Amici da quando erano adolescenti a Vicenza, oggi, entrambi ventiduenni, hanno pubblicato il primo brano in coppia. Solo formalmente, però, perché in realtà Gianmaria e Madame hanno scritto spesso canzoni a quattro mani, ma non ne hanno mai parlato, come se fosse una contaminazione naturale di due teste che ragionano insieme, che si trovano in perfetto incastro e si aiutano per fare sempre meglio. Abbiamo parlato con Gianmaria dell'ultimo singolo "Io ti conosco" e dell'amicizia che lo lega a Francesca Calearo, dagli inizi a Sanremo.

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Come nasce "Io ti conosco"?

«Ho scritto questa canzone nel 2021, subito dopo X Factor. Era un brano sull'amore per un'altra persona. Ero molto soddisfatto di questo pezzo, però le altre persone con cui lavoravo no, quindi è rimasto lì fermo. Dopo X Factor, mi vedevo spesso con Francesca (Madame, ndr) perché eravamo entrambi a casa, a Vicenza, e ci beccavamo in studio, ma in amicizia, non per lavorare. E che dire, lei si è innamorata di questo pezzo allora le ho proposto di metterci anche la sua voce, dato che ci conosciamo da parecchio. lei allora si è messa sul brano e l'ha fatto diventare un dialogo. Il brano che inizialmente era a una dimensione sola poi si è trasformato in una conversazione e lei ci ha azzeccato».

    Il dialogo della canzone fa pensare a un rapporto in cui c'è confronto, in cui le persone sono perfettamente incastrate. Hai mai provato una sensazione simile con qualcuno?

    «Sono una persona che ha sempre avuto difficoltà ad avere relazioni, tuttora. Questa emozione l'ho sentita in altri tipi di rapporti, tantissimo. Ho delle persone nella mia vita con cui ho dei rapporti straordinari che valgono molto di più di una relazione o di un'amicizia, sono cose quasi che non si capisce se siano relazioni o no, al di là di andare a letto assieme per dirti. È una sensazione che ho con la mia migliore amica, per esempio, e l'ho avuta anche con Francesca perché quando l'ho conosciuta mi sono innamorato follemente della sua persona. Era al di sopra di tutte quelle che avevo mai conosciuto e visto e in quel periodo. Eravamo molto legati e secondo me c'è stata quella cosa anche con lei, non solo dal punto di vista relazionale».

    Nel testo possiamo dire quindi che è anche la storia di un'amicizia?

    «C'è il racconto di una storia in cui io mi sento "al di sotto" e vedo questa persona pazzesca e la inseguo e cresco, per raggiungerla, e lei che tra virgolette resta ferma e poi mi accoglie quando io riesco a raggiungerla. Effettivamente è un po' una metafora pure del nostro rapporto, che è andato in questo modo anche se non dal punto di vista amoroso. È difficile sentirsi così e per questo che ho difficoltà ad avere relazioni serie».

    Gianmaria e Madame come si sono conosciuti?

    «Veniamo dalla stessa città. Io la vedevo già a 14-15 anni in giro, ma aveva un compagnia diversa. Poi quando avevamo 16 anni, lei stava iniziando, aveva pubblicato le prime due o tre canzoni e stava già in impennata totale, ci siamo visti in studio. Lei era già conosciuta - è successo tutto praticamente subito per via di vari fattori che tu saprai meglio di me, cioè del fatto che sia fortissima ed era l'unica donna che in quel momento effettivamente che faceva quella cosa. È venuta nello studio dove andavo io e dove c'erano i miei amici. Avevamo un gruppo, che adesso c'è ancora ma da cui io mi sono staccato per intraprendere la carriera da solista. Abbiamo trascorso tutta l'estate insieme, poi io e lei abbiamo mantenuto i rapporti».

    E com'è stato incontrarvi poi a Sanremo?

