Pensare in grande fuori dagli schemi non è un atto così folle come sembra. Quasi sempre si rivela un gesto anticipatore. Quando Mona May, costumista del cult movie anni ’90 Clueless, sviluppò per Alicia Silverstone, Cher Horowitz, un futuribile software per pc in grado di creare infiniti outfit secondo la rotazione algoritmica di tutti-tutti i pezzi presenti nel suo oceanico guardaroba, di fatto segnò la via a miriadi App moda arrivate vent’anni dopo. Oggi, tra scenari 100% digitali come il gaming e il Metaverso, la moda sta iniziando seriamente a proporsi sul mercato surfando sui flussi di big data e i profitti con l’evidente intenzione di incanalare nuova linfa al settore. Dagli strumenti più pratici come le app che digitalizzano il guardaroba e ne massimizzano il potenziale, alla moda virtuale con gli NFT da sfoggiare via social e nel Metaverso grazie ad effetti 3D e morphing, siamo forse arrivati al termine di un percorso. O è il baratro, o si spicca il volo.

Massimalizza il guardaroba con le App di riordino armadio e styling

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C’è un antico detto legato alle risorse auree dei nostri armadi che dice così: «si indossa per l'80% delle volte solo il 20% dei vestiti e, viceversa, quell'80% snobbato solo per un misero 20%». Un vero peccato. Dopo gli uragani gentili con cui Marie Kondo ha sventrato i guardaroba di molti, i video su YouTube con i wardrobe-tour delle it girl più organizzate del Pianeta, è arrivato il momento di gloria delle App di gestione armadio, praticamente dei closet organizer a portata di cellulare pronti a mettere a tacere la fatidica frase «oggi e sempre non ho veramente nulla da mettere». Sono assistenti personali con cui organizzare e pianificare look, dividere in categorie ogni singolo componente dell’armadio, aiutare a preparare la valigia e riportare in vita quell’amor perduto verso capi completamente dimenticati. Con l’app di digitalizzazione è probabile che si avrà meno voglia di comprare pezzi nuovi e maggiore entusiasmo per le nuove opzioni look. Le App più gettonate? WHERING, Saveyourwardrobe, Stylebook e SmartCloset. Funzionano più o meno allo stesso modo: una volta fotografati e caricati TUTTI i pezzi del guardaroba -sì tutti- il software dell’App provvederà a eliminare lo sfondo per renderli più omogenei e a suddividerli secondo tag, colori e occasioni d’uso. Basterà poi domandargli nuovi outfit per ricevere proposte bilanciate tra i nostri parametri di stile e la rotazione onesta di ogni elemento presente. Solo allora ci si renderà conto di quanti pantaloni neri, maglioni rosa e canotte di strass abbiamo accumulato in multipli di tre; quanti abiti a fiori e pantaloni palazzo ci siamo dimenticati di avere a disposizione in quadricromia, così come dei centordici blazer oversize e gonne plissettate verdi smeraldo innocentemente acquistati in quanto magnifici pezzi unici. Poco male, sarà quella la scena perfetta per compiere IL gesto: lo scarto definitivo da commutare in reselling, scambio e donazione. Ma non è finita. Alcune App di digitalizzazione del guardaroba come Saveyourwardrobe prevedono anche un sistema dedicato all’after-care, ovvero al mantenimento a lungo termine dei capi, grazie a una rete di esperti in riparazioni, puliture e upcycling. L’intento è di raggiungere il #30wears, ovvero il numero di volte che si riesce a indossare ogni singolo capo presente nell'armadio.

Digital fashion, come sono i vestiti virtuali da sfoggiare nel Metaverso

L’aveva capito nel 2019 Lucy Yeomans, ex editor-in-chief del magazine Porter dell’e-tailer Net-A-Porter, quando decise di creare Drest, App di fashion styling in chiave gaming dove vestire con le tendenze moda il proprio avatar e giocarsela a ogni challenge. Oggi Drest è in piena transizione verso gli NFT. L’avevano capito anche i ragazzi di Sunnei, Loris Messina e Simone Rizzo, quando presentarono nel 2020 Sunnei Canvas, format di costumizzazione esclusiva degli abiti della collezione primavera/estate 2021 in 3D. Un'intuizione geniale capace di ottimizzare le risorse, il tempo e lo spreco. Alla moda virtuale, detta anche e-fashion, attratti come api al miele, si sono avvicinati tantissimi big names felici di testare collaborazioni gaming con altrettanti colossi del segmento. Balenciaga con Epic Games per Fortnite, Prada Linea Rossa è approdata nel parco giochi sportivo outdoor di Riders Republic, Gucci con Roblox, Burberry da Blankos e Louis Vuitton per League of Legends di Riot Games. adidas Originals e Nike, poi, sono più che pronti a coinvolgere le loro community nel Metaverso con prodotti (sneakers e arte) digitali e reali. A dicembre Nike ha acquisito la RTFKT, azienda specializzata in progettazione di sneakers digitali, mentre adidas con la piattaforma Into The Metaverse, è già sold-out.

