È passato un anno da quando Sarah Everard è stata rapita, violentata e uccisa mentre tornava a casa in un quartiere di Londra. C'era una frase che si ripeteva nei molti cartelli di protesta che in quei giorni avevano invaso le strade della città: «She was just walking home», stava solo tornando a casa. A un anno di distanza nel Regno Unito è in atto una campagna per rendere la misoginia un reato e il movimento ha appena ottenuto una nuova portavoce e alleata: la nostra amata Olivia Colman.

olivia colman in una nuova campagna contro la violenza sulle donnepinterest
Hollie Adams//Getty Images
Un cartello e dei fiori lasciati in ricordo di Sarah Everard

Colman, che abbiamo visto di recente nel film diretto da Maggie Gyllenhaal e tratto da un romanzo di Elena Ferrante, La figlia oscura, è comparsa in un video che denuncia la grave situazione della violenza di genere nel Regno Unito. I dati disponibili dicono che nel Regno Unito l'80% delle donne racconta di aver subito molestie in un luogo pubblico, significa quasi la totalità delle donne. Alcune ricerche parlano di un femminicidio ogni tre giorni e non è stato solo il caso di Everard a suscitare rabbia, paura e sconforto: in autunno il corpo della ventottenne Sabina Nessa è stato trovato senza vita in un parco, anche lei stava solo camminando per strada quando è stata aggredita. Sono moltissimi i casi di questo tipo.

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«Stava solo andando a correre», dice Colman nel video dell'associazione Refuge seguita da altri attori britannici. «Stava solo andando in autobus», «Si stava solo divertendo», «Stava solo indossando il suo vestito preferito», a ogni frase segue il titolo di un giornale, un fatto di cronaca. Ragazze attaccate mentre erano al parco, a una festa, sui mezzi pubblici, nel luogo di lavoro.

«Non importa cosa stesse facendo», conclude il video. Quello che importa è cosa faremo adesso. È la misoginia a guidare la violenza sulle donne». Colman - che negli ultimi anni è diventata sempre più popolare e amata con i suoi ruoli in Fleabag e The Crown - si è fatta promotrice di un messaggio molto chiaro: «La misoginia deve essere inserita nei reati d'odio». Si tratta di una proposta di cui si discute da tempo in Gran Bretagna, ma che ancora non si è concretizzata.

«Se verranno prese misure più severe per sradicare la misoginia, le donne e le ragazze si sentiranno più sicure nel denunciare i crimini commessi contro di loro per il semplice fatto che sono donne», ha spiegato Ruth Davison, CEO di Refuge, «riconoscere la misoginia come un crimine d'odio ha il potere di rimodellare in meglio la vita delle donne e la nostra società tutta».