Si chiama Period Pride ed è la dichiarazione d'intenti che dobbiamo tenere a mente ogni volta che si parla di mestruazioni e ciclo mestruale. #PeriodPride vuol dire parlare liberamente di cosa succede al nostro corpo, significa sdoganare il tabù legato al sangue mestruale e liberarci dalla vergogna che la società impone riguardo alla funzione più naturale che svolgono tutti i corpi dotati di un utero. Questo stigma compare già dal menarca, quando durante la prima mestruazione ci insegnano a nascondere questa nuova attività che i nostro corpo svolgerà per tantissimi anni una volta al mese, anziché valorizzare il magico processo che sta alla base della nascita e della vita di qualsiasi essere umano.

Già, potrebbe non sembrare così, ma le mestruazioni sono ancora oggi un tabù. Un esempio semplice? Ricordi quando Elettra Lamborghini è stata quasi censurata per aver detto la parola ciclo durante una puntata dell'Isola dei Famosi? O allo scandalo che ha creato un po' di sangue mestruale sulla gonna di Leandra Medine su Instagram?

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Così, noi di Cosmo abbiamo deciso di sentire il parere di 11 fantastic* espert* e influencer che sono entrat* nel Cosmo Village proprio per abbattere questo muro di pregiudizi legato alle mestruazioni.

Per contribuire alla costruzione di una società sempre più inclusiva e aperta al confronto è necessario questionare e sfidare i preconcetti che colpiscono alcune categorie di persone e il nostro obiettivo è che chiunque abbia le mestruazioni non provi più vergogna o timore a parlarne, non si senta in difficoltà a svolgere delle attività per la sola paura di sporcarsi, non debba correre in bagno con gli assorbenti nascosti nelle tasche per non urtare la sensibilità altrui, non se la senta di prendere un giorno di malattia a casa dal lavoro il primo giorno di ciclo. Avere le mestruazioni è UMANO, NATURALE e BELLISSIMO e quest* 11 influencer si battono per spiegarti perché dovete essere orgoglios* del vostro ciclo mestruale.

Silvia Gioffreda, medico e Pop-Doc del sesso

    Oltre a parlare di benessere e salute sessuale sui social, nella vita lavoro in Pronto Soccorso, e ancora troppo spesso mi capita di avere pazienti che arrivano piegate in due dai dolori delle mestruazioni, che non hanno mai fatto una visita ginecologica, che si vergognano così tanto di parlare di mestruazioni che non le riescono nemmeno a chiamare con il loro nome usando appellativi come ho le mie cose o ho è arrivato il marchese. Ancora per troppe persone con le mestruazioni il dolore di quei giorni è considerato normale. Invece il dolore, la vergogna e l’imbarazzo non devono essere considerate cose normali. Per questo ho sentito il bisogno di parlarne sui social, perché è importante oltre che da un punto di vista sociale anche da un punto di vista della salute. Ci si basa troppo sui falsi miti tramandati dalle nonne e magari una ragazza bloccata a letto dal dolore pensa che sia semplicemente genetica perchè “anche mia mamma soffriva così” e invece il dolore nasconde patologie importanti come l’endometriosi o la sindrome dell’ovaio policistico.

      Alla me 14enne vorrei spiegare cosa sta succedendo al suo corpo e vorrei dirle che il dolore che prova ogni mese non è normale. Per i primi anni dell’adolescenza, infatti, mi è capitato spesso di dover andare in ospedale a causa dei dolori mestruali e mai nessuno mi aveva invitato a fare delle visite più approfondite. Le donne della mia famiglia ritenevano fosse normale e genetico tutto questo dolore, solo a 17 anni ho scoperto di soffrire della sindrome dell’ovaio policistico. L’altra cosa che ricordo distintamente sono gli auguri che ho ricevuto dalle donne della mia famiglia subito dopo la prima mestruazione “auguri ora sei diventata signorina” mi dicevano. Come se fosse una semplice mestruazione a definire la mia capacità di essere donna o meno nel mondo. Non capivo perché da una parte le persone intorno a me erano felici – come se fino a quel momento fossero state in ansia perché non certe della mia fertilità - e mi facevano addirittura gli auguri come se fosse il mio compleanno, e allo stesso tempo però mi parlavano di queste cose a bassa voce in modo che gli uomini non ci potessero sentire. Quindi dovevo vergognarmi o essere felice? Ecco, quello che vorrei dire alla me di 14 anni è che sarà lei a decidere che tipo di donna vuole essere e quando vuole esserlo, che saranno le scelte che farà nella vita, le persone di cui si circonderà e i suoi valori a definirla in quanto donna non di certo il fatto di poter fare figli o meno.

