All’inizio del 2023 il customer makeup del metaverso si è lentamente orientato verso una nuova tipologia, il consumer beauty versal. Si tratta di un pubblico che mette al primo posto i prodotti digitali e virtuali acquistabili tramite NFT (non-fungible tokens), non fisicamente. Questa tipologia di pubblico che comunica online potrebbe dare un ulteriore sviluppo alla nicchia del beauty e del makeup sul metaverso. Ma andrà davvero così? Se ne parla nel quarto episodio de "La Ricerca della Bellezza", la serie prodotta da Tatatu in collaborazione con Hearst e con la partecipazione di Valentina Debernardi, Creative Beauty Director Hearst Digital & Senior Beauty Editor Harper's Bazaar, e Michela Motta, caporedattore beauty di Elle, che indaga a 360° sul mondo del beauty e del benessere. Ora non ci resta che dare la parola agli esperti.

Una nuova rivoluzione digitale

“Il metaverso sull’industria del beauty e del makeup avrà un impatto enorme, rappresentando, secondo il mio punto di vista la nuova grande rivoluzione digitale. Questo perché nonostante questo mondo sia collegato al tatto, al gusto e alla percezione visiva, in verità entro il 2030 il 30% delle vendite del makeup e del beauty sarà fatto online” afferma Filippo Boschiero, founder e ceo of Nefid, avatar-as-a-service company. “Se questo poi viene associato a consumatori digitali e nativi digitali, come la Gen Z e la Gen Alpha, che sono attenti ad esperienze immersive, che derivano appunto dall’esperienza virtuale, dalle esperienze interattive, che vengono dal mondo del gaming, e dalle esperienze digital, che metto insieme esperienze virtuali e reali, e alla disponibilità di varietà di tecnologia per l’accesso di questi mondi virtuali 3D, allora a questo punto il metaverso diventa sempre di più una realtà concreta. Infatti entro il 2030 si stima genererà all’incirca dai 4 ai 5 trillioni di dollari”.

Virtual Influencer nel metaverso

“Sono a favore della campagna no filter promossa dalla Norvegia e ripresa poi da Uk. Rappresenta l’inizio di una svolta in cui il concetto di bellezza non è più un criterio oggettivo, standardizzato e imposto, ma di auto-espressione libera da gabbie mentali e preconcetti sociali anche verso il benessere”, racconta Nefele, 1° virtual influencer italiana. “Così nel metaverso la bellezza può essere liberamente espressa attraverso avatar come me altamente personalizzabili e con NFT di beauty che completano, ma non definisco, e permettono di osare senza essere giudicati. In futuro vedo una tendenza sul meta makeup che non omologa, ma supporta gli utenti in un processo di libertà espressiva unico. Qualcosa che ha più a che fare con il sentirsi bene con noi stessi. L’interazione tra mondi virtuali e reali cambia a seconda della fascia di età. Con le Gez z e gen alpha avviene con naturalezza, sono genuinamente interessati ai contenuti e ai consigli che forniamo. Sono grandi utilizzatori di app e dispositivi di realtà aumentata, realtà virtuale e realtà mista, che rendono i confini tra fisico e virtuale molto sfocati. Per i millennials e i boomer è diverso perché si interfacciano alle nuove tecnologie con minor immediatezza. A loro è necessario far capire che il virtual humans e le nuove tecnologie possono completare e migliorare aspetti della vita privata e del business. Non si tratta di sostituire il reale”.

Come si farà strada il makeup nel metaverso

“La prima via potrebbe tendenzialmente essere quella di creare dei filtri di realtà aumentata tramite cui sperimentare in anticipo quello che sarà il makeup visivo. Questo tipo di filtri permettono una conversione secondo gli ultimi dati del 94%, incrementano la conversione al 94%”, spiega Filippo Boschiero. “La seconda strada utilizzabile è quella di creare dei virtual human o comunque avatar influencer, che saranno ambasciatori di prodotti e servizi del metaverso stesso. I brand potranno inoltre creare e vendere i propri NFT con gettone non fungibile, che sono essenzialmente certificati digitali di proprietà e di unicità che variano nel tempo. Le case di moda, di makeup e di bellezza preferiscono questi influencer virtuali ai tradizionali, perché è un concetto collegato sia ad aspetti quali-quantitativi che aspetti collegati al personaggio stesso. Gli aspetti quali-quantitativi sono relativi al discorso di trascendere spazio e tempo, perché questi virtual influencer sono posizionabili in spazi e luoghi diversi, anche estremamente remoti. Esiste anche il discorso lato clienti. C’è un cambiamento delle abitudini del cliente stesso e si sta arrivando al cliente beauty versal, che entro il 2024 rappresenterà la maggioranza del cliente tipo collegato al makeup e alla bellezza. Permettono al brand stesso di creare un rapporto di fidelizzazione con il cliente finale che può essere monetizzato. I brand potranno inoltre entrare nel metaverso creando eventi, concerti, conferenze e i clienti che accederanno potranno ottenere sotto forma di NFT o badge NFT dei pods con cui certificare la loro presenza virtuale sotto forma di avatar”. Tutto questo poterà a un cambio di paradigma e alla creazione di un nuovo mercato di sbocco collegato agli avatar. “Si passa così da un mercato diretto al consumatore a un mercato diretto all’avatar. Questi clienti beauty versal cercano alcuni prodotti, virtuali e non, con la volontà di potersi esprimere e cambiare più volte al giorno, proprio perché nei mondi virtuali hanno la possibilità di sperimentare”, continua l'esperto. “Quindi quello che loro cercano, secondo me, è il benessere in primis. Benessere che deve essere fornito da queste case produttrici di makeup e beauty attraverso valori solidi, che rappresentino la voce dei propri clienti. Questi ultimi non assumono più la connotazione tipica dei clienti, quindi che acquista, ma un cliente che interagisce con il brand e che detta attraverso sistemi di voto con i token e definisce quello che sarà il futuro del brand stesso. Quindi che ha una voce attiva e non puramente passiva legata all’acquisto di un prodotto”.

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