Caro Texas (ma anche cari antiabortisti italiani e di tutto il mondo) riuscite a sentirci? Sentite gli applausi da Venezia mentre la regista Audrey Diwan riceve il Leone d'Oro? Le avete viste le foto? Li avete letti i titoli dei giornali? Ma soprattutto: l'avete visto il trailer di L’événement il film vincitore? E lo sapete che parla di aborto clandestino? A Venezia hanno vinto le donne e non solo perché Diwan è (solo) la sesta regista a riceve il premio nella storia della Mostra del Cinema (e quindi ben venga una vincitrice donna, che abbiamo parecchio da recuperare), ma anche e soprattutto per il tema trattato. Si parla di aborto clandestino, di diritto a decidere del proprio corpo e di desiderio e piacere femminile. Cari antiabortisti, questa vittoria ce la prendiamo tutta perché le storie delle donne del passato (ma anche - ahinoi - del presente) non vengano mai dimenticate.

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Anne ha 23 anni, è una brillante studentessa di lettere e scopre di essere rimasta incinta. Siamo nella Francia del 1963 e l'aborto è ancora illegale, eppure "l’evento" che dà il titolo al film (in Italia sarà cambiato in 12 settimane) per lei significherebbe una battuta d’arresto nei suoi studi e nei progetti futuri. La storia di Anna è anche la storia di Annie Ernaux che ha scritto il libro omonimo da cui il film è tratto raccontando la sua storia, la solitudine, la paura e i rischi di un aborto clandestino. Ernaux ha dichiarato di essere uscita dalla proiezione del film "molto commossa", "Diwan ha fatto un film sincero" ha scritto l'autrice in una lettera aperta, "e per sincero intendo il più vicino possibile a ciò che significava per una ragazza rimanere incinta negli anni 60, quando la legge proibiva e puniva l’aborto. Il film non discute, non giudica e nemmeno drammatizza. Segue la vita quotidiana di Anne dal momento in cui attende invano il ciclo fino all’interruzione della gravidanza. Il punto di vista è il suo, è di Anne". E questo fa tutta la differenza: vogliamo film che ci raccontino le donne come la voce e lo sguardo delle donne. Vogliamo le storie e i punti di vista che finora sono stati tralasciati.

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John Phillips//Getty Images
Anamaria Vartolomei con Audrey Diwan a Venezia

"I miei primi pensieri", ha raccontato la regista, "sono stati per il corpo di questa giovane donna, quello che deve aver sofferto dal momento in cui ha compreso di essere incinta e il dilemma che ha dovuto affrontare. Rischiare la vita e abortire, o avere il bambino e sacrificare il suo futuro. Corpo o mente. Non avrei voluto scegliere". Audrey Diwan ha studiato giornalismo e scienze politiche, ha lavorato come redattrice freelance alla casa editrice Éditions Denoël e come giornalista sulla rivista Glamour e poi per la versione francese del settimanale Stylist. Ha iniziato a lavorare come regista solo quando il canale TF1 le ha chiesto di portare sullo schermo il suo primo romanzo La Fabrication d’un mensonge. Racconta che questo progetto è stato un vero e proprio "processo carnale": "Mi ha permesso di trasformare la narrazione in un’esperienza fisica", spiega, "In un viaggio che spero sia possibile al di là di considerazioni di periodo o di genere".

Il risultato è un film che non fa sconti, a tratti forte, che non distoglie mai lo sguardo dal corpo della protagonista (interpretata dall'attrice franco-rumena Anamaria Vartolomei) perché è su quel corpo che si gioca tutto. "La telecamera doveva diventare tutt’uno con l’attrice" ha spiegato Diwan e quindi ecco i ferri da calza, la sonda introdotta nell’utero, gli sguardi giudicanti, i dubbi. Il corpo di Anna viene mostrato al pubblico con realismo, non per sconvolgere o indurre al pietismo, ma per rivendicarlo, rivendicare la libertà di viverlo secondo le proprie scelte e i propri desideri. "Il piacere carnale è un tema molto importante per me", ha spiegato infatti Diwan, "Anne combatte implicitamente per il suo diritto al piacere. Non mi piace l’idea che il piacere di una donna sia accettabile solo in termini di sentimenti. In questo senso, c’è un’energia gioiosa e contemporanea nella storia di Anne". E noi non vediamo l'ora che arrivi al cinema (in Italia ad ottobre).