Sembra una barbarie, invece, in alcuni paesi dell’Asia meridionale il test delle due dita è ancora utilizzato. Un modo per determinare non solo la purezza della donna - in base alla conformità dell’imene - ma anche per dimostrare se una donna, che ha denunciato uno stupro, ha subito realmente o meno la violenza. A spiegare l’uso di questo test e a riportare nuovi dati sulle violenze sessuali registrati nei paesi a sud dell’Asia è il nuovo report di Women for Human Rights.

Il test delle due dita è un esame senza base scientifica, traumatizzante per ogni donna, per ogni vittima. Una prova utilizzata anche per dichiarare la donna violentata come una persona abituata ad avere rapporti sessuali, così da screditarne la sua integrità e purezza. Questa prova viene utilizzata per mettere in dubbio l’accusa di stupro: se l’imene risulta intatto, l’esame riporterà l’assenza di qualsiasi atto violento subito sebbene si sappia che, su base scientifica, uno stupro può non necessariamente portare la rottura dell’imene.

indian  childrens ,muslim womens and  member of jamat e   islami hind candlelight  protesting against gang rape and killing of a woman in indias northern state of uttar pradesh shout slogans in kolkata, india, thursday, oct 1, 2020 the gang rape and killing of the woman from the lowest rung of indias caste system has sparked outrage across the country with several politicians and activists demanding justice and protesters rallying on the streets photo by debajyoti chakrabortynurphoto via getty imagespinterest
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Una donna ripresa durante una protesta a Calcutta contro i crimini di stupro

Secondo il nuovo report registrato, i test vaginali sono ancora utilizzati in paesi quali India, Nepal e Sri Lanka. Sul piano dei diritti umani, questi test violano l’integrità delle donne e delle giovani ragazza che dopo aver sopportato un trauma, ne devono vivere un secondo. La pratica è diffusa, i tribunali dei tre paesi richiedono i test per la sentenza giudiziaria. Nonostante questo, in India ne sarebbe vietato l’uso dal 2013, decisione presa dalla Corte Suprema, ma non rispettata. Divya Srinivasan, avvocato per i diritti umani, ha definito il test vaginale “una violazione degli stessi diritti umani”, Sumeera Shrestha, direttore esecutivo dell’organizzazione nepalese Women for Human Rights ha aggiunto: “È umiliante e disumano. Non si tratta solo di stupro, ma è un test che si permette di mettere alla prova la verginità delle donne”. Secondo la stessa Shrestha questo esame non è altro che un modo per dare la possibilità alle autorità di mettere in dubbio la purezza delle sopravvissute, potendo liberamente dimostrare, senza base scientifica, che la donna vittima di violenza sia immorale e senza onore.

Ma, in questi paesi, quando si può parlare realmente di stupro? Le leggi sulla violenza sessuale dovrebbero punire tutti gli atti di violenza sessuale e fornire giustizia ai sopravvissuti indipendentemente dal sesso, dall’orientamento sessuale, dall’identità e dai mezzi di. penetrazione. Lo stupro è generalmente una violazione dell’integrità corporea e dell’autonomia sessuale, ma non ovunque è così interpretata. Secondo le linee guida delle Nazioni Unite sulle donne, la legislazione dovrebbe includere una definizione di violenza sessuale che non sia circoscritta a un crimine d’onore o moralità perché potrebbero crearsi gerarchie di sopravvissuti più o meno “degni”. Allo stesso modo, limitare la definizione di stupro alla mera penetrazione peno-vaginale porta l’annullamento di tutte le diverse casistiche che si possono creare durante una molestia. In paesi quali Bangladesh e Nepal non tutte le forme di penetrazione sono considerate stupro. In Bangladesh, per esempio, si considera stupro solo l’atto di penetrazione peno-vaginale. In alcuni di questi paesi la legge non considera nemmeno quelle situazioni in cui la vittima si trova in uno stato di impossibilità nel fornire consenso.

dhaka, bangladesh   20210109 protesters holding burning candles during the demonstration
bangladeshi student, classmates and friends of rape victims, organized a candle light protest demanding for justice against rape photo by sazzad hossainsopa imageslightrocket via getty imagespinterest
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Alcune donne durante una protesta in Bangladesh

: proteggere il proprio popolo. Proteggere le proprie donne e i propri bambini da episodi di violenza. Durante questo anno di pandemia le violenze sono aumentate. I dati sui casi di stupro denunciati nei sei paesi dell’Asia meridionale dimostrano l’entità del problema nella violenza sessuale che prevale in tutta la zona. Qualche dato: secondo Bangladesh Police nel paese si sono registrati, nel 2019, 6321 casi di violenza, secondo il National Crime Records Bureau, in India, le vittime sarebbero 31,033, secondo Nepal Police, nel paese si sono registrate 2144 violenze e 1779 in Sri Lanka secondo Sri Lanka Police.

In queste aree geografiche i sopravvissuti alle violenze non solo vivono il trauma di uno stupro ma devono affrontare anche le barriere imposte dal pregiudizio di casta, tribale, etnico o di tipo religioso. Il test vaginale delle due dita dovrebbe essere bandito da ogni terra e specialmente nei paesi in cui è vietato dovrebbe essere confermata la sua assoluta impraticabilità. Si tratta di un test che lede la persona, la moralità e l’etica. Che lede la libertà di scelta, di giudizio. Imponendo limiti che dovrebbero essere banditi nel rispetto dell'identità di essere umano.