Che un evento così specializzato come una fiera dell’arredo e del design potesse arrivare a spegnere più di 60 candeline, forse non se lo aspettavano neanche i suoi primi promotori: i tredici mobilieri italiani che, nel 1961, decisero di inaugurare la prima edizione delSalone del Mobile di Milano.

Eppure, da ormai 62 edizioni (nel 2020 la manifestazione saltò a causa dell’emergenza Covid-19) il Salone è un evento che attira centinaia di migliaia di persone a Milano, non a caso capitale italiana (e forse mondiale) del design. Visitatori, espositori e grandi nomi della progettazione, ma anche semplici appassionati e giovani promesse del settore: sono tutti pronti a scoprire il meglio che il mondo del design internazionale ha da offrire, in una miriade di eventi che per una settimana trasformano la città.

Gli anni ’60. Ovvero, come nasce l’idea di una fiera del mobile.

Come abbiamo detto, è il 1961. E 13 mobilieri italiani decidono di dare vita a una fiera di settore legata al mondo dell’arredo. Così, il24 settembre di quell’anno, nasce ufficialmente il 1° Salone delMobile: all’epoca “italiano”, oggi “internazionale”.

In questa prima edizione sono 328 le aziende che rispondono all’invito e si presentano a Milano, pronte a fare bella mostra di sé alla Fiera Campionaria. Il manifesto dell’evento viene commissionato a Camillo Pizzigoni, affermato grafico e illustratore, e il successo è immediato.

Così, nella seconda metà degli anni 60, complici il boom economico e un’Italia sempre più sulla cresta dell’onda nel mondo del design, ilSalone del Mobile di Milano rafforza la sua identità e cresce, fino a meritarsi finalmente l’appellativo di “internazionale” nel 1967.

Questo è anche il periodo in cui il legame del Salone con la città si rinsalda e, oltre alla manifestazione principale, si organizza aMilano la Mostra retrospettiva per una documentazione sul design del mobile in Italia dal 1945 a oggi. Sono questi i primi passi verso un programma culturale sempre più sentito che, ogni anno, si affiancherà agli obiettivi commerciali del Salone.

Gli anni ’70. Cambia il mondo, cambia il Salone.

Sono gli anni settanta e il mondo ora è diverso. I Beatles si sono sciolti, Jimi Hendrix e Jim Morrison sono morti e, in generale, l’ottimismo dei sessanta inizia a spegnersi. Ma il mondo del design, in Italia e all’estero, è più vivo e acceso che mai. E il SaloneInternazionale del Mobile di Milano è ancora il luogo perfetto per dimostrarlo al pubblico.

Anche le case iniziano a cambiare: la tecnologia entra di prepotenza nella vita di tutti i giorni, si integra nei progetti d’arredo, e diventa un elemento a sé stante sempre più importante.

Questi sono gli anni in cui al Salone si inaugurano le prime due biennali dedicate a settori specifici del design: EuroCucina nel ’74ed EuroLuce nel ’76.


milan design week, university of milan, statale, via festa del perdono 7 street, milan, lombardy, italy, europepinterest
REDA&CO//Getty Images


Gli anni ’80. Un Salone in continua espansione.

Gli eighties sono il decennio dell’edonismo reaganiano, dell’eccesso, dell’esteriorità e dello svago. E come il mondo, anche il Salone Internazionale del Mobile di Milano vive momenti di grande crescita. Gli spazi della vita sono in continua evoluzione? Evolve anche il Salone. E nel 1982 si inaugura Eimu, ennesima manifestazione collaterale, questa volta dedicata agli arredi per l’ufficio, che in quel periodo diventa un luogo tanto importante da vivere quanto la casa.

Gli ’80 galoppano in fretta, e nel 1987 il Comitato promotore delSalone del Mobile Italiano, il Cosmit, riceve un importante riconoscimento per il contributo portato al settore del design, venendo insignito del prestigioso Compasso d’Oro.

Gli anni di lacca e spalline stanno finendo, e il Salone diventa così popolare da iniziare ad avere la sua prima campagna pubblicitaria ufficiale. Sono quasi 30 anni che la manifestazione è stata lanciata, e sembra destinata a non fermarsi mai.

milan design week 2023 day 6pinterest
Stefania M. D'Alessandro//Getty Images

Gli anni ’90. Un salone, tante manifestazioni diverse.

Questi sono gli anni in cui vengono inaugurati alcuni tra i programmi collaterali più memorabili della storia della manifestazione.
Nel 1996 si inaugura una serie di mostre monografiche dedicate ai grandi nomi del design italiano: da Achille Castiglioni a Joe Colombo, passando per Magistretti, Gio Ponti, Sottsass e Munari. Mentre a partire dalla fine del decennio prende forma un nuovo modo di organizzare mostre ed eventi trasversali, in cui si contaminano design, arte, moda e cibo: tutto parte con l’eventoStanze e Segreti, che si tiene alla Rotonda della Besana all’alba del nuovo millennio.

Altre tappe salienti degli anni ’90 per il Salone del Mobile sono la nascita del Salone Satellite, manifestazione pensata per dare visibilità alle giovani promesse del design, e il refresh dell’immagine coordinata avvenuta nel 1994, a opera di un altro gigante della grafica italiana, Massimo Vignelli, che si meriterà quattro anni più tardi un Compasso d’Oro per questo suo lavoro.

Gli anni duemila. Il Salone come lo conosciamo oggi

Il futuro inizia in grande stile per il Salone Internazionale del Mobile di Milano, che nel 2002 diventa la prima manifestazione a cui verrà dedicata una mostra, quando il Victoria & Albert Museum di Londra inaugura un’ala dedicata all’arte contemporanea, in cui viene dedicata un’intera area al Salone.

Di qui in poi, il Salone non ha smesso di rinnovarsi e, anno dopo anno, è diventato l’evento aggregatore di eventi per eccellenza. E tra manifestazioni ufficiali, mostre satellite, e centinaia di eventi collaterali ogni anno, rimane il vero cuore pulsante di quella che è, per il design, la settimana più importante al mondo.