Chi ha aperto Instagram in questi giorni si sarà sicuramente imbattuto nelle foto di Emily Ratajkowski che posa indossando un paio di jeans troppo larghi per lei, mentre evidenzia i centimetri di stoffa in eccesso sorreggendone un lembo della vita. Lo scatto fa parte di un servizio pubblicato su un numero di M le mag, il settimanale di cultura e attualità edito dal gruppo del quotidiano francese Le Monde. L'immagine, condivisa via social dalla top model, ha destato particolare clamore fra gli utenti del web, risultando in commenti e critiche che accusano la stessa di bodyshaming e grassofobia; commenti che hanno anche acceso la risposta di chi, nella moda, ci lavora da taglia forte. Pochi giorni dopo, Tabria Majors, modella statunitense, ha risposto con alcuni scatti condivisi sul suo profilo Instagram, in cui appare mentre prova a indossare pantaloni che le stanno stretti – in cui entra solo con una gamba alla volta, oppure che riescono a salire solo fino ai polpacci – e a coprirsi attraverso alcune gonne di taglia inferiore rispetto alla sua, attaccate insieme fortuitamente con delle spille da balia.

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Le critiche a Emily Ratajkowski, accusata di grassofobia per la foto con i jeans XXL

«Qual è la ragione di questa foto? Sono genuinamente curiosa», è uno dei primi commenti che si possono leggere sotto al post Instagram di Emily Ratajkoswki contenente la foto in cui appare dentro ai jeans che potrebbe tranquillamente riempire due volte. Scrollando, ci si imbatte poi in un utente che dichiara: «È una foto grassofobica», oppure un altro: «Cancella, è umiliante», e ancora: «Body shaming ma rendilo fashion? No grazie». Le lecite critiche mosse alla top model non sono incentrate solo sulla natura problematica dello scatto in questione, decisamente triggerante oltre che superfluo – «Oddio sei così magra, dovremmo festeggiare? Dovremmo invitare anche Bella Hadid?» ironizza qualcuno –, ma anche sul fatto che a proporre un modello simile sia stata una cosiddetta "alleata", un termine che si usa per descrivere quelle persone non facenti parte di un gruppo oppresso o marginalizzato, che comunque lottano per l'autodeterminazione e la libertà di suddetti gruppi.

Molti utenti, infatti, si sono concentrati sul fatto che Emrata si sia a lungo posizionata pubblicamente a favore dell'inclusività, nonché contraria alla discriminazione dei corpi non conformi allo standard (a differenza del suo). C'è chi ci ha visto dell'opportunismo: «Questa è la prova che ci sono persone che si atteggiano ad alleati solo per rubare discorsi e guadagnare popolarità. È triste». La top model è infatti autrice del libro My body, una raccolta di saggi in cui analizza il rapporto tra il corpo e la sua mercificazione nella società capitalista attuale: «Scrivere un libro sul femminismo e sull'empowerment femminile e poi scattare questa foto è folle»; «Che ipocrisia, rileggi il libro che hai scritto»; «È un po' strano che tu abbia scritto un intero libro su come ti sia sentita sotto pressione mentre soccombevi alle norme dell'industria, e poi hai pubblicato una foto che rafforza quelle stesse norme», le viene detto.

Tra gli utenti c'è anche chi invece ha in qualche modo sorvolato sulla top model in sé e per sé (quasi a fare intendere che questa volta sia lei nella gogna mediatica, mentre nella prossima ci sarà qualcun altro), criticando più apertamente il fashion system e tutta la sua industria, le aziende che fanno campagne body positive senza crederci davvero: «I designer non realizzeranno abiti di taglie forti a meno che non si tratti di un'opportunità fotografica in cui una persona magra può essere eccentrica»; «Il fatto che un intero team di persone abbia lavorato a questo scatto pensando che fosse cool è così problematico»; e ancora: «Potresti vendermi quei jeans? Ne ho cercati di simili ma i negozi non li hanno».

La risposta di Tabria Majors, modella plus size, alle foto problematiche di Emily Ratajkowsky

Tabria Majors è una modella statunitense plus size che ha dato vita al movimento "Make It In My Size" (MIMS) dopo aver constatato la mancanza di rappresentazione di corpi grassi in passerella, nonché la quasi totale assenza di capi comodi e taglie forti nei negozi. All'interno del dibattito social incentrato sui jeans larghi di Emily Ratajkowski, Majors ha realizzato un servizio fotografico a opera della fotografa Bonnie Nichoalds, in risposta a quello della rivista francese. Le immagini mostrano quanto sia difficile per le persone con corpi non conformi al canone trovare fisicamente vestiti da indossare: troppo spesso, l'esperienza di acquisto diventa occasione di umiliazione e frustrazione. Majors appare quindi mentre entra con le singole gambe in due paia di pantaloni che le vanno stretti, oppure quando questi ultimi non riescono a salirle oltre a una certa altezza, fermandosi senza riuscire a continuare e a chiudersi. In uno scatto, il corpo della modella viene coperto in parte da alcune gonne di taglia inferiore rispetto alla sua, unite insieme in modo fortuito dalle spille da balia.

polemiche emily ratajkowski foto jeans xxlpinterest
@bonnienichoalds//Instagram
Fotografia di Bonnie Nichoalds, dal profilo Instagram
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@bonnienichoalds//Instagram
Fotografia di Bonnie Nichoalds, dal profilo Instagram
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@bonnienichoalds//Instagram
Fotografia di Bonnie Nichoalds, dal profilo Instagram

Accanto agli scatti, la modella scrive:

«Inizierò a indossare un solo paio di jeans su entrambe le gambe, cucirò insieme più gonne piccole per adattarle alla mia vita extra large, allaccerò un paio di pantaloni intorno al petto così saprete tutti come ci si sente a non riuscire a trovare nulla da indossare. Ci sono così tante altre questioni importanti in corso, ma questa mi ha davvero fatta scattare. M le Mag, perché nessuno di voi ha segnalato questa cosa? Emrata, come hai fatto a scrivere un libro sulla body positivity e pensare che tutto ciò invece fosse giusto? Faccio la modella da quasi dieci anni ormai ed è stato assurdo assistere dal vivo alla cancellazione di modelle della mia taglia o più forti. Abbiamo iniziato con le modelle plus, poi le hanno trasformate in curvy per farle sembrare più "carine", ora le modelle "di medie dimensioni" ottengono i lavori che una volta prendevano quelle plus. Tutto ciò dimostra solo che si possono realizzare taglie più grandi, si possono vendere taglie più grandi, ma Dio non voglia che siano le modelle a avere una taglia più grande».

Le foto di Emily Ratajkowsky nei jeans troppo larghi hanno accesso un dibattito che la moda non può più ignorare. Se ci sono stati tempi non lontani in cui l'industria sembrava davvero aver aperto le porte a qualcosa che non fosse la problematica estetica heroin chic alla Kate Moss, nel 2023 sappiamo che non è andata esattamente così. Dalla ricomparsa di modelli estremamente dannosi alla mancanza di inclusione e rappresentazione in passerella, dalla body positivity social e mainstream – che si legge anche pink washing e non ha nulla a che vedere con il movimento politico e sociale che in realtà la body positivity sarebbe – alla dilagante performatività di celeb, influencer e brand: sono in pochi quelli che davvero lottano e si informano per una rappresentazione più inclusiva, una distruzione coerente degli standard di bellezza irraggiungibili che si dice di voler abbattere. Ma che in realtà sono ancora lì, forse un po' camuffati.