Quando arrivano delle buone notizie bisogna celebrarle, fare il pieno e ricaricarsi per i momenti bui in cui il mondo sembra andare a rotoli e ci sale la rabbia. Momenti come questo ci servono per riprendere le speranze: le cose possono cambiare in meglio e non dobbiamo mai dimenticarlo. Se non sapete a cosa ci stiamo riferendo, ecco a voi le due good news che oggi ci hanno scaldato il cuore. Due referendum, due sì, due vittorie: a San Marino è stato legalizzato l'aborto e in Svizzera sono stati approvati i matrimoni tra persone omosessuali. Non male per un giorno solo, no?

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Iniziamo dalla Svizzera, di cui forse si è parlato meno. Fino a questo momento, nel Paese, le coppie omosessuali potevano accedere solo alle unioni civili (proprio come in Italia) e non beneficiavano quindi degli stessi diritti delle coppie eterosessuali. A dicembre era stata approvata una legge per cambiare le cose, ma non era potuta entrare in vigore perché alcuni partiti conservatori avevano raccolto 50mila firme necessarie per sottoporre il testo a un referendum. Si è arrivati quindi a domenica scorsa, quando ai cittadini svizzeri è stato chiesto se volessero o meno la nuova legge che introduce i matrimoni omosessuali. La risposta (rullo di tamburi) è stata "Sì" con una notevole maggioranza. In questo mondo le coppie gay nel Paese, non solo potranno sposarsi, ma otterranno anche una serie di altri diritti come la possibilità di adottare un figlio congiuntamente e quella di ricevere donazioni di sperma per la procreazione assistita. Dopo questa decisione, la Svizzera va ad aggiungersi ai molti Paesi UE che hanno approvato i matrimoni gay, mentre l'Italia rimane tra i pochi - fra cui anche Polonia e Ungheria - che non li prevedono (pensiamoci).

La seconda buona notizia, invece, viene direttamente da San Marino. C'è da dire che questo referendum lo tenevamo d'occhio da parecchio e avevamo seguito tutto il processo di raccolta firme messo in atto dall'Unione Donne Sammarinesi. Dire che aspettavamo con ansia l'esito, quindi, è poco. Il tema, per chi non lo sapesse, era l'interruzione volontaria di gravidanza. San Marino infatti finora era uno dei pochissimi Paesi in Europa (assiema ad Andorra, Gibilterra, Liechtenstein, Malta, Polonia e Città del Vaticano) a considerare illegale l'aborto in qualunque caso. Già, sembra impossibile, ma era proprio così e le donne erano costrette a spostarsi a Rimini pagando cifre anche molto alte per poter ottenere un'IVG sicura. Dopo 18 anni di tentativi falliti, domenica i cittadini sono stati chiamati a votare e, anche in questo caso, ha vinto il sì: d'ora in poi a San Marino sarà consentito alle donne interrompere volontariamente una gravidanza entro la dodicesima settimana di gestazione e anche successivamente in caso di pericolo per la vita della donna o se vi fossero anomalie e malformazioni del feto che comportino grave rischio per la salute fisica o psicologica della donna. A prendere queste decisioni non sono stati i governi, ma direttamente i cittadini svizzeri a sammarinesi e questo rende ancora più felici. Verrebbe da pensare, infatti, che a volte la politica tenda a tirare indietro quando, in realtà, la società è pronta ad andare avanti e a battersi per i diritti civili. A noi piace credere che sia così (e intanto godiamoci questo momento).