        Penso che nei media italiani qualcosa si stia lentamente muovendo. Penso allo spot tanto discusso di Nuvenia e penso che finalmente il sangue ha assunto il suo colore vero e ha smesso di essere blu. Amo quello spot perché ripete più volte quanto sia importante amarsi e accettare il proprio corpo, un vero e proprio toccasana dopo anni di pubblicità che ti convincevano che la ragione giusta per comprare un assorbente fosse la sua invisibilità. Assorbenti piccoli e invisibili in modo che nessuno scopra che sta sanguinando. Invece no! Non dovrebbe essere un segreto, ecco perché ho apprezzato molto la pubblicità di Nuvenia.

          C’è ancora la convinzione che le mestruazioni siano un “bisogno privato”, come mi hanno scritto su Instagram che quindi non riguarda tutti. Invece le mestruazioni sono proprio una questione pubblica. Per questo bisogna educare chiunque, sia chi ha una vulva sia chi non ce l’ha, a cosa vuol dire avere le mestruazioni e a quale sia l’impatto sociale ed economico di queste. Bisogna educare all’igiene mestruale e alla salute mestruale. Se pensi che ancora molte persone credono che in quei giorni non bisogna lavarsi o non si possa fare sesso solo perché hanno loro ripetuto più volte che le mestruazioni sono qualcosa di sporco che va nascosto.

          Le mestruazioni sono proprio una questione pubblica

          Parlare di mestruazioni sul mio profilo IG ha aiutato molte persone. Anche perché parlarne senza tabù e senza vergogna fa sì che la gente si senta libera di fare domande senza tabù e senza vergogna. Io in particolare ho parlato molto di sesso e mestruazioni e sicuramente ho risparmiato delle gravidanze indesiderate a qualcuno vista la diffusa convinzione che si possa fare sesso senza usare metodi contraccettivi nei giorni di ciclo. Moltissime persone erano sconvolte quando ho spiegato che in realtà c’è la possibilità di una gravidanza c’è comunque visto che l’ovulazione non è sempre precisa e visto che gli spermatozoi possono sopravvivere per alcuni giorni all’interno del corpo della donna. Ricevo tantissime domande e ogni volta mi interrogo su quanto sia importante avere una figura di riferimento affidabile e competente. Se io ricevo tutte queste domande significa che è difficile trovare nella quotidianità qualcuno a cui chiedere queste cose, così difficile che si devono sostanzialmente affidare a una sconosciuta su Instagram. E io sono contentissima di rispondere e cerco sempre di farlo nella maniera più precisa o completa, ma se non ci fossi io o tutte le persone che come me fanno questo lavoro sui social dove si potrebbero trovare queste risposte? In persone meno competenti e affidabili che magari fanno disinformazione? O peggio l’oscuro mondo dell’internet?

          AmbivalentlyYours, artista

          Ho deciso di parlare di mestruazioni sui social recentemente, quando sono stata contattata dall'organizzazione Plan International, che mi ha assunto per creare un piccolo fumetto sulla vergogna e la mancanza di educazione intorno alle mestruazioni, in onore della Giornata della Salute Mestruale 2021. Grazie a questa collaborazione, ho deciso di condividere le mie esperienze e delineare alcune delle cose che mi hanno causato vergogna quando ho iniziato ad avere il ciclo da adolescente. La mia speranza era quella di incoraggiare una conversazione sulla salute mestruale e di aiutare a spezzare il ciclo di vergogna intorno ad essa.

          Dopo aver pubblicato il mio breve fumetto, molte persone hanno condiviso le proprie esperienze nei commenti. Quindi penso che nel suo piccolo il mio post sia diventato una piattaforma temporanea per il supporto online. Non sono sicura che questo processo abbia aiutato qualcuno, ma spero di averlo fatto.

          Sara Fuso, attivista femminista intersezionale

          Da quando mi sono avvicinata al femminismo e agli studi di genere ho cambiato il mio punto di vista sulle mestruazioni. Prima provavo vergogna, le ritenevo un qualcosa di sporco, adesso ho capito che non c'è niente da nascondere, le mestruazioni sono naturali! Ho capito che è importante celebrare il nostro corpo e le sue funzioni, e l'idea di eliminare il tabù legato al ciclo mestruale mi ha spinto a parlarne anche online. Ho notato anche che nei media le cose stanno cambiando, si parla di più di Period Pride e di tampon tax e nelle pubblicità il liquido sugli assorbenti è rosso (e non blu!). La strada da fare è ancora lunga, ma si intravede uno spiraglio.

          period pride viaggio tra le influencer che hanno parlato di ciclopinterest
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          Alla giovane Sara direi di non vergognarsi delle mestruazioni, di non parlarne sottovoce, di non nascondere assorbenti e di non preoccuparsi se qualche volta si macchierà i jeans a scuola.

