C'è un articolo del New York Times che sta facendo parecchio clamore: lo ha scritto l'autrice esperta di relazioni Magdalene J. Taylor, che ha analizzato dei dati a supporto della teoria che gli americani fanno sempre meno sesso, vittime di un «epidemia della solitudine» sempre più dilagante. L'articolo si intitola "Have more sex, please!": un invito, quasi una preghiera, a sfruttare il sesso per quello che è, ovvero un antidolorifico, generatore di benessere e di sollievo per molti mali del corpo e della mente, oltre che un balsamo sociale di autostima e fonte di piacere e soddisfazione fisica. L'autrice ha snocciolato alcuni dati preoccupanti, sempre in riferimento a studi svolti su suolo americano che pure possono essere facilmente universalizzati. Innanzitutto, nel 2021, secondo quelli raccolti dalla General Social Survey, meno di un quarto degli americani ha risposto di aver avuto almeno un rapporto sessuale nel corso dell'anno. Se nel 1990 si faceva sesso almeno una volta a settimana, ha scritto Taylor, ora quella percentuale è scesa al 40%. I motivi sono sia fisiologici che sociali: meno sesso significa meno interazioni col prossimo (grazie, pandemia) e anche più malanni. D'altronde, la letteratura scientifica in merito ai benefici del sesso la dice lunga su quanto un orgasmo o un rapporto possano influire positivamente non solo sull'umore ma anche, tra le altre cose, sui valori di stress e sull'abbassamento della pressione sanguigna. Meno si fa sesso, meno si ha voglia di farlo: è un baratro, secondo l'autrice, che peggiora sempre di più.

Non solo facciamo meno sesso di una volta, suggerisce inoltre Taylor, ma abbiamo anche meno amici. La ricerca "The State of American Friendship: Change, Challenges, and Loss" pubblicata nel 2021, aveva già confermato che le persone, a seguito dello scoppio del covid, tendono a fare meno nuove amicizie, con numeri (in negativo) quadruplicati dal 1990; in media, rispetto agli stessi dati raccolti nel 2013, si trascorre il 58% del tempo in meno con le persone a cui si vuole bene (fonte: American Time Use Survey). Secondo l'autrice fare più sesso è un imperativo politico, oltre che individuale: più le persone si connettono tra di loro, più questi network diventano forze economiche e di crescita collettiva. Fare più sesso, insomma, sarebbe collante sociale e generatore di benessere su più livelli, non solo quello che si cristallizzata tra le lenzuola.

La colpa di questa epidemia dilagante? La pandemia e il distanziamento sociale, certamente, ma anche i social network e le app di incontri, che stanno cambiando lentamente dinamiche e meccanismi relazionali. Non è un caso che la parola dell'anno, secondo l'Oxford Dictionary, sia goblin mode: da un lato è sintomo della necessità di presentarsi per quello che si è, senza sovrastrutture e filtri, dall'altro identifica anche una sorta di lassismo sociale che non ci spinge verso l'altro, ma a casa, sotto un piumone. Da soli.