Non c’è cosa che i milanesi odiano di più delle Fashion weeks: riempiono la città di gente vestita in modo strambo, ingorgano le strade con auto NCC posteggiate a casaccio in attesa di fantomatici quanto – per i non addetti ai lavori – sconosciuti personaggi, senza contare i ristoranti pieni a scoppiare. Ma non sono tanto questi inconvenienti ad infastidire i milanesi, quello che li infastidisce in realtà è che tutto questo trambusto rimanga legato ad un mondo totalmente inaccessibile.

Al contrario, il Fuorisalone, che incasina probabilmente molto di più la città - considerando che alla storica Zona Tortona si sono aggiunte aree espositive praticamente ovunque – è amato dai milanesi, perché al contrario della Moda è per sua natura estremamente accessibile e democratico.

Innanzitutto, visto che gli eventi del Fuorisalone sono distribuiti praticamente su tutta la città, prima di avventurarsi in questa impresa, sarebbe opportuno scegliere che “taglio” dare alla vostra visita: noi abbiamo scelto, in bilico tra tradizione e avanguardia, di concentrarci su una selezione di eventi che mettono al centro un nuovo modo di guardare al Design.

Sempre di più ci sembra che la nuova frontiera del Design sia legata al superamento della produzione industriale classica, basata sul binomio progettista – esecutore, e vada piuttosto ricercata tra quelle esperienze che, coinvolgendo Arte ed artigianato, rispondono alle esigenze del contemporaneo, tra cui l’innovazione sociale ed il ripensamento del ruolo dell’Homo faber.

Ecco i nostri suggerimenti , per una visita che vi permetta di dare un'occhiata ad un futuro possibile, al di fuori delel grandi produzioni industriali.

Si parte dalla zona di Cordusio, con le proposte di 5Vie, che si conferma come uno dei Design distict più interessanti. Da non mancare una visita al palazzo Litta, in corso Magenta 24, nel quale convivono una serie di intereventi diversi, vi segnaliamo in particolare il progetto Natural selection di Kostas Lambridis, autore greco di oggetti chimerici nati dall'assemblage di materiali dalle proveneinze più diverse e che hanno un significato profondo. Interessantissimo sia dal punto di vista estetico che "politico".

Sempre al Palazzo Litta, il sorprendente lavoro della designer di origini coreane Jay Sae Jung Oh, oggetti poetici unici realizzati recuperando oggetti abbandonati ed avvolgendoli in sottili strati di iuta o pelle grezza, un gesto di cura e critica sociale e culturale allo stesso tempo. Nella stessa location da vedere anche la mostra Shadows&poems curata da Mr.Lawrence con i lavori di Eliurpi, ovvero Elisabet Urpí e Nacho Umpiérrez, che recuperano le tecniche antiche della sombrerería per raccontare il loro universo artigianale ed evocativo. Sempre al palazzo Litta, Prendete e mangiate, curato da Linda Pilar Zanolla, presenta i lavori di Serena Cancellieri, Ron Arad, Giopato & Coombes, MA! Studio, Daria Dazzan, Marie Eklund in un racconto profondo sul senso dello stare a tavola.

Vale la pena fare un giro anche a Palazzo Clerici per Lines of Flight, del collettivo d’arte Numen/For Use e la loro installazione, una sorta di area giochi gigante, dove, diciamola tutta, potrete riposarvi un po’.

Al 12 di Via Bagutta potrete scoprire Fold and Crease, ovvero le installazioni del collettivo olandese We Make Carpets, superfici non calpestabili realizzate con oggetti di uso quotidiano, banali, come lettura della filosofia progettuale di Issey Miyake, uno che di design la sapeva lunga.

milan design week 2023 day 6pinterest
Stefania M. D'Alessandro//Getty Images

Tappa praticamente obbligatoria se vi si interessa al rapporto tra progettazione ed artigianato è lo spazio Rossana Orlandi, che resta, nonostante il passare degli anni, uno dei luoghi più interessanti della città. Lo spazio ospita la Korea Craft & Design Foundation e la sua Thoughts on Thickness una mostra dove il design, l'artigianato e l'arte coreane invitano ad una riflessione sulla natura e i nostri bisogni essenziali.

Al Base Milano, nel complesso industriale dell’ex AnsaldoWe will design, dieci designer emergenti, selezionati grazie al fondo culturale nazionale olandese Stimuleringsfonds/Creative Industries fund NL lavorano sul tema della convivialità intesa come bisogno condiviso di cooperazione, cura reciproca e solidarietà.

Nella Casa Nervesa in Via Giuseppe Sirtori 26 la mostra Terra Rossa - curata da Júlia Esqué e ideata da Apartamento Studios - sedici designer e artisti catalani reinterpretano Il Càntir, la tradizionale brocca di argilla: sicuramente spettacolare la monumentale piramide composta da 80 brocche, realizzate ad hoc per l'evento.

A due passi dalla Stazione Centrale vi consigliamo la Galleria Oxilia da sempre attenta alle contaminazioni tra design, modernariato, arte ed artigianato. La galleria apre al pubblico la mostra Tandem nella quale gli oggetti di Frederik Fialin - designer e produttore danese di mobili e interni con un background nell’ebanisteria – dialogano con le opere alla frontiera tra disegno, kilim e ceramica dell’artista franco-svizzero Réjean Peytavin.

A due passi dalla Galleria Oxilia, per la prossima tappa del nostro periple, abbiamo scelto il Caffè Populaire, all’85, via Venini, un momento di pausa, con tanto di aperitivo gratuito e food art, nel lussureggiante giardino e nello spazio studio di DWA, ex fabbrica di cioccolato. Occasione dell’evento è il lancio europeo della collezione ISLE di Lambert & Fils in collaborazione con la designer canadese Zoë Mowat, insieme alla presentazione di una serie di imbarcazioni sostenibili e trasformative del progetto "UNICO" di DWA Design Studio, sviluppato in collaborazione con l'azienda italiana Pedrali.

milan design week 2023 day 3pinterest
Emanuele Cremaschi//Getty Images

Infine al Salone Satellite, alla Fiera Milano Objects May Shift presenta i lavori cross disciplinari di 20 studenti della Rhode Island School of Design. Interessante scoprire come queste nuove leve del Design interroghino il rapporto con la sfera domestica in una società in cambiamento come la nostra, nella quale nuovi approcci ai materiali, alle tecnologie e ai metodi di produzione ricercano il superamento delle discipline progettuali così come sono state impostate all’inizio del ‘900, per immaginare nuove metodologie progettuali grazie a punti di vista disciplinari unici.

Da questo punto di vista, se avete un po’ di tempo, date un’occhiata al programma di Prada Frames, arrivato alla sua terza edizione e curata dal duo di designer Formafantasma al Museo Bagatti Valsecchi.

Come al solito, la Signora(AKA Miuccia Prada), con la solita intelligenza visionaria promuove un evento che prova a tracciare prospettive per il futuro: Being Home invita ad una riflessione sulle prospettive dell’ambiente abitativo con un incredibile panel multidisciplinare che va dalla studiosa di punta dell'intelligenza artificiale Kate Crawford, alla politologa e attivista femminista decoloniale Françoise Vergès; dagli architetti Anna Puigjaner, Paola Antonelli e lo studio Kersten Geers David Van Severen alla critica del Design Alice Rawsthorn; dall'ecologista del paesaggio Brigitte Baptiste all'attrice Isabella Rossellini.