          Secondo me è importante eliminare anche il tabù legato alla parola mestruazioni. Basta usare nomignoli, chiamiamole con il loro nome! Penso che ognunə di noi deve comprendere che le mestruazioni sono una funzione biologica naturale e normale tanto quanto respirare e che non bisogna vergognarsene. È importante che le persone con le mestruazioni parlino liberamente del proprio ciclo mestruale e condividano la propria esperienza con altre persone. Non dobbiamo nascondere assorbenti o tamponi o essere a disagio se dobbiamo chiederli a qualcunə o se abbiamo bisogno di aiuto se ci sporchiamo con il sangue.

          Per molte persone è anche difficile stare a casa da scuola o da lavoro per i dolori associati al ciclo mestruale, ma dobbiamo evitare di inventare altre scuse e dire liberamente che abbiamo bisogno di un paio di giorni di riposo per le mestruazioni: i dolori mestruali sono validi quanto un mal di testa o un mal di pancia. Quindi se tutte noi persone con le mestruazioni smettiamo di viverle con vergogna e disagio e ne parliamo liberamente tra di noi e con altrə, possiamo contribuire ad eliminare stigma e tabù.

          Quello che provo a fare parlando su Instagram di mestruazioni è proprio questo, voglio creare un cambiamento nella narrazione di questi temi. Ad esempio, il mio post sul free bleeding è stato apprezzato moltissimo dai miei followers, che mi hanno ringraziato solo per aver parlato di mestruazioni! Ho notato anche che molte persone si sono congratulate con me per non avere mai detto “donne con le mestruazioni”. Dobbiamo ricordarci che non tutte le donne hanno le mestruazioni e non tutte le persone con le mestruazioni sono donne: eliminiamo anche questo tabù. Quindi normalizziamo la parola mestruazioni ed eliminiamo lo stigma che le affligge.

          Chiara Gattavecchia, divulgatrice di body positivity, femminismo, uguaglianza

          Ho deciso di cominciare a parlare di ciclo dopo aver superato l’imbarazzo che provavo rispetto alle mie mestruazioni. Se potessi parlare con la me di 14 a proposito di ciclo mestruale, le direi di non aver timore, di fare il prima possibile una visita ginecologica e di ascoltare il suo corpo.

          La strada è ancora lunga, prima che i media riconoscano il fatto che parlare di mestruazioni sia assolutamente naturale e legittimo. Però credo anche che si stia cominciando a parlarne maggiormente in certi contesti e che questo dialogo abbia buone speranze di ampliarsi anche fuori di queste “bolle femministe”. Il modo più efficacie per ridurre lo stigma legato alle mestruazioni è: parlarne, parlarne, parlarne. Confrontarsi, dire più spesso e più naturalmente la parola “mestruazioni” senza utilizzare termini generici o sostitutivi come “il ciclo”, “le mie cose”, “il menarca”. Normalizzare il sangue mestruale nell’ambito pubblicitario, mostrandolo utilizzando il colore rosso anziché il blu. Un’altra cosa fondamentale, a mio avviso, è che si introducano corsi sulla sessualità e sui cambiamenti del nostro corpo in ambito scolastico, già dalle scuole medie.

          Da quando mi è stata diagnosticata l’endometriosi, inoltre, ho avuto modo di parlare di questo disturbo (che può causare anche forti e intensi dolori durante la mestruazione, rendendo impossibili determinate attività) e delle difficoltà affrontate per dimostrare che il mio dolore mestruale era tutto fuorché normale e accettabile, creando una piccola ma importante rete di persone, trovando supporto e ascolto.

          Caterina Pauletti, co-fondatrice di Your Best Period

          Non ho mai avuto timore di parlare di mestruazioni con le persone che fanno parte della mia vita, e non vedo perché dovrei comportarmi diversamente sui social. Ma dalle risposte che ho ricevuto ho notato che ci sono davvero tanti i tabù legati a questo tema, che c’è troppa vergogna epoca informazione, soprattutto se pensiamo che miliardi di persone al mondo hanno le mestruazioni!

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          Quando mi sono arrivate le mestruazioni sapevo già a cosa sarei andata incontro: mia mamma mi aveva educato sul tema e avevo già visto cosa sarebbe successo visto che ho una sorella più grande di me.

