Dal 20 al 26 febbraio 2024 si inaugura, a Milano, una nuova settimana della moda. Come da tradizione, dopo quelle andata in scena a Londra e nella Grande Mela, tocca alle passerelle italiane annunciare le tendenze che conquisteranno la prossima stagione autunno inverno. Cosmopolitan vi porta alla scoperta di tutti i dettagli, le emozioni e le sorprese che hanno scandito, giorno dopo giorno, le sfilate di questa Fashion Week milanese.

La sfilata di AVAVAV

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Quella di AVAVAV, andata in scena domenica pomeriggio, è sicuramente una delle sfilate che non dimenticheremo di questa settimana della moda di Milano. Lasciando dei guanti in lattice e un cestino pieno di spazzatura da lanciare sulle modelle che avrebbero calcato la passerella, Beate Karlsson ha invitato il suo pubblico a riflettere sugli effetti dei social media e dell'odio che, seppur invisibile, pervade la società contemporanea.

La sfilata di Feben

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A una stagione di distanza da Karoline Vitto, il progetto Supported by Dolce&Gabbana, lanciato dal duo siciliano e dalla stylist Katie Grand, svela la sua nuova protagonista. Si tratta di Feben, designer emergente di origine etiope che ha presentato la sua collezione autunno inverno 2024/2025 con una sfilata andata in scena nella prima mattinata di domenica 25 febbraio. In passerella, Ashley Graham.

La sfilata di Missoni

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Righe, righe e ancora righe. Righe che percorrono la passerella a passo deciso, spesso danzano, talvolta accelerano, ora mentre si espandono ora mentre si contraggono. Sono loro le protagoniste assolute della collezione di Missoni svelata nel quarto giorno di sfilate milanesi. D’altronde per Filippo Grazioli dedicare una stagione alle righe, amate, ricercate e celebrate da Ottavio e Rosita sia nella scelta dei materiali sia nella progettazione degli abiti, è un po’ come tornare all’essenziale e toccare l’anima del brand. Nasce così una proposta autunno inverno fatta di righe su righe su righe, da quelle che compongono le silhouette a quelle materiche, interne ai tessuti. Tutte declinate rigorosamente nella stessa palette.

La sfilata di Tokyo James

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Expansion è il titolo della stagione autunno inverno 2024/2025 di Tokyo James. Realizzata in collaborazione con l’artista Yusuff Aina, che ha curato l’installazione collocata nella sala di Palazzo Visconti che ha ospitato la sfilata, la collezione indaga e celebra la cultura africana da diverse, ed innumerevoli, prospettive. Dalle forme alle texture, tra lucenti abiti da sera in seta, completi stampati, bluse trasparenti e borse con catena, ogni dettaglio e ogni uscita, ha raccontato una storia.

La sfilata di Ermanno Scervino

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Ai bambini l’atlante viene presentato come un manuale attraverso cui scoprire il mondo. Per l’autunno 2024, Ermanno Scervino sceglie di pubblicarne uno dedicato a indagare il corpo e le sue armature, ridisegnando i confini della sua estetica e quelli di una nuova femminilità. In passerella sfilano abiti dal potere protettivo e al contempo rivelatori, in una perfetta sintesi di tradizione sartoriale, qualità e seduzione. Tra capi dal taglio maschile e corsetti, lavorazioni ad intarsio e sofisticati ricami, la materia smette così di essere la geografia: e nasce un Atlante di Moda.

La sfilata di Vivetta

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Durante la sfilata di Vivetta, andata in scena nel primo pomeriggio di venerdì 23 febbraio tra le stanze di Cavoli a Merenda, trasformato in una location onirica e sospesa nel tempo, è sbocciata una rosa dopo l’altra. Qualcuna è una corolla nel pieno della fioritura, qualcuna è solo il petalo e la sua spina, in una ridondante ed ipnotica metafora di una femminilità libera, autentica e pertanto sfaccettata. Quello che le accomuna è il loro essere disegnate, ricamate e stampate sui capi della collezione autunno inverno della stilista italiana, caratterizzata dall’estetica classy e romantica, apparentemente ancora nel vivo del “making of” e del processo creativo, che è diventata la sua firma.

