«Sono lo stesso ragazzo di due settimane fa». Così si è presentato Jannik Sinner, insieme alla coppa vinta agli Australian Open di domenica 28 marzo, davanti ai giornalisti italiani radunati al Colosseo per salutare il campione. E c'è da credergli, questo è sicuro. Anziché incensarsi, com'è nel suo stile Sinner ha deciso di parlare del suo futuro sempre in termini di crescita e impegno: «La preparazione sarà molto importante, già lo scorso anno c'è stato un periodo in cui non ho toccato la racchetta. So che mi manca lavorare sulla forza e sulla resistenza, posso migliorare ancora tanto», ha detto. Su Sanremo 2024, cui Amadeus, subodorando il momento patriottico, lo aveva invitato last-minute come ospite, ha tagliato corto: «Nella settimana del Festival sarò già al lavoro, ricomincerò a gestire i miei impegni, magari mi riposerò». Insomma, avrebbe potuto godersi il facile applauso scrosciante di una platea in visibilio, invece torna a casa a fare anche cose normali da ragazzo di 22 anni («a volte gioco ai videogiochi, altre mangio in camera»). E sulla polemica della sua residenza nel Principato di Monaco dove vive, si allena e paga le tasse, ha glissato senza astio: lì giocano i migliori, lì sto bene, ha detto. Fine della questione.

rome, italy january 31 jannik sinner of italy, winner of the 2024 australian open, poses with the norman brookes challenge cup at colosseum on january 31, 2024 in rome, italy photo by giampiero spositogetty imagespinterest
Giampiero Sposito//Getty Images
Jannik Sinner al Colosseo il 31 gennaio

Sinner è uno con la testa sulle spalle, e questo ormai è chiaro a tutti. Piace non solo perché vince, ma anche perché lo fa con garbo; non ha grilli per la testa, non sembra accecato - almeno per ora - dalle luci della ribalta. Lucido, serio, gentile, è quel bravo ragazzo che, nel pieno di una vittoria epica, si trattiene dal chiamare la mamma per «paura di disturbarla» nel corso dei festeggiamenti. Durante l'intervista con i giornalisti italiani al Colosseo, alla domanda su cosa gli faccia provare paura prima di un match, Jannik ha risposto serenissimo: «No, non direi che ho paura. Nella mia testa è sempre una partita di tennis. Se una cosa la faccio bene ok, ma se una volta non faccio bene una cosa pazienza, se il tuo avversario è più bravo di te va bene, gli dai la mano e vai avanti alla prossima sfida». Signori e signori, ecco una persona equilibrata, non ossessionata dal successo e dall'idea di fallimento. Merito, anche, di genitori accorti, gli stessi che ha ringraziato dopo la vittoria citando la grande libertà che gli hanno sempre lasciato, e non solo in ambito sportivo.

«Sono abituato a non averli sempre con me, quando ero piccolo tornavo a casa da scuola e loro erano al ristorante a lavorare, passavo il mio tempo a giocare e sapevo che loro c'erano. Io li amavo per questo loro senso di responsabilità, mi hanno sempre lasciato fare con impegno quello che mi faceva stare bene. Mi dicevano di realizzare i miei sogni qualunque essi fossero, attraverso il lavoro».

Sinner ci ha lanciato un incantesimo che non è solo frutto delle sue vittorie, dei traguardi sportivi che sta guadagnando, partita dopo partita, sui campi da tennis di tutto il mondo. Nonostante il successo planetario, ha l'aspetto e i modi di un ragazzo normalissimo, concentrato sui suoi obiettivi e focalizzato su cosa fare per raggiungerli e, soprattutto, meritarseli. Oltre le facili incensazioni e la retorica del campione che ben si applica a quelli come lui, Jannik Sinner ci ha dato, del tutto inconsapevolmente, una grande lezione: essere famoso, ricco, potente e richiestissimo in tutto il mondo può anche essere sinonimo di gentilezza e serietà. Visto come siamo abituati - c'è chi per molto meno successo si monta la testa, basti pensare alle star dei reality o a certi influencer nostrani - ecco perché la magia di Sinner ci sorprende e ci incanta.