Di mestruazioni bisogna parlarne, e più se ne parla e più si scalfisce quel muro di omertà e di silenzio ereditato dal passato e che ancora oggi avvolge un tema con cui le donne si scontrano ogni 28 giorni, se tutto va bene e le cose procedono regolarmente. Sì, perché le donne sanguinano e questa realtà a volte viene relegata a quell'universo del non detto che deve rimanere tale, almeno per alcuni. Eppure è naturale, succede perché è legato alla funzione riproduttiva della donna e c'entrano questioni ormonali, quelle che, se ribaltate sull'altro sesso, costringono gli uomini a farsi la barba ogni giorno.

Funziona così: se la cellula uovo all'interno dell'utero non viene fecondata, cosa che, ehi!, avviene di frequente, il tessuto che riveste la membrana dell'organo si sfalda e produce sanguinamento. Per questioni tecniche, anatomiche e per circa 2.400 giorni nel corso della vita di una donna. Insomma, data la presenza costante delle mestruazioni, è tempo che tutti imparino a convivere con serenità con il ciclo senza doversi nascondere dietro a termini che ne vogliono attutire il colpo come "il marchese", "le mie cose" (perché "mie", meglio condividerne l'esistenza, no?), "il barone rosso".

Instagram, che in passato ha commesso sul tema qualche errore facendo calare l'ascia della censura su immagini che richiamavano le mestruazioni, si sta muovendo perché finalmente si tolga quel velo di inutile e vetera impudicizia. In passato (nel 2015) era successo che Rupi Kaur (2,3 milioni di follower), una poetessa indiana avesse condiviso sulla sua bacheca Instagram una sua foto dove appariva sdraiata sul letto e aveva indosso un pigiama macchiato di sangue come le lenzuola. Lo scatto, ha raccontato Rapi Kaur, apparteneva a un progetto fotografico per un corso di retorica visiva. Le segnalazioni arrivate a Instagram portarono alla rimozione dell'immagine. Il social network poi, però, ha fatto retromarcia, ha ripubblicato la foto e ha chiesto scusa.

Il vento, però, anche se non con veloci folate, sta cambiando. E così su Instagram si porta avanti l'idea che è tempo di smetterla di nascondere assorbenti, coppette mestruali e altri ammennicoli legati alle mestruazioni. Che vengano mostrati orgogliosamente a tutti: lo si fa a fin di bene e per fare conoscere a tutti un fenomeno naturale, un po' come le eclissi di luna. E tutto al suono di hashtag come #FreePeriods e #PeriodPositive.

instagramView full post on Instagram

Tra le voci più potenti che stanno portando avanti la campagna sulle mestruazioni su Instagram ci sono queste donne:

@amikageorge, una 18enne fondatrice del movimento #FreePeriods che vuole mettere in luce la povertà delle mestruazioni per giovani ragazze e donne che vivono nel Regno Unito.

Hannah Daily, aka @makesdaisychains, un'artista britannica che ha invitato i suoi follower a parlare dei dolori delle mestruazioni.

@helloangrygirl, una instagrammer pakistana che utilizza meme colorati per combattere i tabù e le false credenze sulle mestruazioni.

@bloodygoodperiod, un'iniziativa partita da Gabby Edlin per fornire assorbenti alle donne rifugiate, alle richiedenti asilo e alle persone che non possono permetterseli.

@freethep, un profilo che ha avviato una campagna su Instagram per fornire assorbenti a chi non può permetterselo nel Regno Unito.

Le mestruazioni sono una cosa seria. Anche per Instagram.