La sfilata di Moschino

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«Allegria, irriverenza, sorprendente originalità. E, soprattutto, gioia». Sono queste le parole chiave al centro del moodboard della prima prova di Adrian Appiolaza come direttore creativo di Moschino. Questo perché con la sua Collezione 0 Appiolaza voleva ripartire dall’inizio, dal fondatore del marchio, Franco, per ricordare al mondo le ossessioni che abitavano il suo immaginario unico e personalissimo, basato sull'unione di tradizione sartoriale e un impareggiabile spirito ironico. Così nel secondo pomeriggio di giovedì 22 febbraio i messaggi di pace che Franco Moschino era solito mandare attraverso il suo lavoro sono tornati a riempire d’amore Milano, cuciti addosso a una proposta ready-to-wear per il prossimo autunno inverno completamente ispirata all’archivio del marchio e determinata a inaugurare una nuova era riconnettendosi con un passato che potrebbe essere più contemporaneo.

La sfilata di Prada

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È fatta di frammenti di storia, la moda immaginata da Miuccia Prada e Raf Simons per l’inverno che verrà. Il risultato è una collezione, presentata come da tradizione nel secondo giorno della Fashion Week milanese, che ritrae la contemporaneità partendo dalla memoria, riscoprendo ideali di bellezza che non sono poi così lontani da quelli di cui avremmo bisogno oggi per ritrovarci, esprimerci e raccontarci, liberi da tutti i cliché sulla femminilità con cui siamo cresciuti. Per questo ognuno degli abiti proietta in un’altra epoca, sempre diversa da quella che l’ha preceduta o che la segue in passerella. Tra cascate di fiocchi indossate sotto un cappello da marinaio, capi sartoriali combinati con giacche di pelle, slip dress, camicie a righe, bomber, cardigan, vestiti jacquard e orli in pelliccia che si rivelano speculari alla linea menswear presentata per la stessa stagione. Nel front-row Hunter Schafer, che indossava proprio un look della collezione maschile, ed Emma Watson.

La sfilata di Anteprima

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Nel 2024, tutto è digitale. Secondo Izumi Ogino, direttrice creativa di Anteprima, è il momento di guardare da questa prospettiva anche l’eleganza. Lo ha dimostrato nella seconda mattinata della settimana della moda di Milano dedicata alle sfilate, presentando in passerella una collezione autunno inverno dallo stile punk e audace, ma anche ricercato, senza dimenticare di aggiungere un tocco di glamour. Il tutto in un perfetto connubio di tecnologia e artigianato, creatività e innovazione, di cui la borsa Wirebag, nata dall’incontro di un materiale innovativo con la tradizione artigianale, fornisce un perfetto esempio. Il discorso vale anche per i colori, ispirati agli elementi naturali e rielaborati con l’AI, così come per le grafiche floreali con i pixel e le illusioni ottiche date dall’alternanza di dettagli 2D e 3D. Sullo sfondo della sfilata, un video progettato dallo studio WOW con gli stessi leitmotiv della collezione che ha contribuito a rendere l’esperienza coinvolgente e immersiva.

La sfilata di Calcaterra

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Daniele Calcaterra dedica la prossima stagione invernale alla ricerca della materia. Partendo dal significato della parola, lavora sul volume con l’approccio concettuale che ne distingue da sempre le creazioni, pensate per intercettare lo spirito delle donne contemporanee, ma allo stesso modo trascendere le tendenze. Di qui la scelta di costruire la nuova collezione presentata nel secondo giorno del calendario dedicato alle sfilate milanesi, con tessuti trasformati attraverso sapienti lavorazioni, vedi le lane, i cotoni, la seta, l’alpaca e le pellicce upcycled, e resi oggetti sensibili con linee geometriche, pulite e precise, così come palette naturali. «Il volume non per coprirla, ma per proteggerla. Il calore non per scaldarla, ma per farla sentire a suo agio», spiega nella nota stampa, «La ricerca della linea non per renderla diversa, ma per renderla unica. L’ironia non per renderla un paradosso, ma per farla sentire viva». Protagonisti, due fiori: giglio puro e peonia.