Fuori dalle partite in streaming, all'orizzonte di Web3, l'internet di nuova generazione, la moda si apre a nuovi spazi di shopping online unicamente dedicati all'acquisto di vestiti virtuali, capi d'abbigliamento digitali da indossare tramite manipolazioni grafiche. Il giro d'affari si sta facendo interessante, i costi ai fashion lover, noi utenti, sono più che accessibili (dai 30 dollari in su a pezzo) con la possibilità di postare autentiche creazioni sui social, in futuro negli spazi virtuali del Metaverso, in nome della propria personale espressione. Zero10, The Fabricant, Tribute e DressX sono i player al momento più attivi con abiti, pantaloni, top e accessori in formato NFT fuori dal comune e fuori da ogni tendenza in tessuto. Don't shop less, shop digital fashion e No shipping, No Gender, No waste, No size sono i claim utilizzati per promuovere la tendenza e-fashion. I vestiti digitali si possono provare subito tramite la camera del telefono come con un filtro di IG o di Snapchat, ma solo una volta acquistati si completa l'ordine corredandolo di una nostra foto in posa pensata per esaltare al meglio le caratteristiche del capo. I contro? Se non sempre è facile posare in anticipo per un capo di cui non si conosce esattamente il fitting definitivo, talvolta la resa fotografica della sovrapposizione dell'abito virtuale sul corpo reale potrebbe non convincere sino in fondo. Il consiglio è di scegliere un outfit base più aderente e neutro possibile al corpo in modo che possa indossarlo al meglio.

Moda digitale, anche le sfilate invernali sbarcano nel Metaverso

Ad oggi il coinvolgimento della moda nel digitale e virtuale, e quindi nel Metaverso di Zuck Zuckerberg, attraverso gaming e NFT, si aggira intorno a un valore di 40 miliardi di dollari. Le ultime sfilate presentate durante la New York Fashion Week, hanno visto più di un brand, Maisie Wilen e Imitation of Christ, presentare i loro abiti in formato 3D sotto forma di ologrammi e NFT. Milano e Parigi non sono state da meno. Durante la settimana della moda milanese U.C. of Benetton ha trasformato lo store di Corso Vittorio Emanuele in un ponte dimensionale tra shopping reale ed experience virtuale. Xbinary, piattaforma digitale nata per importare nel Metaverso prodotti di lusso, ha permesso a Fondazione Sozzani di muovere i primi passi nel mondo parallelo con una collezione di gioielli scultorei, i Genesis Jewels dell'artista Kris Ruhs in versione NFT. Anna Yang, Direttore Creativo di Annakiki, ha unito i due piani nella collezione Alien Visitor and Post-human lanciando una sfida al futuro: se il corpo potrà separarsi dallo spirito grazie alla tecnologia, allora sarà possibile avere un'identità virtuale costruita su un'esistenza reale.

Appena terminata la settimana parigina, la Ville Lumière è già pronta a inaugurare il 24 marzo la Metaverse Fashion Week, un evento di quattro giorni che si concentrerà su collezioni digitali che gli utenti vedranno sfilare su passerelle virtuali e poi acquistare proprio nel metaverso di Decentraland, il luogo più attivo al momento, che verrà condiviso anche su Twitch. Sarà un palinsesto ricco a cui assistere in forma gratuita muniti, volendo, di portafoglio di crypto valuta. È prevista un'area dedicata allo shopping, progettata per assomigliare all’Avenue Montaigne di Parigi, dove i marchi del lusso venderanno articoli sia fisici, sia digitali. Se i brand emergenti sfileranno invece su una “nuova designer street” creata dal marketplace NFT Rarible, il social game Dragon City presenterà marchi e designer asiatici e i musei virtuali Meta Tokyo creeranno un museo pop-up di immagini di moda e street style. Sarà davvero questo il futuro di una moda sostenibile e innovativa?