Andremo avanti con gli anni/ E nessuno eccetto noi due saprà mai/ E io ho onorato la tua richiesta di silenzio/ E tu te ne sei lavato le mani. Quando nel 2002 è uscito il singolo Hands Clean di Alanis Morissette non ci siamo fatti tante domande, non abbiamo letto tra le righe e abbiamo pensato si trattasse semplicemente di una storia del passato tra due persone con una certa differenza di età. Certo la cantante parla di un "presunto crimine", di "memoria selettiva" e di dipendenza, ma era prima del Me Too, prima che la stessa Morissette dichiarasse senza mezzi termini al Sunday Times che nel mondo della musica “le molestie sessuali sono onnipresenti, come nel cinema" e considerate "normali". Ora, però, a riascoltare quel testo vengono i brividi perché Alanis Morissette ha raccontato nel documentario in uscita Jagged di essere stata abusata da diversi uomini quando aveva 15 anni- “Lo dico ora, prima nessuno mi ascoltava”, ed è un colpo al cuore.

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Il racconto di Morissette non è lineare perché quando si tratta di violenza - ormai lo dovremmo sapere - è difficile tracciare linee di demarcazione. "Mi ci sono voluti anni in terapia anche solo per ammettere che c'era stato qualche tipo di vittimizzazione", ha detto intervistata dalla regista del documentario in suo onore Alison Klayman, "Dicevo sempre che ero consenziente, e poi mi veniva ricordato 'Ehi, avevi 15 anni, non puoi dare il tuo consenso a 15 anni'". La cantante, oggi quarantasettenne, ha raccontato di aver tentato di raccontare ciò che aveva vissuto e di far uscire la sua verità, ma senza successo dato che intorno a lei comportamenti simili erano accettati e normalizzati. “Mi ero confidata con alcune persone, ma le mie parole erano cadute nel vuoto", ha spiegato, "Molti si chiedono ‘Perché quelle donne hanno aspettato 30 anni per parlare?’. E io rispondo: ‘Non hanno aspettato 30 anni. Nessuno le ascoltava, oppure erano minacciate o lo era la loro famiglia’. Le donne non aspettano, è la nostra cultura che non ascolta”. È la nostra cultura che se ne lava le mani.

Jagged racconta proprio l'inizio della carriera di Morissette ed è stato presentatoal Toronto International Film Festival, ma la cantante ha deciso di non partecipare alla prima. Le dichiarazioni sulle violenza sessuali inserite nel documentario, infatti, secondo Morissette sono fuorvianti. "Ho accettato di partecipare a un progetto per celebrare il 25esimo anniversario di Jagged Little Pill e sono stata intervistata in un momento di grande vulnerabilità (ero nel bel mezzo della mia terza depressione post parto, durante il lockdown)", ha spiegato in un comunicato, "Sono stata ingannata da una falsa atmosfera di sicurezza, ma il loro piano osceno è diventato evidente subito dopo aver visto la prima versione del film. È così che ho scoperto che le nostre visioni sono dolorosamente divergenti. Non è la storia che ho accettato di raccontare". Secondo la cantante il film riporta una "visione riduttiva di una storia troppo sfumata perché loro possano capirla o raccontarla". Resta quindi da chiedersi quale sia davvero la verità e quale sia il confine tra "richiesta di silenzio", scelta di tacere e decisione di riappropriarsi della propria storia per raccontarla senza intermediari.