto e comprensione che ha scandito l'intero mandato del designer. E se le stampe, le nuance e le estetiche sono quelle di sempre, tra le cose che ricorderemo c'è anche il bomber arancione dedicato a FUORI!, il Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano, una delle prime associazioni del movimento italiano di liberazione omosessuale.
Si scopre qui.