C'è un caso di cronaca che, in queste settimane, sta scuotendo l'America e il mondo: stiamo parlando di Gabby Petito, giovane influencer scomparsa durante un viaggio in van con il suo fidanzato, Brian Laundrie. I suoi resti, trovati in un Parco Nazionale del Wyoming, hanno confermato la sua morte. Gli inquirenti hanno detto che si tratta di omicidio e si sono messi alla ricerca di Laundrie, che, nel frattempo, è sparito lasciando poche tracce (sebbene sia stato visto in Florida: tanti pensano che la sua cattura e relativo interrogatorio siano vicini). Attualmente è solo "person of interest" ma la sua posizione potrebbe cambiare a breve.

Scopriremo presto come è morta Gabby, i cui bellissimi post su Instagram pubblicati durante il viaggio on the road nella zona dei Grandi Parchi USA sono ancora visibili sul suo profilo.

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Sappiamo già, purtroppo, cosa è accaduto nelle settimane prime della sua morte. E lo sappiamo perché i post dei due interessati - influencer molto seguiti e molto attivi sui social - incrociati con i video di sorveglianza che la polizia sta analizzando e le testimonianze di chi li ha incontrati, ci riportano una realtà ben diversa da quella idilliaca degli scatti su Instagram. Gabby Petito era vittima di abusi da parte del fidanzato? Ciò che è più inquietante è il report di due poliziotti che hanno fermato la coppia lo scorso 12 agosto 2021, dopo alcune segnalazioni di persone che li avevano visti litigare animatamente.

In quel report e nel video girato dalle telecamere della polizia (che non mostreremo, perché è molto spiacevole), si vede Gabby Petito in lacrime, disperata e in un evidente stato di alterazione e paura. Il fidanzato Brian invece è tranquillo, persino divertente. Parla con i poliziotti lasciando intendere che Gabby è instabile, che lo ha colpito graffiandolo, che sta avendo un mental break e che non vuole stare accanto a lei. Lui viene spedito in hotel, lei lasciata sola nel van, in preda al pianto e alla preoccupazione.

Il video è straziante: non ci sono altre parole per descriverlo, soprattutto alla luce di quanto è accaduto dopo a Gabby Petito. Mentre si cercano di ricostruire i movimenti della coppia fino al ritorno a casa di Laundrie e la sua successiva sparizione nel nulla, in tanti hanno cercato di analizzare il comportamento di Gabby davanti alla polizia.

Secondo molti, il comportamento di Gabby nel video è quello di una donna abusata, costretta al silenzio da un partner che la prevaricava. Non un "attacco isterico", non un comportamento esasperante, per usare un termine usato recentemente (e impropriamente) in tv. Tutto, del comportamento della ragazza, lascia intendere che fosse spaventata e in preda a un sano terrore. Che i poliziotti non solo non hanno capito, ma non hanno neanche ascoltato, declassando la sua reazione a "mental breakdown" e trasformando Brian Laundrie in vittima. Ora che possiamo chiamare Gabby Petito "vittima" in senso stretto, perché è morta e la causa del decesso è imputabile a un omicidio, quel video ci appare ancora più profetico e terribile da guardare.

I numeri delle donne vittime di violenza non rassicurano affatto. E basta guardare i dati Istat degli ultimi decenni per fotografare una situazione assolutamente variegata, che include abusi, molestie e violenze psicologiche e non soltanto schiaffi, calci, pugni e omicidi. Abbiamo nomi e cognomi di donne uccise da compagni e mariti, da uomini che volevano controllarle. Ogni giorno la lista si allarga. Spesso si allarga dopo una denuncia caduta nel vuoto, una richiesta d'aiuto inascoltata dalle autorità. Il New York Magazine, in un articolo molto importante sulla questione, si chiede se in America «La polizia dovrebbe davvero prendere in carico le denunce per violenze domestiche». Perché dal caso Petito e dal video che la coinvolge prima della sua scomparsa, non sembra saperlo fare. Vale per le autorità americane ma non solo.

Non sappiamo ancora se Gabby Petito abbia lanciato una richiesta d'aiuto, il giorno che i poliziotti hanno incrociato il cammino suo e del fidanzato. Né come sia morta, se la sua scomparsa sia una diretta conseguenza di quell'assunto sbagliato, avuto dalle autorità davanti alla ragazza. Ovvero che Gabby stesse esagerando, che stesse avendo una reazione inconsulta e che fosse solo impazzita, in preda all'isteria. Questo stereotipo della donna vittima che esaspera il suo carnefice ha contribuito ad uccidere Gabby Petito, insieme alle mani del suo assassino? La giustizia dirà se è così oppure no. Noi però abbiamo un terribile presentimento.