          Ho avuto un'esperienza positiva legata alle mestruazioni perché ero già consapevole di quello che accadeva al mio corpo, per questo credo sia importante parlarne il più possibile. Alle medie, ricordo di ragazzi che prendevano in giro chi aveva un assorbente in mano, e ragazze correre in bagno nascondendoli nei posti più impensabili: tutto questo non dovrebbe più accadere. Senz'altro nei media c'è stato un tentativo di normalizzare le mestruazioni, ma mancano ancora troppi punti di vista per rendere il discorso inclusivo. Penso che sia necessario continuare a parlare di mestruazioni, creare un dialogo attivo che non riguarda solo le donne ma anche gli uomini. Questo stigma è anche una conseguenza della società patriarcale in cui tuttora viviamo e quindi dovremmo smettere di considerarlo solo un argomento “da donne”, ma coinvolgere gli uomini delle nostre vite e fargli comprendere che il loro privilegio può essere utilizzato anche per aiutarci in questa battaglia. Perché esistono anche uomini con le mestruazioni, donne adulte che hanno le mestruazioni, non solo ragazze giovani e non tutte le donne le hanno oppure le hanno in modo regolare. Nei media italiani, ancora non vedo tutto questo... Your Best Period, il brand che ho co-fondato, si pone proprio come obiettivo quello di educare e aiutare le persone a sentirsi meno incomprese quando si parla di mestruazioni.

          Ivana Poludvorna, trainer e mamma fit per le donne

          Ho capito DA SUBITO di voler parlare di Period Pride, perché la mia missione è aiutare le donne a raggiungere i propri obiettivi come Trainer. Parlare, educare, condividere è davvero fondamentale. Noi donne siamo una forza infinita e dobbiamo continuare ad essere unite e supportarci. Io sono stata fortunata perché grazie allo sport che ho praticato da agonista a livello nazionale e mia mamma, le mestruazioni per me sono state sempre un evento naturale. Per me non è stato mai un tabù o disagio, da atleta mi allenavo sempre e quindi il ciclo non era mai un ostacolo né nella vita sportiva né quotidiana. Tuttavia, se avessi tutte le conoscenze di oggi, avrei detto quella piccola Polu che ero a 14 anni di sincronizzare il ciclo mestruale con i propri allenamenti per sfruttare al massimo ogni fase del ciclo e migliorare così ancora di più le prestazioni sportive.

          Luce Scheggi, attivista

          Ho capito molto presto nella mia vita quanta vergogna aleggiasse intorno all'argomento mestruazioni. Ma soltanto poco tempo fa ho preso consapevolezza riguardo a quanto questa tematica non comprendesse mai le persone trans. L'unione di questi due concetti mi ha spinto a voler educare le persone, a cercare di rovesciare la narrativa stigmatizzante che circonda tutto il ciclo mestruale.

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          Alla Luce più giovane direi di andare fiera delle sue mestruazioni: se le avessero gli uomini cis il loro sangue verrebbe venerato come la sacra sindone!

          Non credo che i media abbiano fatto grandi passi nella normalizzazione delle mestruazioni. C'è grande omertà addirittura nell'utilizzo di un vocabolario corretto quando si parla di femminicidi, figuriamoci per quanto riguarda il sangue mestruale. Ad esempio, io per 20 anni non ho mai sentito parlare di endometriosi, forse sarebbe il momento di farci sentire, di informarci, educarci e ascoltare le storie delle persone con le mestruazioni.

          Silvana Nardi, fisioterapista per il pavimento pelvico

          Da quando ho aperto il mio profilo Instagram Dottoressa Scandalo mi sono posta come primo obiettivo quello di normalizzare tutto ciò che fa parte della natura femminile che però continuiamo a nascondere dietro ai tabù. Per comprendere quello che ci succede e per migliorare la nostra percezione di noi stesse c'è bisogno di accettare che fisiologicamente il nostro corpo si comporta in un determinato modo.

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          Non c’è bisogno di chiamare con nomignoli le mestruazioni tipo “il rosso”, “le mie cose”, “quel periodo li”... E il dolore non è normale!

          Penso sia necessario parlare tanto delle mestruazioni, confrontarsi e informarsi. Basti pensare a tutti i messaggi di ringraziamento che ho ricevuto perché sulla mia pagina ho risposto ad alcune domande che i miei followers non erano riusciti a porre a nessuno per vergogna. D'altra parte, non c'è da meravigliarsi dato che nel mondo dei media alcune pubblicità vengono censurate solo perché si vede un paio di mutande sporche di sangue...

