A 12 anni dalla sua scomparsa, per il 40esimo anniversario della nascita di Amy Winehouse, è stato pubblicato In her words, una raccolta di lettere e scritti inediti che hanno l'obiettivo di ricordarla senza filtri, per com'era. Per tante di noi ha rappresentato una compagna di viaggio, una sorella grande negli anni difficili dell'adolescenza, nel momento in cui si imparava a vedere anche il nero e il buio, quando ci si arrabbiava e non si sapeva neanche perché. In tutto questo trambusto di voci e incomprensioni, la sua voce nuova ha dato spesso un ordine e un senso alle cose.

Amy Winehouse avrebbe compiuto oggi 40 anni, scomparsa troppo presto nei fatidici 27, difficili allora come oggi. "Back to Black" era diventata virale sui blog di Msn e diventava virale nelle chat del social più usato dei primi anni Duemila, con il bluetooth ce la si scambiava da un cellulare all'altro trai banchi e in cortile all'intervallo, Mtv non smetteva di trasmettere il video in cui appariva sempre con il trucco nero pesante, l'eyeliner inconfondibile, mini dress e mini bag. «We only said goodbye with words/ I died a hundred times / You go back to her / And I go back to / I go back to us», ecco, se il tuo amore ti tradiva era lo status di Facebook. E così "Stronger than Me", in cui Amy cantava l'amore desiderato o "Tears dry on their own", dove sì, le lacrime si asciugano da sole, anche se con la musica di sottofondo sembrava che tutto passasse più in fretta.

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Nel momento in cui lei crollava la sua voce diventava il simbolo di una generazione; mentre Amy Winehouse scriveva alcuni dei testi più importanti della storia della musica, scivolava silente in un amore tossico, con lo storico compagno e poi marito Blake Fielder, senza risalire più, sotto gli occhi di tutti; si faceva guidare a occhi chiusi fidandosi quando non doveva. L'abbiamo vista cadere sul palco davanti a tantissime persone venute a sentire solo lei, un bicchiere di vino in mano e sigaretta accesa nell'altra, protagonista di un palco che calcava con gentile timidezza, sempre più piccola e fragile, al punto che ogni volta sembrava scomparire dietro l'asta del microfono, ma quando cantava tornava immensa. Il resto è il racconto di chi la ricorda con amore, come Naomi Parry, sua stylist, e prima ancora sua migliore amica, autrice del libro Amy Winehouse: beyond black, per cui la sua morte è il risultato di una serie di errori, di mancanze e abbandono nei confronti di un'anima fragile.

La sua storia è stata raccontata nel documentario Amy, uscito nel 2015, in cui il regista Asif Kapadia ha cercato di spiegare i buchi profondi, il rapporto con il padre e le dipendenze. Ma non c'è ritratto più vero dei suoi scritti che troviamo oggi nel libro In her words, dove sono raccolte le lettere e i diari personali ancora mai pubblicati. Nelle parole rivolte alla sua famiglia, agli amici, negli abbozzi delle prime canzoni composte e scritte nella sua mansarda nella periferia di Londra, dove abitava con la sua famiglia, emerge la versione di Amy che negli anni la memoria pubblica e i media hanno spesso offuscato. Pubblicato nell'agosto 2023, e ad oggi disponibile in inglese, è un lavoro voluto fortemente dalla Amy Winehouse Foundation: i ricavati dei diritti d'autore saranno devoluti integralmente ad attività di supporto al benessere mentale dei giovani e delle loro famiglie. Da leggere.

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