Cristina Marino, Elisa Maino, Ludovica Bizzaglia, Muriel sono solo alcune delle celebrity che hanno preso parte ai talk di Cosmopolitan nei giorni della 79. Mostra del cinema di Venezia. Dall'amore, al rapporto con il proprio corpo, alla famiglia, gli ospiti hanno raccontato il loro modo di vedere il mondo, il proprio rapporto con la settima arte, ma anche i loro progetti futuri. Si arricchisce ogni giorno, con attrici, attori, cantanti, artisti e registi che dal red carpet arrivano al Des Bains, fino al 9 settembre.

Elisa Maino

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ALESSIO AMMANNATI

«Che percezione ho della mia celebrità qui? I primi anni avevo paura di essere a Venezia. Non volevo essere l’influencer criticata da tutti. Mi sono resa conto che quando ho fatto i primi video ho sempre vissuto tutto come un gioco, poi è diventato reale. Vivo questo posto forse ricordandomi com’ero, provando a non essere arrogante».

La Rappresentante di Lista

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«Dentro al verbo amare c’è il silenzio. Vuol dire prendersi un tempo per percepire e capire lo spazio in cui ci troviamo e che siamo. Ascoltare e recepire anche le cose che non ci vanno bene. Con una responsabilità fondamentale di quello che si ascolta. È come creare un codice. L’amore prevede questo tipo di cura e di attenzione verso questo grande altro».

«Lacci. Mi fa pensare a mio padre con cui ho un rapporto abbastanza strano, senza lacci. Mi fa pensare a un giorno in cui provando a saltare un torrente è scivolato e ci è caduto dentro. Ho pensato a quest’uomo che sente il bisogno di insegnare a me, essendo un padre, e in qualche modo appunto “cade”. Le relazioni sono anche il modo di mostrare come questi lacci riescono ad aprirsi e anche richiudersi. Come riescono a creare in maniera indissolubile un rapporto».

Cristina Marino

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ALESSIO AMMANNATI

«Quando comunichi di essere incinta è più facile l’accettazione. Per me che ci lavoro è strano perché non puoi comunicare che sta avvenendo questo cambiamento che è il più bello del mondo».

«Brutale sincerità. L’erotismo è una questione di corpo, amarsi e di piacersi che è anche l’unico modo di piacere all’altro».

«Qualche tempo fa ho preso in braccio la bambina di un’amica e ho pensato guardando Luca, ma Nina era davvero così piccola? Maternità vuol dire acquisire maggior responsabilità. Non bere uno spritz in più quando guidi. Sapere che esisti anche per qualcun altro».

Aurora Ruffino

«Amare. Amare vuol dire integrità, o meglio rimanere integri senza modellarsi sull’altro. Mantenere la propria individualità e unicità. Se ci si plasma sull’altra persona a un certo punto si avranno dei problemi. Questo per esempio è l’unico modo in cui sono riuscita a mantenere viva una relazione a distanza, per sette anni. Provando a pensare che eravamo due persone distinte anche se ci amavamo tantissimo».

Muriel

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ALESSIO AMMANNATI

«Per anni ho provato a cercare una risposta alla domanda “chi amo?”, “cosa amo?”. Ad oggi la definizione non mi importa più. Io amo una persona per quello che è. Il motivo per cui ho iniziato a parlare di questi temi è la piccola Muriel. Ispirare altre persone e cercare che nessuno passi quello che ho passato io».

Denny Mèndez

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ALESSIO AMMANNATI

«Cinema e vita alla fine sono la stessa cosa. Per questo per me, quando ricevo una parte, non si tratta solo di accettare il copione per quello che è, ma significa cercare di trovare un punto di incontro, un compromesso tra il testo e la mia persona, perché anche nel lavoro è importante mantenere i propri principi saldi»

Carl Brave

«Questo per me è il tempo del viaggio, è il mio momento in cui mi ricarico e prendo ispirazione da quello che vedo. È il momento della sperimentazione. Sono appena stato a Marrakech, e ho passato alcuni giorni a provare, comporre nuove musiche, coinvolgendo artisti del posto, con strumenti del luogo. La musica per me oggi è un continuo scoprire».

Ludovica Bizzaglia

«Femminismo è una persona qualsiasi che crede nella stessa identica parità tra uomo e donna. Io molto spesso prima di pubblicare una foto, che sia un minimo più sexy, un contenuto più osé, continuo a contare fino a dieci, perché ho sempre quella paura che ti dice "Non puoi passare per quella che non sei". Ecco, il mio augurio, a me e a tutte noi, è quello di svegliarmi un giorno e non doverci più pensare. La libertà, si».

Rocìo

« Questa 79. Mostra del Cinema di Venezia è concentrata sui sentimenti profondamente complessi, che poi hanno una radice profondamente semplice, quindi forse per questo hanno scelto me come madrina dell'evento, perché forse sono così. È un’edizione che racconta il mondo di tutti, dei miei genitori, delle mie figlie, di tua figlia, di tutti».