          Sara Lea Cerutti, esperta in benessere ciclico e sessuale femminile

          Per lavoro, dal 2013, mi occupo di ciclicità e sessualità femminile. Nel 2018 ho creato un blog e un account Instagram per parlare di educazione mestruale e sessuale e per sfatare miti e tabù sui corpi delle donne. Le mestruazioni sono un evento mensile che avvicina emotivamente milioni di persone in tutto il mondo e grazie ai social possiamo sentirci meno sole.

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          L’esperienza della ciclicità non riguarda solo l’avere o meno le mestruazioni. La ciclicità ti comunica come senti e vedi te stessa fisicamente, emotivamente e psicologicamente. Più riesci ad accogliere con gentilezza le varie fasi del ciclo mestruale, più sarai in grado di vivere bene i cambiamenti del tuo corpo e del tuo umore.

          Il mio intento sui social è quello di parlare di ciclicità e sessualità femminile con naturalezza aiutando tutte coloro che vogliono vivere bene una parte così caratterizzante dell’identità sessuale come le mestruazioni. Senz'altro ora il discorso legato alle mestruazioni è più aperto, c'è stato un vero e proprio "period boom" in Italia, per quanto riguarda i media, ma la strada verso la consapevolezza è ancora lunga...

          Francesca Mariano, healer del movimento e del suono, e studiosa dell'acqua come medium in chiave idrofemminista

          Intorno al 2016, vivevo a Brighton per l'università e avevo da poco smesso di prendere la pillola dopo cinque anni. Il mio corpo attraversava un cambiamento che non ero in grado di comprendere e interpretare da sola, quindi iniziai a interessarmi sempre di più a metodi alternativi, e a condividere sui social le informazioni e le pratiche che esploravo. In particolare, pratiche riguardanti la ciclicità come valore prezioso in un mondo lineare che non si ferma mai. Sui social, condivido soprattutto il valore del riposo, del silenzio, e del movimento pelvico come tool che aiuta a fluidificare il bacino.

          Alla me 11enne direi: "Franny, comincia ad ascoltare la tua intuizione e meno i giudizi e tabù sul corpo!".

          A livello mediatico, sicuramente negli ultimi anni si sono fatti grandi passi avanti. Credo che per quanta consapevolezza si possa raggiungere, il periodo adolescenziale rimanga comunque una fase delicata e turbolenta, ma il fatto che ci sia uno sguardo femminile, autocosciente, informato, che prende parola, può sicuramente aiutare le ragazze di oggi a rompere gli schemi, soprattutto riguardo la vergogna e il dolore pelvico. Per ridurre lo stigma legato alle mestruazioni, è sicuramente importante cambiare il linguaggio, cosa che sta già avvenendo. Il linguaggio patriarcale vede il disagio somatico come un nemico da combattere, invece le mestruazioni ci invitano a portare attenzione ai nostri processi interiori. Provare a cambiare la narrazione sul ciclo come un processo creativo, da conoscere ed esplorare, invece che una condanna. Words are magic! Use them wisely

          Le mestruazioni ci invitano a portare attenzione ai nostri processi interiori

          Rachele Agostini, femminista intersezionale

          Ho parlato sui social di questioni femministe e di attualità partendo dalle mie esperienze personali: parlare di mestruazioni è stata una decisione talmente naturale che non saprei collocarla in un momento preciso. Continuerò a parlare di mestruazioni perché tutto ciò che le riguarda fa parte della salute, della condizione economica e della vita sociale di più di metà della popolazione mondiale, e penso sia ancora necessario informare e sensibilizzare su questi temi.

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            Alla Rachele di 14 anni direi che questa “cosa” che ancora non sa bene come gestire e di cui parla quasi sempre bisbigliando o con parole in codice come fosse un terribile segreto, diventerà una parte naturale della sua vita, e arriverà addirittura a rivendicarla pubblicamente!

            Certamente c'è stato qualche passo avanti nella normalizzazione delle mestruazioni, ma trovo che i media tradizionali siano sempre alla rincorsa di quello che raccontano i social (in modo decisamente più nuovo). Purtroppo, in Italia sembra che si voglia rimanere attaccati a delle idee antiche e si fa molta fatica a parlare liberamente di mestruazioni. Però, ecco, mi piace pensare che i miei discorsi sulle mestruazioni siano soltanto un piccolo pezzo di un lavoro collettivo, fatto della divulgazione e delle lotte di tante altre realtà e tante altre persone.