Nei mesi estivi vive in un albergo al mare, indossa sempre una maglietta stropicciata, sexy. È un neofreak, cammina su un tappeto di nuvole, incidendo l’aria lentamente, come un aeroplano di carta. Quando passa saluta tutti con un “ellààà!”, un suono a metà fra ehilà ed hello: Emanuele è un folletto gentile, fragile, un solitario eccentrico che vive a un ritmo totalmente suo. Fa il compositore e produttore musicale. Colazione alle 11, pranzo alle 14 con primo-secondo-contorno e caffè e poi via, a creare dentro il suo disco volante immaginario: manipola le idee come un cubo di Rubik, a caccia di quella strofa luminosa che possa finalmente squarciare la realtà. Lavora solo d’inverno e con i primi caldi va sul litorale adriatico a caccia di ispirazioni: frequenta da secoli la stessa spiaggia, proprio quella dove ci siamo conosciuti da ragazzini. La sua energia nasce da ripetitivi rituali quotidiani, uno scivolo per emozioni, rassicurazioni e sorprese. Nel ’94 scrive una canzone-colpo di fulmine, The summer is magic. Gli sembra giusta, eccolo il tormentone perfetto, ma le case discografiche rifiutano il pezzo, per loro è “banale come un ghiacciolo”, “da pizzeria”. Resiste, ci crede, finché un’etichetta indipendente lo apprezza: inizia un decollo che lo porta a essere un evergreen pazzesco, ballato da più di vent’anni in mezzo mondo. Come nasce una hit? “Parte da un’idea”, dice lui, “poi bisogna mettere insieme il puzzle, con impegno inossidabile”. Eh sì, tutti i giorni dalle tre alle otto si siede a inventare. “Ho imparato a comporre facendo la tesi di laurea, tagliuzzando e incollando frasi da libri diversi e dando poi la mia forma”.

Secondo Derek Thompson, autore del saggio Creare successi - La scienza della popolarità nell’era delle distrazioni, il segreto di un bestseller, una canzone cult o altro che rapisca il cuore e faccia volare un business è nell’equilibrio fra il nuovo che sorprende e qualcosa di profondamente riconoscibile, identificativo. La magia scatta quando l’effetto è quello di uno “stupore familiare”. E, come leggerai a pag. 66, non serve essere un fenomeno o avere un quoziente intellettivo da Nobel per riuscire nella vita: gli studi dimostrano che i creatori di grandi fortune sono accomunati soprattutto dall’incapacità di immaginare esiti negativi. Hai mai pensato di provarci anche tu? Più che la genialità, serve avere senso di responsabilità, tenacia e visione finale dell’obiettivo. Se fallisci in qualcosa, investi sui tuoi errori e non dare mai retta alla vocina che ti suggerisce di rinunciare a un sogno. Si racconta che George Lucas, il regista, autore e produttore milionario di Guerre Stellari, fosse inchiodato alla scrivania otto ore al giorno: il suo scopo era quello di portare a termine almeno cinque pagine entro sera. Il flusso creativo a volte arrivava con straziante lentezza: scriveva infatti a mano, con una matita e su carta a righe blu e verdi. Per affrontare lo stress, si tagliava continuamente i capelli con le forbici: la sua segretaria raccontò che “era come se la muta di Ciubecca fosse avvenuta nel cestino del suo creatore”. E pensa che al college una delle materie in cui Lucas andava peggio era proprio sceneggiatura! Il business del successo è sempre un caos da domare: l’inesauribile motore che muove tutto è l’impegno.

Ne è una prova la maxi intervista esclusiva di Maria Elena Barnabi ai Måneskin (da pag. 20), la rock band italiana di giovanissimi che sta incendiando i cuori, registrando sold out e prime posizioni in classifica. Ti assicuro che già per portare a casa questo shooting ci sono voluti mesi di lavoro, una costanza irriducibile e una pioggia di telefonate, mail e riunioni (senza determinazione tutto sommato non c’è neanche divertimento, no?). E poi l’incontro con il gruppo è stato folgorante per capire la formula contemporanea del successo: se da un lato sono spiazzanti e di una bellezza assurda, dall’altro li senti imparentati con te, cugini, consanguinei. Puntualissimi sul set, anche Vic che aveva la febbre, complici e consapevoli di essere una macchina straordinaria proiettata nello spazio. Con un elemento comune: la forza di volontà, la determinazione ad arrivare in vetta. Damiano, il cantante, unisce concretezza, umiltà da artigiano e una determinazione da businessman a quel corpo sensuale, caravaggesco. Non è solo talento graffiante, tatuaggi e viso intagliato nel ghiaccio: quando lavora segue regole rigide, non mangia junk food e non va mai a letto troppo tardi. E così Ethan, il batterista, Thomas, il chitarrista e Vittoria, la bassista. “Sesso, droga: li possono fare tutti. Ma non è certo quello che ti rende speciale. Preferiamo la disciplina”.