«Un sostegno apprezzato contro la violenza sulle donne», così ha dichiarato Eugenia Roccella commentando le ultime dichiarazioni di Rocco Siffredi. La ministra per le Pari opportunità e la Famiglia e l'ex porno attore si sono trovati d'accordo su un punto in relazione agli ultimi agghiaccianti casi di violenza sessuale che stanno sollevando un'ondata di indignazione nel Paese: la pornografia alimenta la violenza di genere, ma è davvero così semplice?

rocco siffredi e eugenia roccella contro la pornografiapinterest
ANDREAS SOLARO//Getty Images
La ministra Eugenia Roccella

«In questi giorni», ha scritto sui social la ministra, «di fronte ai ripetuti casi di stupro di gruppo ai danni di ragazze o addirittura ragazzine, ho posto il problema dell'accesso precoce a una pornografia che peraltro è sempre più violenta e degradante. Non perché ci sia ogni volta necessariamente un nesso di causa-effetto, ma perché il tema esiste e dobbiamo porcelo, dobbiamo discuterne come stanno facendo in molti Paesi del mondo». Siffredi giorni fa aveva sollevato la stessa questione parlando a Libero. «È da una vita che lo dico», ha sottolineato l'attore, «Perché la politica si pone il problema solo adesso? Perché hanno permesso la proliferazione di siti pornografici in rete accessibili e gratuiti, fruibili con facilità da ragazzini giovanissimi, trasmettendo loro messaggi distorti sulla sessualità?».

rocco siffredi e eugenia roccella contro la pornografiapinterest
Ethan Miller//Getty Images
Rocco Siffredi

Roccella si è congratulata con Siffredi: «Ho voluto citare lui», ha detto, «fra coloro che in questi giorni si sono pronunciati, perché non era scontato che una persona che del mondo pornografico e un protagonista prendesse una posizione del genere. E perché probabilmente sulla sua scelta ha influito anche il suo ruolo di padre». Eppure, come ha sottolineato lo stesso attore, «la pornografia non va demonizzata». La pornografia è, alla fine dei conti, intrattenimento e, per quando l'industria non sia certamente priva di problematiche etiche, misoginia, violenza e scarsa trasparenza nell'espressione del consenso, la questione è più complessa di quello che può sembrare. La pornografia può diventare espressione della cultura dello stupro in cui siamo immersi e certamente regole più restrittive per le piattaforme possono aiutare, ma il punto cruciale forse così si perde. Quando Roccella dice che «è necessaria una riflessione sulla questione educativa» non è chiaro perché non nomini il fulcro del problema: la mancanza di educazione sessuale in Italia. Finché i ragazzi non riceveranno una sana educazione sessuale e affettiva in grado di farli riflettere anche sulle dinamiche di genere, continueranno a utilizzare la pornografia online come fonte di informazioni. E il risultato sarà una visione irrealistica, storpiata e, sì, anche violenta, della sessualità.