«Il film che mi ha cambiato la vita?», intanto disegna, «È stato Il pianista di Román Polanski perché mi ha fatto avvicinare a un mondo diverso e quindi un mondo di stelle, di lacrime, un mondo di pace e anche di guerra, e mi ha fatto sentire che c’era una grande connessione tra un mondo comune di tutti, e che da un giorno all’altro può cambiare tutto».

Can Yaman e Francesca Chillemi

«Sono stati 7 mesi meravigliosi e questa è stata una grande fortuna perché lavorare con lingua diversa dalla propria non è facile, anche se io sono stato aiutato da una coach che mi ha seguito in tutto».

«Vi chiedo solo una cosa», afferma riferendosi al pubblico femminile presente all'incontro «vogliate bene a Francesca perché sotto le mie foto vedo tantissima rivalità tra di voi. Ogni volta che posto uno scatto con una collega o attrice ci sono sempre tantissime donne pronte a insultarla. Vi chiedo di volervi più bene».

Claudia Gerini

«Secondo me la parola più importante per le ragazze oggi è "consapevolezza", consapevolezza di sè stessi, di chi sei, della tua potenza, della forza e dell'energia. E anche il coraggio».

Miss Fame

«Ho scoperto chi ero quando un giorno, quando avevo 7 anni, a casa dei miei nonni (con cui è cresciuta) da sola, mi sono guardata allo specchio e ho provato i trucchi di mia nonna. Mi sono riconosciuta nel gesto di mettermi l'eye liner, con la paura che entrasse qualcuno in casa, guardando sempre alla finestra che non passasse qualcuno sulla strada statale che affiancava casa nostra. (...) Il trucco, per me, è stato un filtro ma anche soprattutto il primo passo verso il raggiungimento della mia bellezza, il primo strumento che mi ha legittimata».

Anna Safroncik

«Siamo assuefatti al dolore e al veleno. Parlerei di "mitrizzazione", un termine inventato dai re quando si infliggevano una goccia di veleno al giorno per abituare il proprio corpo, e sopravvivere in caso di avvelenamento. La stanchezza da dolore, così esposti alla sofferenza abbiamo perso la capacità di soffrire», dice parlando della situazione in Ucraina. «È stato difficile vedere mio padre tornare in Ucraina, dopo un primo periodo passato da noi in Italia. Ma alla mia domanda sul perchè volesse tornare, lui ha risposto: "Voglio vivere come una persona non come una pianta. Non voglio essere salvaguardato, voglio vivere come un uomo". In amore ci vuole comprensione, e io ho capito».

«La parola più importante del femminile oggi? Comprensione, dobbiamo saper comprendere se vogliamo amare. Ma l’amore solo attraverso la comprensione, non ci può essere amore per qualcosa che non si conosce».

Mariasole Pollio

«Non mi sono mai innamorata. Però, secondo me l'amore è quello che vedo nei miei genitori, che si amano ogni giorno, negli amici. E "La Bambola di Pezza", invece, è un corto che parla di amore tossico, di come è difficile, da vittime, rendersi conto di stare cadendo sempre più in basso, di come è difficile farsi aiutare e aiutare chi è in difficoltà».

Valentina Vignali

«Il mio rapporto con la bellezza è in continua evoluzione. Quando ho iniziato a fare la modella avevo molta paura del giudizio altrui, mi sentivo inadeguata e sotto l'occhio critico. Questa cosa quando ero più piccola mi ha fatto soffrire molto. Ho avuto dei periodi di debolezza in cui ho pensato di mollare, di cancellarmi dai social. Quando hai 20 anni ti viene voglia di dire “Non ho voglia di pensare o leggere queste cose". Ma ho continuato e ho fatto la scelta giusta, perchè essere di sostegno anche solo a una ragazzina che a scuola si sente bullizata perchè non rientra nei canoni fisici del momento, è questa la vittoria.

«Nello sport devi dimostrare che puoi essere modella donna anche se hai tuoi momenti in cui sei struccata e con la tuta, e che se ti trucchi puoi comunque fare la cestista. Io sono fatta di questi due colori, due dimensioni diverse e complementari, fin da quando ero piccola, quando in una borsa avevo il tutù e le mezze punte, mentre nell'altra avevo la maglia, calzoncini e scarpe da basket».

Marta Losito, per Rue des Mille

«Per me l'importanza del gioiello non riguarda solo una questione estetica, ma è un discorso di legame. Mio nonno qualche mese fa, quando è mancata mia nonna, ha fuso la sua fede, e l'ha trasformata in tre bellissimi anelli per i nipoti, e io ho la fortuna di averne uno. Lo porto sempre con me, ovunque, perchè così lei è sempre con me, in ogni momento».

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