La sfilata di Genny

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Photo: Daniele Oberrauch / Gorunway.com//LAUNCHMETRICS SPOTLIGHT

Genny invita a riconnettersi con la natura, ristabilendo un legame armonioso con essa. Ogni creazione, tra quelle presentati in passerella nella seconda giornata di sfilate della settimana della moda italiana, ne celebra la bellezza. Immersa in un’atmosfera delicata e sognante, la collezione si compone di tessuti che avvolgono naturalmente la silhouette, fornendole calore e protezione; di stampe ispirate alle tartarughe marine e abiti da sera ricoperti di paillette che esaltano lo spirito sognante e tenace delle donne del brand. Protagonista di una palette che va dal verde giada al rosso fuoco, un ipnotico rosa intenso è il colore chiave della collezione.

La sfilata di Etro

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A suo modo, la collezione Co-Ed per l’autunno inverno 2024 di Etro è un’Odissea. D’altronde, ripercorrendo il percorso intrapreso da Marco De Vincenzo alla direzione creativa dello storico brand italiano, viene naturale pensare a un viaggio senza mappa che ha portato in molti – dalle celebrità accorse a Milano per la sfilata agli stessi addetti al settore della moda – a ritrovare Etro, riscoprendone man mano il mondo attraverso un approccio libero, creativo e contemporaneo. Con l’occasione il brand inaugura la collaborazione con Wolford presentando in passerella delle calze jacquard che come una seconda pelle, e come le esperienze che ci rimangono “addosso”, portano i disegni e le stampe tipiche del marchio direttamente sul corpo. A incorniciare la poesia presentata in passerella, la colonna sonora “Techno Pastorale” di Miglio, giovane cantautrice emergente.

La sfilata di N°21

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Avvolta in un’atmosfera da Haute Couture degli anni Ottanta, quella andata in scena sulla passerella di N°21 è stata un’ode chiara e concisa, e soprattutto libera da qualsiasi idea preconcetta, alla sensualità contemporanea. Rinominata Glamour Anarchico, la collezione intercetta lo spirito del tempo, presentandosi come un guardaroba essenziale, abitato da creazioni basiche, eppure perfettamente capace di vestire qualsiasi lato del suo carattere, da quello più giocoso e leggero a quello più affascinante ed erotico, decostruendo l’idea, le linee e le proporzioni tipiche del bon ton. Nascono così le voluminose giacche di pelle doppiata con neoprene, i cappotti in bouclé dal taglio maschile, gli abiti sottoveste, i little black dress in crêpe de Chine con gli orli ricamati, le culotte, le gonne paillette, le camicie in chiffon, i maglioni lavorati con tecnica norvegese e le vertiginose scollature con fiocchi che non trasmettono leziosità, ma rigore, in un ribaltamento del ribaltamento delle regole. Le palette vanno dal nero al nude e dal rosso all’azzurro brillante. Tra gli accessori, spiccano maxi sciarpe in pelliccia verde acqua e rosa Barbie, slingback con stringhe e cristalli e borse che strizzano l’occhio alla tendenza Librarian.

La sfilata di Alberta Ferretti

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Alberta Ferretti continua a celebrare tutte le sfumature della femminilità, tra confortevoli set in maglia, irriverenti capispalla dalla silhouette strutturata, completi dal taglio maschile e leggerissime, eteree, creazioni da sera in seta. Avvolta in un lungo abito nude, in passerella è apparsa anche Deva Cassel.

