Poteva essere plausibile che Papa Francesco se ne andasse in giro con un piumino bianco lungo fino ai piedi? Forse no, ma a prima vista molti ci sono cascati. L'immagine è diventata virale su Twitter ma si tratta di un falso generato da un'intelligenza artificiale. A creare la foto è stato Pablo Xavier, un operaio edile trentunenne di Chicago. L'ha fatto per divertirsi utilizzando la piattaforma di A.I. Midjourney in grado di creare immagini a partire da un testo. «Ho pensato "dovrei fare qualcosa con il Papa"», ha raccontato l'uomo a BuzzFeed, poi ha iniziato a digitare cose come «il Papa con un piumino Balenciaga, Moncler, che cammina per le strade di Roma, Parigi». Il risultato è quello che abbiamo visto tutti, surreale ma, alla fine dei conti, plausibile, realistico. «Pensavo che il piumino del papa fosse reale e non ci ho pensato due volte», ha twittato Chrissy Teigen, «non sopravvivrò in alcun modo al futuro della tecnologia».

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Secondo lo scrittore ed ex giornalista di BuzzFeed News Ryan Broderick, il caso del Papa in piumino ha portato al primo episodio di disinformazione di massa creata da un'immagine A.I. Subito dopo sono arrivate le immagini false di Donald Trump arrestato dalla polizia a New York, ma prima c'erano già stati altri casi più o meno realistici come le foto di Macron tra gas lacrimogeni in una manifestazione e quella di Putin in ginocchio davanti a Xi Jinping in Cina. In poco tempo abbiamo avuto una chiara prova di quanto l'intelligenza artificiale risulti rischiosa per la disinformazione. Siamo abituati a processare notizie sempre più velocemente, anche senza verificarne la fonte, ma queste immagini possono influire pesantemente sul nostro modo di vedere il mondo e crearci opinioni sui fatti.

Per il momento gli esperti stanno dando indicazioni su come riconoscere a un primo sguardo un'immagine artificiale. Spesso i visi sembrano di cera, come se fosse stato applicato un filtro, la luce è poco realistica e le estremità del corpo come mani e nasi possono risultare storpiate. Eppure l'algoritmo impara in fretta e presto potrebbe diventare quasi impossibile riconoscere questi fake a occhio nudo. Come fa notare la giornalista Amanda Florian, esistono dei software in grado di risalire alla fonte dell'immagine o di valutare se è umana o meno con un buon grado di certezza. Resta però il fatto che sarà sempre più difficile classificare le immagini. L'equivalenza foto-realtà sta venendo scardinata alla base anche se già da anni ci trovavamo di fronte a immagini modificate e con poco in comune con i soggetti originali. D'ora in avanti il dubbio dovrà diventare parte integrante del nostro modo di percepire le rappresentazioni del reale. Poi, forse, ci faremo l'abitudine.