    «Beh bellissimo. Lei per me oltre ad essere una delle artiste più forti di tutte, veramente, per me ha più talento del 90% dei discografici dal punto di vista dello scouting: è lei che mi ha scoperto, lei mi ha dato un aiuto fin dall'inizio, oltre che poi nel sponsorizzarmi proprio perché credeva in me, ma proprio a dirmi, cioè scrivi bene, fai delle robe fighissime, continua, spacca tutto. Abbiamo scritto dei pezzi assieme al di fuori di questo brano che sono già editi, ma non ce la siamo venduta perché non ci interessava. Poi ci siamo un po' persi negli anni, ma mai affettivamente».

    Però cosa fai, scendi dal palco e vai da lei? Cosa vi dicevate dietro il palco?

      «Eravamo impacciatissimi per l'ansia che avevamo entrambi di salire sul palco, e poi non ci siamo incontrati quasi nessuna sera. L'unica volta in cui ci siamo visti dietro al palco era il giorno delle cover ed è stato figo perché eravamo stati lasciati da soli dai nostri duettanti (Izi per Madame, Manuel Agnelli per Gianmaria). È stato un attimo di... "oddio siamo qua entrambi, non ci credo"».

      Meglio il palco di Sanremo, o il tour in cui sono tutti lì per te?

        «Sanremo è un palco televisivo, gli altri no. In uno canti un minuto, cioè, due minuti di canzone, tre minuti di canzone, nell'altro fai un'ora e mezza di concerto. Sono cose differenti e io preferisco ovviamente fare i concerti come penso quasi tutti, però insomma cioè io la vedo, toh, se dovessi provare a farti un paragone in entrambi i casi direi che Sanremo è la maturità, la prova orale della maturità. I concerti, invece, sono il rendimento scolastico di tutto l'anno. Ecco, può andarti male una delle due cose e bene l'altra, per me è più importante andare bene durante l'anno».

        Quand'è il momento in cui sei più ispirato per scrivere?

        «Quando arriva mezzanotte per me è il momento più bello perché tutti vanno a letto, resta solo io, diventa una cosa personale, romantica, quei momenti là per me sono proprio i momenti in cui io dico ok sto dedicando del tempo a me stesso e mi metto a leggere, ho dieci libri che girano, mi leggo dieci pagine al libro, intervallate da un film, cose così, cerco ispirazione».

        Stai scrivendo qualcosa?

        «Allora, sto scrivendo sì, sto scrivendo canzoni, ma non mi sto ancora mettendo sul nuovo disco perché sto buttando fuori un po' di cose. Sto organizzando le idee per fare un lavoro molto più mirato sul prossimo disco che prossimamente inizierò. Nel frattempo mi concentro su progetti extra musicali, di cui non si può dire niente, però presto lo saprete».

        Hai sempre idee?

        «Io ti giuro che nell'ultimo anno penso di aver scritto in totale 5-6 canzoni, cioè sono pochissime. Quando ti metti a fare un disco, in un mese ne tiri fuori anche una decina e invece io quest'anno non ho scritto niente a livello musicale. Scrivo comunque cose al di fuori, cioè scrivo di tutto. L'altro giorno mi sono messo a scrivere delle poesie che non ho mai fatto, non mi piace neanche troppo la poesia, ma mi sono messo a scrivere delle poesie. Questo, cioè, scrivo. Poi, quando finiscono le idee, non scrivo. E succede e passo tanto tempo senza non scrivere».

          Madame ha usato una sua canzone, "Se non provo dolore", per descrivere una relazione tossica, dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin. Cosa le risponderesti?

          «Userei "La città che odi", la mia canzone parla di dipendenza affettiva, di quando sono riuscito a staccarmi da una persona a cui ero legato. In realtà quindi parla più dell'indipendenza affettiva. In realtà tutto il mio ultimo disco, quello di Sanremo, Mostro, parla della solitudine e del fatto che preferisco stare preferisco stare da solo rispetto a intraprendere rapporti che non mi provocano del dolore».

          E tu che risposta ti sei dato su di te?

          «Che devo migliorare. In realtà in questo periodo sto facendo degli sforzi immani per cercare di prendere le cose positive, perché il mio carattere mi portava a cercare aspetti negativi, come stare male per l'altra persona. Ammetto che per questo mi sono perso tantissime cose e persone che potevano farmi del bene e non gliel'ho concesso».