La sfilata di Marco Rambaldi

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Non c'è nessuno, nella moda, che sappia parlare d'amore come Marco Rambaldi. Questa volta lo fa mandando in scena una collezione intitolata Memento Amori, immaginata per ricordarci che, nonostante siamo sottoposti a una valanga di immagini, di lavoro e di altissime aspettative, cercare la felicità rimane al contempo un nostro diritto e dovere. Creazioni in maglia jacquard fatta a cuore, emblematici abiti trompe l'oeil che invitano a scoprirsi liberi e sensuali per scaldarsi il cuore e morbidi capispalla dalle linee over sfilano sulle note di "Non dirmi niente" di Ornella Vanoni, spogliando gli abiti e i corpi che li indossano dal peso sociale che troppo spesso tende a sovrastarli, oscurandone sogni e desideri. Nasce così anche una collezione di calzature dalla suola verde che, realizzate in collaborazione con Cuoio di Toscana, incarnano i valori di sostenibilità del brand. Ad assistere, nel front-row, anche Sabato De Sarno.

La sfilata di Antonio Marras

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Ruota attorno alla misteriosa, leggendaria ed emblematica figura di Eleonora D’Arborea, la nuova collezione di Antonio Marras. Vissuta tra la seconda metà del 1300 e l’inizio del 1400, la principessa medievale fu l’ultima regnante indigena della Sardegna: viene ricordata, oltre che per aver riunito le popolazioni sarde sotto un’unica bandiera, per la Carta de Logu, testo giuridico contenente un avveniristico articolo sullo stupro che si basava per la prima volta sulla volontà delle donne vittime di violenza. È una donna come lei, libera, indipendente, ribelle e innovatrice, che Marras immagina di vestire durante la prossima stagione invernale. Ad introdurre la sfilata e la musa che l'ha ispirata, una performance dell’attore Filippo Timi.

La sfilata di Onitsuka Tiger

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Sarà una settimana della moda ricca di ricorrenze e festeggiamenti, quella inaugurata all'ombra della Madonnina mercoledì 21 febbraio. In questo scenario si inserisce la sfilata allestita da Andrea Pompilio, che in occasione del 75esimo anniversario di Onitsuka Tiger ha invitato la compagnia di ballo giapponese Avant-gardey ad aprire il suo spettacolo: le ballerine si sono vestite come Uma Thurman in Kill Bill, celebrando il momento in cui le ormai iconiche scarpe Mexico 66 sono diventate un culto. La collezione è stata un perfetto connubio di lusso e sportswear.

La sfilata di Iceberg

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Milano, mercoledì 21 febbraio, primo giorno di sfilate. Ad aprire le danze è stato Iceberg, che quest’anno festeggia il 50esimo anniversario dalla fondazione presentando ben due proposte Co-Ed immaginate dal direttore creativo James Long. Ancora una volta, il leitmotiv del brand si dimostra quello di celebrare il passato guardando al futuro, distinguendosi per uno stile dinamico, inclusivo, accessibile e ricco di vibrazioni positive. Una menzione speciale va ai nuovi cappotti a taglio vivo – realizzati in versione reversibile, in ecopelle e a spina di pesce, e scozzese, in tributo all’heritage del brand, ai morbidissimi capi lavorati in maglia, ai giubbotti da motociclista, alle palette accese e ai numerosi dettagli hardware che rivelano l’essenza della collezione come puntini su una mappa.

La sfilata di Maison Yoshiki

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Nato dal desiderio della rockstar Yoshiki di condividere la sua visione della moda genderless e sostenibile, Maison Yoshiki ha presentato la sua prima collezione martedì 20 febbraio, inaugurando il calendario della Fashion Week di Milano. Il debutto è avvenuto presso l’Università Bocconi, dove è andata in scena una collezione di capi e accessori total black, intervallata unicamente da alcuni discreti accenti rossi, dallo stile audace, contemporaneo e anche un po’ teatrale, tra silhouette strutturate e materiali grintosi come il denim, caposaldo della collezione insieme al kimono. Il tutto sulle note di un’originalissima colonna sonora che ha unito l’aria di “Nessun Dorma” dell’opera Turandot a un inedito realizzato in collaborazione con Hiroshi Fujiwara (musicista, produttore discografico e designer del brand Fragment considerato uno dei padri dello streetwear).