La danno già tra le favorite per la Coppa Volpi di Venezia e c'è chi dice che sarà la vera rivelazione di questa Mostra del Cinema numero 79: Trace Lysette ha posato con il cast di Monica e sfilato sul red carpet del Lido con un abito tangerine orlato di piume. La fama è arrivata dai ruoli in Law & Order, Transparent e Le ragazze di Wall Street, ma prima ci sono stati anni difficili. «Dormivo su un materasso per terra a casa di conoscenti», racconta all'ANSA, «poi un amico mi ha incoraggiata a investire su me stessa, ad andare avanti, ho preso lezioni di recitazione, è arrivata la chiamata per la serie Law and Order e la mia vita ha cominciato a rialzarsi». Oggi è la prima attrice trans protagonista nella storia della Mostra del Cinema di Venezia e può sognare in grande: «Vorrei essere chiamata in un film come attrice e non come attrice transgender», spiega. «Credo di meritarmelo, ho lavorato duro».

trace lysette, la prima attrice trans protagonista a venezia79pinterest
Pascal Le Segretain//Getty Images
Trace Lysette sul red carpet alla Mostra del Cinema

In effetti, il suo talento in Monica non è passato inosservato tra primissimi piani e una telecamera che segue Lysette senza lasciarla mai. «È un film raccontato attraverso gli occhi di Monica», racconta l'attrice a Elle, «io sono in ogni scena: questa è stata la sfida più grande». «Con lei c'è stata un'empatia speciale», ricorda il regista Andrea Pallaoro, originario di Trento ma da 23 anni negli States, «mi ha colpito la sua capacità di essere sulla scena più che di recitare, forse per esperienze simili a quelle della storia cui ha contribuito con il suo vissuto». Nel film, Monica è una donna che torna dalla famiglia dopo anni di assenza, ritrova la madre (Patricia Clarkson) in fin di vita, che ormai ha perso la memoria. Eppure anche il fratello le dice: «Se non sapessi che sei tu, non ti avrei mai riconosciuto». Il regista fa emergere il passato lentamente, con discrezione: il rifiuto della famiglia, il distacco, la transizione di genere e poi il ritorno a casa. «Racconto un'eroina moderna», spiega Pallaoro, «un personaggio pieno di coraggio e generosità che riesce a perdonare di essere stata abbandonata».

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Stephane Cardinale - Corbis//Getty Images
Trace Lysette con Patricia Clarkson e il regista di "Monica" Andrea Pallaoro

Anche nel passato di Lysette si ritrova il dolore della mancata accettazione. È cresciuta in Ohio, a scuola è stata a lungo bullizzata e poi ha dovuto allontanarsi dalla famiglia. Si è rifugiata nella scena Ballroom di New York e da lì ha lentamente ricominciato. Oggi sua madre è la sua più grande sostenitrice e, del suo passato, Lysette non parla volentieri. Preferisce battersi per i diritti della comunità transgender per rivendicare più ruoli nel cinema per gli attori trans. È stata lei a convincere Scarlett Johansson a rifiutarsi di interpretare un ruolo trans in un film già in produzione, lei che ha spinto perché Jeffrey Tambor lasciasse il ruolo come Maura Pfefferman in Transparent dopo le accuse di molestie. «Monica è il prodotto di tanto duro lavoro e del mio non essermi mai arresa», dice, «Lo aspettavo da anni. Ho letto il copione in una notte, ho chiesto di poter fare un’audizione, sapevo che era una storia importante da raccontare, con un personaggio transgender al centro e non secondario come di solito succede. Opportunità come queste sono davvero rare».

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